Le possibilità per Segni di Vittorio Gorresio

Le possibilità per Segni Le possibilità per Segni Roma, 8 maggio. Quando saranno terminate le consultazioni, l'on. Segni dovrebbe compiere il primo tentativo per la composizione di un nuovo governo. La designazione gli spetta per un motivo di riguardo, innanzitutto, ed altresì considerandosi che egli non è stato battuto da un voto delle Camere, sicché si può presumere che egli tuttora goda della fiducia del Parlamento. Perciò non sembra dubbio che il Capo dello Stato si prepari a rivolgergli un Invito in questo senso. Segni, che è un uomo fermamente convinto della necessità di continuare nella collaborazione con gli altri partiti del centro democratico (scrivendo alla direzione della D.C, ieri si è detto nettamente contrario al monocolore, che avrebbe, anzi, definito < esiziale >) dovrebbe adoperarsi a risuscitare il quadripartito, la sola formula che gli consentirebbe di avere in Parlamento una maggioranza assicurata in partenza. Non staremo a ripetere la analisi delle difficoltà che si prospettano per questa soluzione: diremo solo che nel giorno In cui (o lunedì o martedì venturo) Gronchi potrebbe affidare a Segni l'Incarico di formare il governo, si saprà già se questa, soluzione è, di fatto, possibile o impossibile. Nella giornata di domenica i repubblicani preciseranno le loro disposizioni a riguardo del governo, e, se avranno deciso di astenersi dal partecipare, sarà pressoché inutile che Segni si metta al tentativo di convincerli a cambiare opinione. Segni potrebbe dunque, declinando l'incarico che doverosamente non mancherà di essergli offerto, passare subito la mano ad altri che non abbiano già preso, come egli ha fatto, una posizione pregiudizialmente favorevole al quadripartito. Si guadagnerebbe così tempo prezioso per la soluzione della crisi ohe tutti vorrebbero, nell'interesse del Paese, quanto più rapida possibile. C'è il caso, tuttavia, che le deliberazioni che stanno per prendere i repubblicani non appaiano nette e perentorie: ove 'esse lasciassero l'adito a qualche dubbio di interpretazione, ne potrebbe venire un incoraggiamento a tentare, comunque un negoziato. Immaginiamo le conseguenze: un piano programmatico repubblicano da conciliare con il liberale, sempre salvando le esigenze dei socialdemocratici, nel rispetto, s'intende, delle inderogabili condizioni della D.C. Ritocchi mutuamente compensativi, concessioni reciproche e bilanciate transazioni impegnerebbero i rappresentanti del partiti per la durata di molti giorni faticosi, che assai probabilmente trascorrerebbero invano, contrassegnati solo dal desiderio di ciascuno di far ricadere sugli altri la responsabilità formale di far fallire la rinascita di una formazione quadripartita. Verso il Paese le respon¬ sabilità vere sono di altra natura. Il Paese, difattl, esige piuttosto ohe ciascuno sin d'ora prenda le proprie posizioni in modo ohiaro, sì da evitare defatiganti consultazioni difficilmente comprensibili e, in ogni modo, ritardatricl. La crisi non è venuta dal cielo, e, se anche è scoppiata d'improvviso, tutti già conoscevano le sue ragioni profonde. Abbiamo, perciò, il diritto d'aspettarci che ciascuno le abbia maturamente valutate e già sia pronto a trarne le conseguenze. Se un certo margine di tempo è ancora necessario, si voglia profittare del sereno Intervallo che la visita a Roma di Coty concede a tutti per pensare da oggi a lunedi. Ma, venuto il momento di parlare, ciascuno si pronunci per carità di patria nel meno equivoco del modi, civicamente rinunciando a tutti quegli infingimenti tattici che avrebbero per solo risultato di mantenere a lungo oscura la situazione. Vittorio Gorresio

Persone citate: Coty, Gronchi

Luoghi citati: Roma