Il Papa si confessa

Il Papa si confessa TRE GESUITI TEDESCHI IflE VATICANO Il Papa si confessa Negli appartamenti pontifici prevalgono la lingua germanica e una cronometrata precisione - Una piccola corte di dotti - L'automobile dalle tendine abbassate di suor Pasqualina e a o a e e e n n a i » u o e o e (Nostro servizio particolare) Roma, maggio. Una volta alla settimana, il Papa inginocchiato ai piedi del suo confessore, padre Bea, gli svela le ombre più segréte del suo cuore piegando poi il capo nell'accogliere il gesto benedicente del sacerdote che l'ha giudicato, consigliato ed assolto. Appena però ha compiuto quest'atto dì umiltà che l'accomuna ai fedeli di cui è il padre ed il maestro, Pio XII si risolleva in piedi ed il con* fessore si getta ai' suoi piedi implorando a propria volta la sua apostolica benedizione. E' un rito questo che si rinnova di solito' nel pomeriggio di ogni giovedì. Una telefonata comunica a padre Bea l'ora esatta della sua convocazione affinché l'elevatezza del suo ufficiò gli eviti ogni indugio nelle anticamere ed egli possa essere introdotto immediatamente nella cappella privata del suo augusto penitente. Padre Agostino Bea dal 19Si insegna introduzione ed esegetica del Vecchio Testamento al Pontificio Istituto Biblico, che ha sede in Via della Pilotta, quasi di fronte all'Università Gregoriana, dove abitano i padri Ludovico Hendrich e Roberto Leiber, essi pure al pari del Bea gesuiti e di stirpe germanica. L'Hendrich, già docente di storia ecclesiastica antica, amministra la biblioteca privata del Pontefice e sì mantiene a sua costante disposizione per le prime e più urgenti esplorazioni bibliografiche (perfezionate, ove occorra, da altri gesuiti specializzati nei vari settori). Il Leiber, di origine austriaca, che appena conclusi gli studi universitari era sta- hiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiD to chiamato dal Pastor a collaborare alla sua Storia dei Papi, è invece il depositario dell'archivio privato del Pontefice. Sia l'Hendrich sia il Leiber non interrompono la loro quotidiana fatica nemmeno quando il Papa si reca a Castelgandolfo e sotto l'incalzare di qualche più. urgente quesito non si allontanano dall'appartamento pontificio nemmeno nell'ora di colazione. Essi fanno parte della corte più intima del Pacelli da quando questi era stato inviato quale nunzio apostolico a Monaco di Baviera. La sua missione, appesantita dal divampare del primo conflitto mondiale e dalla sua appartenenza ad un paese in guerra con la Germania, gli aveva suggerito di circondarsi di collaboratori tedeschi ai quali del resto - egli tendeva per la sua stessa scrupolosa passione dell'esattezza e della metodologia nonché per la ferrea disciplina e la profonda dottrina. Le preoccupazioni che gli anni del nazismo gli procuravano quando il Pacelli venne assunto alla direzione della Segreteria di Stato (<la Germania — egli ripeteva in quegli anni — occupa metà delle mie giornate e dei miei pensieri») contribuirono a circondarlo di « esperti > tedeschi tanto che diede larga ospitalità al leader del Centro, mons. Kaas, e questi, finché visse, fu uno dei rarissimi ammessi ad assistere alla sua cena serale, quando egli venne elevato alla tiara. Ricordando infine come appartengono pure ad una comunità bavarese le quattro suore che disimpegnano le incombenze casalinghe degli appartamenti pontifici, si rileva come in questi prevalga la lingua tedesca e con questa uno stile di cronometrata precisione. Le giornate del Pontefice obbediscono conseguentemente ad un ordine prestabilito ed immutevole che garantisce l'esercizio di molteplici attività e tende ad evitare al Papa sollecitudini e responsabilità che non vengano giudicate assolutamente indispensabili. Intanto, l'automobile che il giovedì reca padre Bea si imbatte talora cor. un'altra macchina che, a causa delle tendine abbassate sui cristalli, richiama l'attenzione di chi in quel momento sosta presso le mura vaticane. E', quella, l'automobile della superiora della piccola comunità casalinga del Pontefice, suor Pasqualina Lehner, che spesso impiega i suoi pomeriggi nel recare qualche soccorso a conventi in disagiate condizioni o a case di derelitti. Nelle sue millenarie vicende, il Vaticano non aveva mai conosciuto né dirigenti di casa femminili né madri badesse. L'introduzione di suor Pasqua¬ iiiiiiimimiiiiiimiiiiiiiiiim iiiiiiiiiiiiiiii lina risale però a Pio XI che aveva autorizzato tale assunzione al suo cardinale segretario di Stato mentre già da van anni molti vescovi hanno affidato l'amministrazione della propria casa a suore appunto per garantire una tranquillità indispensabile agli effetti stessi delle loro attività pastorali. Quanto poi alla presenza, presso un Papa, di sfamigli» prevalentemente forestieri, bisogna forse risalire al secolo XV richiamando il precedente di Nicolò V, insigne mecenate ed umanista, che preferì circondarsi di tedeschi e di francesi. Carlo Richelmy

Luoghi citati: Germania, Monaco Di Baviera, Roma