Dante Porrino tenta di spiegare dove è finito il miliardo di deficit

Dante Porrino tenta di spiegare dove è finito il miliardo di deficit Interrogato per tre ore dai presidente dei Tribunale Dante Porrino tenta di spiegare dove è finito il miliardo di deficit Iniziò la sua attività nel '47 - " Dieci anni fa possedevo settecento milioni : li ho spesi tutti per creare lo stabilimento di Orbassano,, - "iVon sono fuggilo: mi recai in Svìzzera per trovare capitali stranieri,, - Le cause della crisi: il crollo dei prezzi dopo la crisi di Corea e n n C i , e i 4 i 5 e . r e e. i r e Al processo in Tribunale contro l'industriale Dante Porrino soltanto ieri pomeriggio il presidente Carron Ceva ha potuto iniziare lo interrogatorio dell'imputato. Le discussioni preliminari avevano occupato il primo giorno di udienza ed ancora la mattinata di ieri. La difesa aveva chiesto che fosse ritenuta nulla la sentenza di rinvio a giudizio e che non fosse ammessa la costituzione di parte civile: ma il collegio, dopo lunga permanenza in camera dì consiglio, ha respinto le istanze. Dante Porrino è stato interrogato per tre ore: sarà sentito ancora questa mattina. Come imputato non si può dire che abbia saputo destreggiarsi bene e parecchie volte i difensori sono intervenuti per aiutarlo a superare le sottili contestazioni che gli muoveva il P.M. Riccardi. Le accuse principali sono tre: distrazione di beni per un miliardo, sottrazione e distruzione di libri contabili, truffe. Ieri si è parlato del primo punto e l'imputato ha affermato di mai aver portato via nulla dal lanificio di Orbassano. Pres. — Prima del fallimento siete fuggito all'estero II curato re ha trovato un ammanco inspie gabile di oltre un miliardo. Imp. — Non sono fuggito. Nell'estate del '51, dopo aver chiesto l'ammissione della mia società all'amministrazione controllata, rimasi 20 giorni a disposizione del commissario giudiziale nominato iiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii o l o dal Tribunale. Poi con il suo con-1 senso mi sono recato in Svizzera a , e i n i - con un campionario della mia produzione perché avevo buone speranze di trovare dei capitali stranieri. In Svizzera seppi dai giornali che ero stato dichiarato fallito ed allora mi preoccupai di rimandare in Italia l'automobile perché non mi si accusasse di essermi trattenuto un bene del lanificio. Rimasi all'estero per non finire in prigione. Ma per vivere dovetti ricorrere al Monte di Pietà ed in Spagna fui costretto a cercare un lavoro. Nel fallimento misi tutti i miei beni, anche la villa che avevo in corso Vittorio all'angolo con via Calandra e lo staoilimento di Cossato e di Trieste. Pres. — Quando nel 1947 avete iniziato la costruzione del lanificio di. Orbassano quali somme avete speso? Imp. — Avevo allora 33 anni e possedevo 700 milioni. Li spesi tutti per costituire la società < Porrino Celestino e figli ». Pres. — Si afferma che lo stabilimento di Orbassano era modernissimo, che la sua produzione era tra le più quotate d'Europa. Come mai si è arrivati al dissesto? In pochi anni contro un attivo di 645 milioni 964 mila lire è stato accertato un passivo di un miliardo 765 milioni 950 mila lire. Imp. — Il passivo non era cosi rilevante. Mi spiego. Al momento del fallimento io possedevo nel magazzini materie prime che mi erano costate 800 milioni, senza contare gli impianti. Nell'inventario gli 800 milioni sono stati falcidiati. Un esemplo : da Gavardo avevo acquistato lana pregiata ad 8 mila lire il chilo ed è stata inventariata a 2 mila lire. Di questo passo l'attivo è stato annullato ed accresciuto il passivo. Dante Porrino si è dilungato a spiegare che lo stabilimento è costato una somma enorme. Imp. — Brano tempi in cui 1 denari se ne andavano a mucchi. Debbo aggiungere che lo stabilimento è costato più di quanto risulti perché le ditte fornitrici chiedevano di fatturare soltanto metà, o i due terzi del valore e noi eravamo d'accordo per risparmiare la imposta sull'entrata e per sottrarre qualcosa al fisco. Lo stabilimento mi è costato oltre un miliardo, ma ho fatture soltanto per 700 milioni. Secondo l'imputato quando egli chiese l'ammissione alla amministrazione controllata non aveva disavanzo: si trovava semplicemente in momenti di difficoltà a causa della guerra di Corea. Lo stabilimento occupava 320 dipendenti e soltanto nel 1950 la sua capacità produttiva era stata raggiunta. Ma in quell'anno le lane salirono alle stelle per effetto della guerra e tutti gli Industriali acquistarono per il timore di rimanere senza Poi nel febbraio del 1951 cominciarono a diminuire fortemente. La conseguenza fu che i grossisti di lllllMllllllllllllllllllllllllllllItlIII ■IIIlIlllllMl manufatti si rifiutarono di ritirare le ordinazioni perché le giudicava- no troppo care. Lo stabilimento era in grado di produrre per 800 milioni di lire all'anno. Nell'esercizio 1950-1951 ebbe ordinazioni per 500 milioni, però furono prodotti e ritirati tessuti per 300 milioni. Il P.M. avrebbe voluto a questo punto ohe l'imputato scendesse a particolari dettagliati, spiegasse ad esemplo quale fu la'perdita causata dall'oscillazione dei prezzi tra 11 '50 ed il '51, quanto era il costo di lavorazione di un chilo di lana, quanto gravavano le spese generali. Ma non si è saputo nulla di preciso. Dopo tre ore di interrogatorio non è stata data risposta sufficiente alla domanda: dove è andato a finire il miliardo di sbilancio? I difensori hanno assicurato che lo diranno loro In sede di arringa.

Persone citate: Carron Ceva, Dante Porrino, Porrino Celestino, Riccardi