Appena riesce a trovare un lavoro muore folgorato al banco d'officina

Appena riesce a trovare un lavoro muore folgorato al banco d'officina La pietosa ttovte di un giovane patire immigrata dal Sud Appena riesce a trovare un lavoro muore folgorato al banco d'officina Aveva lasciato in Puglia la moglie e le due bambine - Dopo settimane d'angoscia, finalmente un posto - Ieri mentre azionava una macchina è stato colpito dalla scarica mortale Un mese fa arrivava dal sud a Torino Leonizio Di Palmo di 30 anni. Era malvestito, con le scarpe sgangherate e la barba lunga: in una valigetta di fibra a pezzi tenuta insieme da uno spago aveva un paio di calze, un paio di mutande, una maglia, l'effige di un santo e due panini di salame. Leonizio DI Palmo era uno dei tanti meridionali che oppressi dalla miseria e dalla disoccupazione vengono nel nord a cercar fortuna. Abitava in un paesino delle Puglie, Francavilla Fontana presso Brindisi. Un tempo suo padre aveva una fucina ed egli aveva imparato il mestiere di fabbro. Poi la fucina era stata chiusa per mancanza di clientela e anche il Di Palmo s'era trovato sul lastrico. Aveva lavorato qua e là come contadino, manovale, facchino, ma non era più riuscito ad avere un posto fisso. Ogni giorno sfamare la famiglia era un dramma. Disperato il Di Palmo scriveva alla sorella della moglie, Teresa Pinto che da tempo s'era trasferita a Torino. « Ti prego, ti supplico, trovani -un lavoro: io ho molta voglia di lavorare e la fatica, per quanto dura, non- mi spaventa. So che a Torino ci sono parecchie industrie e officine, non è come qui che non c'è niente. Alutatemi! Sono disposto, con entusiasmo, ad accettare qualsiasi mansione ». Ma la cognata, che è moglie di un muratore ed è domiciliata in un modesto alloggio di via Ormea 105, gli rispondeva lllllllllllllllllltlltlllltlllllllllltlllllllllllllllllll* che la situazione, anche a Torino non era rosea e che trovar lavoro non era facile. Insisteva ripetutamente Il Di Palmo, descrivendo le misere condizioni della famiglia, e alla fine la cognata gli scriveva: « Vieni su ugualmente. Ti ospiteremo per un mese o due: in questo periodo ti darai da fare per cercarti un posto ». U Di Palmo, che s'era .mosso dal suo paese solo quando l'avevano chiamato al servizio militare di leva, accoglieva subito l'invito, abbracciava strettamente la moglie, Augusta Finto, e le figliolette Costala di 7 anni e An gela di 5, metteva nella scon quassata valigetta le sue pochissime cose e partiva. A stento aveva racimolato il denaro necessario per i-i biglietto da Brindisi a Torino. Per un mese l'uomo rimaneva in casa della cognata (che ha una bambina ed è in stato di avanzata gravidanza) : tutte le mattine, dì buon'ora, s'alzava e usciva alla ricerca di un lavoro. Bussava alla pòrta di centinaia di fabbriche, di officine, di garages, di cantieri, di cascine: niente. Gli rispondevano senz'altro di no o gli dicevano di ripassare tra un mese o due. E tutte le sere il DI Palmo tornava in via Ormea avvilito, stanco, disfatto. La moglie, dal paese, gli mandava lettere piene di tristezza: non aveva soldi, non sapeva come andare avanti, come provvedere alle bambine. L'uomo le rispondeva: «Abbi pazienza. Prima o poi troverò qualcosa ». Domenica scorsa aveva detto alla cognata e al marito: « Ormai ho capito che Torino non mi vuole. Domani sera prendo il treno e torno a Francavilla ». Ma proprio lunedi, passando in via S. Maria Mazzarello, in borgo San Paolo, chiedeva con voce esitante e sfiduciata alla porta dell'officina « Ca.Fert. » se avessero bisogno di un operaio e sì sentiva rispondere, finalmente, dopo un mese di rifiuti: «SI, abbiamo bisogno di un operaio. Cosa sai fare?». «Sono fucinatore». « Esperto?». «Espertissimo». «Bene, presentati domani mattina. Se sei in gamba, ti assumiamo fisso». Il Di Palmo credeva di svenire per la gioia. Rincasava trionfante e mentre comunicava la grande notizia aveva gli occhi lucidi dì pianto. Afferrava subito la penna e un foglio dì carta e scriveva, con la mano che gli tremava per l'emozione: «Cara moglie, ti faccio sapere che ho trovato un posto e spero che presto tu potrai venire a Torino con le bombine e spero che I nostri dolori siano finiti... ». Ieri il Di Palmo, puntualissimo e solerte, iniziava 11 turno pomeridiano di lavoro. Alle 14 aveva bisogno di tagliare una spranga di ferro: la posava sul banco di una « troncatrice » e innestava il motore elettrico. Ma come metteva le mani sul banco l'uomo veniva investito da una scarica potentissima: aveva appena il tempo di gettare un urlo e cadeva riverso sul pavimento. II direttore dell'officina, rag. Actis, 10 caricava a bordo della sua vettura e lo trasportava rapidamente all'ospedale Maurlzlano. Un minuto o due dopo il suo ricovero, il Di Palmo cessava di vivere senza aver ripreso conoscenza. Il dr. Puma del commissariato di P. S. San Paolo apriva un'inchiesta. Insplegabili le cause della morte. Un attimo prima la stessa macchina era stata usata da un altro operaio, Tullio Ma rlnl, e tutto aveva funzionato perfettamente. E' comunque da sup porre che un filo dell'impianto elettrico sia venuto a contatto con 11 corpo della macchina: l'inchiesta sarà completata domani dall'esame di un perito nominato dalla magistratura.

Persone citate: Actis, Di Palmo, Fert, Francavilla, Maria Mazzarello