242 mila persone sono occupate a Torino nei settori dell'industria

242 mila persone sono occupate a Torino nei settori dell'industria la relazione del dott. Gurgo Salice all'assemblea degli industriali 242 mila persone sono occupate a Torino nei settori dell'industria 1843 dirigenti, 21.500 impiegati, 11.500 impiegate, 33.500 specializzati, circa 124 mila operai e 50 mila operaie - Le principali attività: metalmeccanica 117 mila dipendenti, tessili 39 mila, edilizia 27 mila, chimici 18 mila, gas acqua elettricità 8 mila - Diminuiscono le ore di sciopero Si è svolta ieri, nel salone dell'Unione Industriale in via Massona, l'assemblea annuale degli imprenditori torinesi. Vi hanno partecipato oltre 150 delegati di 42 Associazioni di categoria in rappresentanza di 3200 aziende cittadine dei diversi settori. Per numero e per Importanza delle ditte aderenti l'Unione di Torino rappresenta larga parte dell'attività Industriale italiana. Lo scorso anno — come risulta dalla relazione distribuita ai congressisti — le aziende iscritte all'Unione erano 3200 con un totale di 242 mila dipendenti. Il settore più numeroso è quello dell'industria metalmeccanica che raggruppa 781 ditte con 117 mila dipendenti. Seguono i (essili con 244 ditte e 39 mila dipendenti; miniere, cave, edilizia con 1128 ditte e 27 mila dipendenti; chimica e gomma con 239 ditte e 18 mila dipendenti; gas, acqua, elettricità, telefoni, ecc. con 36 ditte e 8 mila dipendenti. Gli altri settori sono: cartotecnici con 126 aziende e 6900 lavoratori; alimentari con 241 ditte e 5800 dipendenti; trasporti con 156 ditte e 5700 lavoratori; cuoio, pelli e calzature con 34 aziende e 3900 dipendenti; abbigliamento con 69 ditte e 3 mila lavoratori; legno e sughero con 94 ditte e 2800 dipendenti. Infine vi sono le industrie varie che contano 52 aziende e 2600 lavoratori. In totale esistono a Torino 31 stabilimenti che occupano più di 1000 lavoratori, 44 con più di 500, 67 con più di 250, 190 che hanno più di 100 dipendenti, 282 che ne hanno oltre 50, 1280 che occupano fino a 50 dipendenti e 1306 ohe ne hanno almeno 10. Classificazione del personale. — Dallo studio dell'Unione risulta che vi sono: 1843 dirigenti d'azienda, 21,500 impiegati, 11.500 Impiegate, 357 viaggiatori e piazzisti, 33.500 operai specializzati, 46.500 operai qualificati, 11.200 operai comuni, 35.300 manovali specializzati, 16.200 manovali comuni, 49.900 donne operaie, 6000 apprendisti, 3300 addetti alla custodia e 660 lavoranti a domicilio per conto di aziende. In tutte queste cifre non sono compresi i 4600 dipendenti della 17 imprese elettriche e telefoniche. Come massa di lavoratori, al 242 mila censiti dall'Unione Ini dustrlale si devono aggiungere quelli delle ditte minori che non aderiscono all'Unione, gli artigiani, gli addetti al commercio, 11 personale delle aziende di Stato (Ferrovie, Tabacchi, Chimica, Arsenale, Poste legrafonici ecc.), i dipendenti di tutti gli uffici statali, municipali e parastatali, professori maestri, bancari, ospedalieri ecc. Complessivamente la pòpolazione attiva'.;nel vari settori ammonta ad almeno 400 mila persone di cui una parte risiede In provincia. Nel 1956, malgrado che la popolazione sia aumentata per il continuo flusso immigratorio, il numero dei senza lavoro è diminuito. Lo scorso anno 1 disoccupati a Torino e provincia erano 53.500 invece di 56 mila dell'anno precedente. Un aspetto positivo < che testimonia della situazione relativamente tranquilla e soddisfacente in campo sindacate, a tutto beneficio delle attività produttive nell'interesse generale > è la sensibile diminuzione delle ore di lavoro perse per scioperi. Dagli 8 milioni di ore perse nel 1950 si è scesi a 3 milioni 800 mila nel 1953, a 2 milioni 200 mila nel '54, a 61 mila nel '55 ed a sole 21 mila lo scorso anno. Rispetto al 1950 si è cioè scioperato quasi 400 volte di meno. All'assemblea 11 presidente dell'Unione, dott. Ermanno Gurgo Salice, ha svolto una Interessante relazione sul problemi di carattere generale. In campo industriale, in questo momento, domina la firma del trattato istitutivo della Comunità Economica Europea. « Il trattato — ha detto il dott. Gurgo Salice — impone particolari responsabilità ai produttori. Essi scorgono quanto di nobile vi sia nell'ideale dell'Europa unita e quali promesse di prosperità derivino dall'unificazione dei mercati. Non possono pero permettersi di confondere » /ini con 1 mezzi e di rinunciare alla discussione dei mezzi più, appropriati »> Dopo aver ricordato che l'Italia rappresenta come popolazione il 30% del Mercato Comune, ma solo 11 20 per cento del reddito, il 20 per cento di energia elettrica e l'I per cento del carbon fossile il dott. Gurgo Salice ha affermato: <Noi industriali dovremo conoscere il nostro mestiere almeno altrettanto bene, e possibilmente meglio dei nostri colleghi francesi, tedeschi, belgi, olandesi e lussemburghesi. Il nostro non è mai stato un mestiere facile: tanto meno lo sarà in futuro. L'industria italiana dovrà reggere degnamente iì paragone con l'industria europea, come modernità e originalità tecnica, produttività del lavoro, qualità del prodotto, potenza produttiva, forza di penetrazione commerciale, rigore organizzativo. Senza di ciò è inutile chiedere a noi o agli altri, intervenni di difesa o di attacco >. Proseguendo nell'analisi della situazione che si determinerà nella Comunità Economica Europea il presidente degli Industriali torinesi ha auspicato la collaborazione delle maestranze e del sindacati: < Ci troviamo tutti impegna : nella stessa gara e gli interessi collimano purché si faccia astrazione dal settarismo politico ». Sul tema della riduzione dell'orario di lavoro a parità di retribuzione il dott. Gurgo Salice ha affermato: <Le economie europee saranno armonizzate se in ciascun Paese gli orari di lavoro saranno proporzionati ai grado di automazione raggiunto, il quale a sua volta dipende dalla disponibilità di capitali e dalla esisten¬ za o meno di forze di lavoro disoccupate. La via giusta è stata indicata da alcune fra le nostre maggiori aziende, che hanno scelto «n elevato grado di automazione e spontaneamente concesso riduzioni di orario a parità di paga. Si lasci pertanto ogni azienda arbitra di decidere secondo le proprie possibilità e in un clima di cotlaboraeione con i sindacati ». Circa i confronti che alcuni fanno tra Italia e Stati Uniti ha detto che ciò non è possibile per molte considerazioni, fra cui il fatto ohe negli Stati Uniti le ore lavorate e quelle pagate sono 2080 all'anno; in Italia le ore lavorate sono normalmente 2264 e quelle pagate (attraverso festività ed altre concessioni) ammontano a 2700, cioè 400 in più. Al Governo il presidente degli industriali ha chiesto cuna legislazione fiscale e previdenziale alleggerita onde stabilire condizioni di parità con i concorrenti stranieri >. Il dott. Gurgo Salice ha cosi concluso vivamente applaudito: < Ad un esame realistico, il Mercato Comune si presenta, dunque, con luci ed ombre. Senza peccare né di ottimismo, né di pessimismo, possiamo dire che l'Italia ne trarrà vantaggi, ed anche un grande vantaggio, solo nel caso in cui produtto¬ rnsfmrtqCSprmdsaDdtTtltlVzrdinscsEP ri, sindacati e politici verranno a capo delle pesanti responsabilità a loro accollate con la firma della Comunità Economica Europea. Per quel che ci riguarda, siamo pronti ad entrare in leale concorrenza con qualsiasi industria europea Chiediamo solo che quando lo Stato si occupa di noi non sia per metterci i bastoni fra le ruote >. Sui problemi del Mercato Comune hanno parlato numerosi delegati. La relazione del presidente ed i bilanci sono stati approvati all'unanimità.

Persone citate: Ermanno Gurgo Salice, Gurgo Salice

Luoghi citati: Europa, Italia, Stati Uniti, Torino