Processo ad un ex-capo partigiano accusato della morte di 12 persone
Processo ad un ex-capo partigiano accusato della morte di 12 persone Processo ad un ex-capo partigiano accusato della morte di 12 persone E' cominciato ieri alle Assise di Pavia - Uscendo dall'aula l'imputato è stato malmenato dai parenti delle vittime Pavia, 29 aprile. Il processo cne si è Iniziato stamattina presso la Corte di Assise di Pavia, a carico di Orfeo Landlni, fu Galileo, di 44 anni da Milano, ha avuto fasi altamente drammatiche sia in aula che all'esterno. Orfeo Landlni, il capo partigiano « Piero », è accusato di aver cagionato la morte di dodici persone fatte fucilare da un plotone di partigiani rimasti ignoti. Il fatto accadde nel piccolo cimitero di montagna di Cencerate, in comune di Pregola, il 30 novembre 1944. Le dodici persone, catturate nel mese precedente all'atto dell'occupazione partigiana di Varzi, erano confinate nelle case di Cencerate. Si trattava di civili e militari della guardia nazionale repubblichina — nonché di due tedeschi — che, apparsi come spie davanti ad un tribunale partigiano, erano stati assolti ma non lasciati liberi di tornare alle loro case. Dieci di quelle persone furono identificate, 1 due tedeschi rimasero senza nome. Nel '46 ai iniziò l'azione penale contro il Landini, a seguito di denuncia da parte dei familiari degli uccisi. Nel marzo '54 il Landini venne anche arrestato ma successivamente rilasciato in libertà provvisoria. Stamane egli è stato a lungo interrogato. Confermando le dichiarazioni già rese in istruttoria, il Landini si è difeso affermando di aver agito come trasmettitore di ordini: commissario politico della divisione « Aliotta » che aveva catturato i prigionieri, egli assicura di aver ricevuto l'ordine della fucilazione del quartier generale del corpo volontari della Libertà dì Milano, A questo proposito egli ha fatto un'importante affermazione, sotto l'Incalzare delle domande dell'aw. Odorisio che presiede la Corte: ha detto cioè che da Milano ricevette un ordine generico per la fucilazione di una quarantina di prigionieri quale azione di rappresaglia, e che fu un partigiano di Voghera, tale Martinelli detto « Lucio », ora defunto, a compilare l'elenco di quattordici nomi corrispondenti ai prigionieri da fucilare. Due uomini, avvertiti in tempo, riuscirono a fuggire; gli altri furono passati per le armi. Eccone i nomi: Angelo Marchetti, da Varzi; Carlo Luigi Botti, da Varzi; Paride Paoli, da Ragoli (Trento); Giuseppe Biraghl, da Milano; Napoleone Corti, da Voghera; Riccardo Catapano, da Genova Sestri; Mario Poggi detto Cirillo, da Codevilla; Marcello Crespina, da Genova Sestrl; Benito Cugini e Carlo Vercesi. Si è avuta in mattinata la sfilata sulla pedana di alcuni testi. Una donna, la signora Maria Catapano, di Genova Sestrl, che ebbe il figlio diciannovenne ucciso in quella notte, passando davanti all'Imputato gli ha gridato con voce tremante: «Perché avete ucciso quei ragazzi; che vi avevano fatto di male?». E' stata accompagnata fuori dall'aula. L'atmosfera di tensione che già si era avvertita in aula, è esplosa a mezzogiorno al termine dell'udienza. L'imputato, all'uscita dall'aula, è stato circondato dai familiari degli uccisi che l'hanno picchiato, Insultato e oltraggiato a sputi in faccia. Un ufficiale del carabinieri l'ha sottratto alla, folla che urlava minacciosa e l'ha condotto via sulla sua macchina. Nel pomeriggio sono stati ascoltati altri testi fra cui il giornalista Italo Pietra, il conte Luchino Dal Verme e don Rino Cristiani. Sono Btati pure ascoltati i due uomini che, compresi nell'elenco dei condannati a morte, riuscirono a fuggir?: il geometra Albino Castelli e Giuseppe Muttl. Domattina la Corte, deciderà sull'istanza presentata dall'aw. Nencloni della Parte Civile, per l'audizione dì Ferruccio Parri e Luigi Longo. Il Landini è difeso dall'aw. Poicaro di Milano.
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