I calciatori dell'Ulster sperano di rifarsi a Belfast

I calciatori dell'Ulster sperano di rifarsi a Belfast Disparati i commenti nei due spogliatoi I calciatori dell'Ulster sperano di rifarsi a Belfast (Dal nostro inviato speciale) Roma, 25 aprile. Una giornata che non ha entusiasmato il pubblico né come richiamo (34 mila paganti, circa 50 milioni d'incasso, oltre naturalmente I 12 mila biglietti omaggio) né tanto meno come spettacolo. La squadra azzurra è caduta nel Solito gioco senza idee e si 6 guadagnata, durante e dopo la gara, nutrite salvo di fischi. Delusione per tutti, forse perché tutti aspettavamo qualcosa di più. Eppure la giornata era meravigliosa, il sole cocente anche se un leggero ponentino rinfrescava l'aria. Notati in tribuna personaggi e autorità: donna Carla Gronchi con i figlioli (il maschietto alle prese con una macchina da ripresa cinematografica per filmare le fasi deM'incontro), 11 presidente della Camera on. Leone, il vice-presidente del Consiglio on. Saragat con i ministri Tambroni, Andreotti, Gonella e Angelini. Nutrita la rappresentanza di Cinecittà, da William Holden a Isabelle Corey, da Marisa Allasìo'a Rascel, a Tognazzi. Additata con invidia la modesta Merletta Gheza, a cui il « Totocalcio » ha offerto recentemen te una fortuna sommante ad oltre cento milioni. Note poco allegre quando entriamo negli spogliatoi italiani. L'ing. Barassi, presidente della F.I.G.C., è esplicito nelle sue dichiarazioni: «Abbiamo vinto, e questo è importante in un torneo ufficiale, ma possiamo e dobbiamo dire che non abbiamo ancora la squadra. L'unico appunto lieto della giornata ci viene fornito dal fatto che abbiamo I due punti 0 potremo cosi lavorare per l'avvenire con maggiore serenità. Per la prossima volta, però, dovremo certamente sostituire alcuni giocatori ». Il Direttore Tecnico azzurro, dott, Foni, insiste nell'affermare che il portiere Gregg è stato favorito dalla fortuna, ma a tutti è parso che il n. 1 irlandese è invece un abilissimo giocatore."* Potevamo vincere con tre gol di scarto», sostiene Foni, ma evidentemente dimentica le azioni finali degli Irlandesi, I quali hanno più volte sfiorato li pareggio. Gli atleti non nascondono un po' di nervosismo, forse per 1 fischi con cui sono stati accompagnati all'uscita, ma si tratta evi dentemente dl reazione momentanea. Lovati, unico esordiente, si considera fortunato di non avere incassato gol, gli altri preferiscono parlare del gioco piuttosto rude dei « verdi », di un gioco sull'uomo che da noi non usa. Troviamo gl'Irlandesi fello! come se avessero vinto; i meno diplomatici non nascondono la speranza di poter conseguire un successo pieno a Belfast, nel retourmatch che si disputerà probabilmente in dicembre: «Allora avremo dalla nostra il clima, il terreno e una maggiore forza morale ». Inutile nascondere che questa convinzione sottintende un giudizio negativo Bulla nostra formazione. Blanchflower, il capitano e il migliore degli irlandesi, è molto più pacato nell'esprlmere il suo pensiero: «Non uso mal parlare dl una squadra dopo averla vista una sola volta, certo noi slamo soddisfatti e speriamo di poter fare meglio a Belfast ». Il dinamico capitano degli Irlandesi, non avrebbe potuto esprimersi in forma più obiettiva e sportivamente intonata. Nel giudizio e nelle affermazioni ai intravvede quanta prudenza e cir cospezione egli usi nell'esprimer si. Nessun giudizio sfavorevole sugli azzurri; averli visti ed es «ersi con essi misurato una sola volta non è bastato a sentirsi au torizzato nel classificarli in una ben definita scala di valorizzazione. Nell'esprimere la speranza di una rivincita, magari giusta, nel suo paese, non ha posto alcun tono di iattanza e di certezza assoluta. Oltre che essere un ottimo calciatore In* campo, capitan Blanchflower è evidentemente anche un perfetto « gentleman ». Il che, del resto, era già abbondantemente a generale conoscenza. Insistere nel sapere altre opinioni sarebbe tempo perso, in quanto tutte sono uguali: Magnlni viene considerato dogli irlandesi come il migliore dei nostri, Blanchflower e Gregg i più forti fra gli ospiti. E' tutto qui, ma è bene dire chiaramente che Foni dovrà lavo¬ rare molto in questo periodo di intensa attività internazionale per preparare la squadra per Zagabria prima e per Lisbona poi, un lavoro difficile, ma che deve essere fatto presto per evitare di annullare 11 vantaggio portatoci dalla vittoria di oggi. Questa partita con l'Irlanda deve servire come lezione: il calcio è sport, e perciò bisogna correre e lottare proprio come hanno fatto oggi gl'Irlandesi. GIULIO ACCATINO

Luoghi citati: Belfast, Irlanda, Lisbona, Roma, Ulster, Zagabria