Serie preoccupazioni a Washington per l'aggravarsi della crisi in Giordania

Serie preoccupazioni a Washington per l'aggravarsi della crisi in Giordania E> DIMESSO MM* GOVERNO DM BZMMJkMmMDM Serie preoccupazioni a Washington per l'aggravarsi della crisi in Giordania Eisenhower e Dulles considerano "l'indipendenza ed il mantenimento dell'integrità territoriale giordana come fondamentali,, - Re Hussein accusa il "comunismo internazionale,, di fomentare i disordini nel suo Paese - Violente dimostrazioni estremiste sciolte dalla polizia - Minacciosa tensione nella capitale (Nostro servizio part!?"'ire) Beirut, 24 aprile. II governo del Primo ministro Khalidi, nominato da re Hussein otto giorni fa, ha rassegnato questa sera le dimissioni. La notizia è trapelata al termine di una riunione di gabinetto all'Hotel Filadelfia; un ministro, Amin Massas ha detto: «Il governo ha rassegnato le dimissioni». \ La riunione del Consiglio dei ministri à durata dieci ore. Per il momento non si possono tare previsioni su eia sarà incaricato di tentare la formazione di una nuova compagine governativa per risolvere la crisi che da quindici giorni travaglia il Paese. Il governo Khalidi si è dimesso perché non era riuscito a raggiungere un compromesso con i diversi partiti politici giordani. Un Comitato, in rappresentanza di tutte le tendenze politiche, aveva chiesto la costituzione di un nuovo governo di coalizione ed aveva avanzato altre richieste che, a quanto pare, il governo e Palazzo' Reale non hanno potuto accettare. Là Radio di Amman, che solitamente alle t3£0 termina le sue trasmissioni, ha avvertito gli ascoltatori di rimanere in ascolto perché sarebbe stato dinamato poco dopo un importante annuncio. Ma 25 minuti dopo la Radio continuava a trasmettere musica. i , n Si pensa che venga proda-1mata la legge marziale in tut-1to il Paese. In una intervista concessa a quattro giornalisti americani, re Hussein ha addossato oggi al comunismo internazionale la responsabilità della crisi giordana ed ha dichiarato che è disposto a prendere tutte le necessarie misure entro le prossime 'il ore per porre Une alla crisi che minaccia di trascinare il Paese alla rovina» E' ormai evidente — ha detto il giovane sovrano — che l'attuale situazione, con tutti gli incresciosi incidenti che la hanno accompagnata, è stata provocata dal comunismo internazionale e dai suoi sostenitori dentro e fuori la Giordania. Io non ho voluto parlare finora e non voglio ricorrere a mezzi estremi, se ciò sarà possibile, ma questa campagna ci è stata imposta con la forza e noi siamo decisi a lottare per i nostri principi e per le nostre responsabilità. In questo momento noi ci sentiamo più forti che mai ed io ho l'appoggio dell'esercito e del mio popolo ad onta della falsa propaganda e degli sforzi che vengono compiuti per dividere il Paese ». Si vivono ore sempre più drammatiche in terra giordana: uno sciopero generale paralizza da stamane tutto il Paese. Arroventate dimostrazioni si sono avute ad Amman ed in numerose altre località per reclamare le dimissioni del governo; blocchi stradali isolano la capitale, una severissima censura mutila i dispacci in partenza dalla Giordania. Da stamane, inoltre, con improvvisa decisione del governo, è chiusa la frontiera fra Giordania e Siria. Damasco e II Cairo, ormai in aspra polemica con la Corte giordana, accusano il ■ governo di Amman di fare <il gioco dell'imperialismo >. - Ad Amman, dicono le informazioni di fonte diplomatica, la paralisi è pressocché totale ed altrettanto avviene nel resto del Paese. La capitale è presidiata dalle forze armate fedeli ad Hussein: formazioni blindate circondano la città e controllano 1 punti nevralgici dell'abitato da questo pomeriggio per mantenere l'ordine tanto faticosamente ristabilito poco dopo mezzogiorno in seguito al tumulti che hanno tormentato la capitale. E gli agenti hanno sostenuto l'urto dei manifestanti con manovre di sbandamento e cercando di isolare i gruppi lanciati all'assalto. Dalle furibonde sassaiole della folla la polizia si è difesa riparandosi con robusti scudi- di paglia intrecciata. A temperare il furore ha provveduto, poco dopo mezzogiorno, la calata in città delle formazioni blindate della Legione araba convocate dalle posizioni di vedetta che occupavano da ieri sera sulle colline che circondano Amman. La folla si è sbandata. Notizie di fonti attendibili confermano voci secondo cui il governo irakeno ha fatto affluire rincalzi in terra giordana. Si teme che la reazione dei siriani e degli egiziani possa rivelarsi esplosiva. Dispacci giunti stasera a Beirut asseriscono che l'Irak avrebbe inviato un ultimatum all'Egitto e alla Siria dichiarando che farà uso della forza se il regime di re Hussein sarà rovesciato. a. p.

Persone citate: Amin Massas, Dulles, Khalidi, Re Hussein