Concerto Mainardi-Zecchi per la "Musica da Camera,,

Concerto Mainardi-Zecchi per la "Musica da Camera,, Concerto Mainardi-Zecchi per la "Musica da Camera,, Risentire Malnardi e Zecchi insieme, da quanto ci mancavano?, e risentirli in un ciclo beethoveniano, è un duplice piacere, e anche l'occasione di ripensare attraverso tali interpreti all'entità delle cinque Sonate. Per la parte biografica e formale è senza dubbio considerevole il sorgere dell'una e dell'altra durante un ventennio circa. E' forse la combinazione strumentale più rada fra le camerali. Due nel 1796, una nel 1808, due nel 1815. Seppur legate a nomi di mecenati o di preclari esecutori, non si suppone che tali relazioni abbiano dominato la volontà dell'artista. Un Beethoven, o chi può stargli vicino, non compone per opportunità, ammettendo tuttavia che, in un certo senso, qualsiasi opera d'arte, diceva Goethe, è «d'occasione». Ma ciò che conta è la disposizione dell'ispirazione, della fantasia, determinanti la scelta del timbro strumentale, ed è evidente nella riuscita; altro è il pezzo che vien fuori dallo stampo, altro quello che la creazione forma ex novo. In qualcuna di queste Sonate si scorge una nuova singolarità, la pari importanza delle parti, che vuole un commento. Concerti di pianoforte o di violino con l'orchestra, e Sonate di violino o violoncello col pianoforte, sono spesso più ammirati, in quanto la parte solistica s'integra nella composizione totale, in quanto cioè prevale un" ideale e una stesura, diremmo,' sinfonistica. Questa ammirazione, quasi un'esigenza, è difettosa, retorica, formalistica, più che estetica. La forma e il concetto sinfonistico, storicamente ottocenteschi, segnerebbero il punto d'arrivo, una perfezione, e le opere diversamente fatte sarebbero imperfette, manchevoli. Sono astrazioni, queste. Anche una Sonata solistica, di cui l'armonia da basso continuo sia del tutto elementare, può essere compiuta e bella. Pregiare il sinfonismo, cioè la parità d'importanza in complessi di due o più strumenti, è un riconoscimento generico. Bisogna sempre distingui re i singoli oasi, mirare al valore dell'opera, comunque sìa formata. A questi e ad altre interessanti questioni tornava volentieri la mente dei più attenti ascoltatori del bel concerto di Mainardi con Zecchi; concerto, solidarietà di intendimento e di tecnica, benché il carattere di ciascuno sia, per natura, diverso. Ma oltre lo studio minuzioso che avvicina e rende in timi, e la vasta conoscenza stilistica, essi hanno comune quella grande dote che è il canto, cagione ed effetto di commozione. Sia che l'uno o l'altro istrumento recasse nella segqdesstliemsispe msntqUgudcnscttsvs«FdpstpllvccAzgtcpsLcRatgfumspcgliiegcvtgpV semplicità strutturale la maggior parte, diremmo la maggior quantità d'emozione, sia che la drammatica dialettica incitasse entrambi alla contrapposizione, sia che la fugata polifonia li stringesse faticosamente, la solidarietà dell' interpretazione era palese e mirabile. Non v'era moto, inflessione, accento, quasi sillabazione e fraseggio e respiro, nelle op. 5, n. 2, 102, n. 2, e 69, che non rispondesse parimenti, nella tragicità e nella scherzosità, nell'imperiosità e nella carezza. Esemplare penetrazione e accordo. Ebbero quanti plausi meritavano. a. d. c.

Persone citate: Beethoven, Goethe, Mainardi, Zecchi