Specchio deì_tempi

Specchio deì_tempi Specchio deì_tempi Il Presidente torinese della Cassazione nel 1848 - Un turco critica il nostro Codice - Un appello di fraternità dalla lontana Calabria - Scuola statale e scuola privata Un lettore ci scrive: «Nello "Scambio di corrispondenza Etnaudi-Frassatl" pubblicato su La Stampa del 16 aprile, vi è un interrogativo sul nome del primo presidente della Corte di Cassazione, « Si tratta del conte Gaspare Andrea Coller nato a Moretta il 5 aprile 1776, senatore di Piemonte, avvocato generale, avvocato fiscale generale nel supremo Consiglio di Sardegna nel 1827, Reggente la Cancelleria e la R. Udienza di Cagliari, procuratore generale della R. Camera nel 1829, primo presidente del Senato di Torino nel 1844, primo presidente della Corte di Cassazione (dal 2 novembre 1847 fino al 1855), senatore del Regno nel 1848, presidente del Senato per la prima sessione legislativa, Gran Cordone Mauriziano e ministro di Stato (1847) ». Vittorio Prunas Tota. Vn lettore oi scrive da Istanbul: « Sono un cittadino turco che ha Imparato la lingua italiana a Istanbul. Leggo i giornali italiani per esercizio. MI place lo sport ed ho seguito la storia di Coppi e di suo figlio. Leggo ora ne La Stampa che a un padre viene attribuita una figlia non sua (11 aprile). Sono rimasto meravigliato. E' permessa in Italia una situazione cosi dolorosa? Quella bambina sa bene chi è il suo vero padre. Che sentimenti nutrirà per l'estraneo? « Non so se lo Specchio dei tempi potrà pubblicare questa lettera, perché io sono straniero e può sembrare antipatico che uno di fuori osi criticare. Ho però scritto solo per umanità, non per malevolenza » . « Mando allo Specchio dei tempi tanti saluti affettuosi, devotissimo: Mehmet Yilmaz Un lettore ci scrive da Vtbo Valentia: «Mentre tanto si.discute sul problema Nord o Sud, è caro a me .calabrese — a testimonianza del legami che uniscono la mia terra al Piemonte — rievocare alcuni eventi particolarmente significativi, « Qui nel 1315 scesero dalle alte vallate del Pellice, donde erano stati scacciati come eretici, alcuni gruppi di Valdesi, trovandovi tranquillo asilo. Solo dopo due secoli l'implacabile Inquisizione distrusse col ferro e col fuoco le loro fiorenti Comunità religiose: La Guardia, Montano, San Siro, Vaccarizzo. Ma " Guardia Piemontese " — ridente località idrotermale presso Paola — porta ancora, nel nome, il ricordo della vostra gente. Distrutta dal terremoto djtl 1783 la Certosa di Serra — fondata poco dopo 11 Mille da San Brunonn — dopo un secolo di abbandono risorse dalle fondamenta " per opera di impresari piemontesi " sotto il rettorato del priore Ambrogio Bulliat. Quando, nel 1905, un altro moto tellurico sconvolse ancora la nostra regione, le manifestazioni di più concreta solidarietà ci vennero dal Piemonte. E in memoria del vostro generoso aiuto uno dei paeselli distrutti — pochi chilometri distante da Vibo — riedificato da lavoratori piemon¬ tesi, porta ancora il nome di: ." Favelloni Piemonte ". « Per tutto questo, con profonda amarezza, abbiamo seguito una certa campagna anli-Calabria su La Stampa di Torino. Tanti nostri lavoratori son venuti e vengono in Piemonte, quasi spinti da una misteriosa voce che riecheggia remotirsiml eventi. Lasciano le loro contrade con la speranza di conquistarsi una vita migliore a prezzo di durissimi sacrifizi e di Indefesio lavoro. Accoglieteli con simpatia, alutateli, date ad essi modo di affermare le loro qualità migliori : voi che slete cosi avanti sulla via del progresso. La fede, il dolore e il lavoro ci hanno avvicinati nei secoli, sebbene appartenenti a cosi lontane regioni : diverse per origine, per storia, per indole. Anche gli interessi materiali possono, a volte, essere idoli falsi e bugiardi : è bene non dimenticarlo! ». Pietro Scalfari. Vn lettore ci scrive: «Mentre la Scuola dello Stato languisce in attesa di provvedimenti e 1 professori statali minacciano un nuovo sciopero perché non hanno avuto soddisfazione alle richieste e neanche sono state liquidate le Indennità stabilite con la legge delega, il Ministro della Pubblica Istruzione non trova di meglio che pensare alle scuole private. « Dati i "lauti" stipendi di cui le scuole privato impinguano i loro insegnanti (persino 15 mila lire al mese, scrive giustamente La Stampa) e le "esigue" rette che esigono daii loro studenti, esse sono cosi anemiche che sentono il bisogno di sopraelevare i loro edifici o di costruirne di nuovi con palestre e laboratori moderni e attrezzati. Magari per "imprestarli" poi alla scuola statale. Senza entrare nel merito della validità didattica delle scuole private, vogliamo soffermarci un momento a considerare le cifre pubblicate da La Stampa, di fronte alle quali c'è da rimanere allibiti, e richiamare su di esse l'attenzione, o meglio la meditazione, dei lettori. Nella sola provincia di Torino esistono dunque 170 scuole medie private contro 106 statali. Né vale il fatto che la popolazione scolastica delle scuole private è sensibilmente inferiore (18.203 alunni contro 33.193), perché ciò anzi conferma che si tratta già di scuole privilegiate, frequentate dal figli di famiglie abbienti, e che non hanno bisogno di sovvenzioni da parte del magro bilancio dello Stato. Non dicono niente queste cifre al Ministro? Non sarebbe meglio Impegnare nelle scuole statali i miliardi che si vorrebbero dare alle scuole private?». Prof. Agostino Pignata ESTRAZIONI DEL LOTTO Torino 22 70 34 79 32 Bari 82 62 81 68 26 Cagliari 82 44 76 85 67 Genova 68 20 42 11 46 Firenze 50 26 84 57 62 Milano 33 38 34 66 27 Napoli 32 16 19 85 78 Palermo 32 26 21 14 65 Roma 75 8 90 39 60 Venezia 78 29 2 81 86