Come la legge regola la ricerca del petrolio

Come la legge regola la ricerca del petrolio La situazione degli idrocarburi in Italia Come la legge regola la ricerca del petrolio L'ENI possiede le più vaste concessioni e non ha potuto ancora eseguire gli attesi sondaggi in molte zone, come il Piemonte - Le "royalties,, nel nostro Paese più alte che nei grandi Stati produttori - La speciale legislazione della Sicilia La legislazione sulla ricerca degli Idrocarburi in Italia è recente. C'è la legge istitutiva dell'ENI cui abbiamo già accennato, e porta la data del 10 febbraio 1953 (n. 136); c'è quella che regola la ricerca degli idrocarburi liquidi e gassosi, per le zone non soggette alla giurisdizione dell'ENI, prò. mulgata l'il gennaio '57 (n. 6) ; c'è infine la legge per la regione siciliana, del 20 marzo 1950 (n. 30). E' una circostanza, di cui a stento ci si capacita che la Sicilia possa legiferare a sé, In questa e altre materie; e che, avendone essa diritto, un diritto corrispondente non spetti, per esempio, al Piemonte o alla Lombardia, regioni non più meritevoli che la Sicilia di una tutela centrale. Come che sia, la legge siciliana ha avuto importanza nelle polemiche che si sono sviluppate poi, perché in quell'iaola si è trovato petrolio più che in qualsiasi altro luogo d'Italia. Causa prima di tale successo fu senza dubbio la circostanza che il petrolio là c'era: se non ci fosse stato, la più bella legge del mondo non lo avrebbe fatto venir fuori; ma — si osserva — quella legge precedente alle altre, più severe, promulgate poi per il resto d'Italia, ha favorito le ricerche. Oggetto di discordanti giudizi è tutta la legislazione italiana del petrolio, a cominciare dalla stessa istituzione dell'ENI. Questa legge, che porta per la promulgazione la firma di Einaudi, trova insieme una giustificazione e una critica preventive in certi appunti messi giù da Einaudi stesso fin dal 1950 e pubblicati nel suo <Scrittoio del Presidente» (a pag. 341 e 342), là dove parlando delle ricerche e delle concessioni petrolifere si pone la domanda: «Un ente pubblico ha maggiori possibilità di servire l'interesse pubblico di concessionari privati? Sembrerebbe che le due ipotesi estreme, di escluderlo del tutto e di dargli un monopolio siano parimenti inaccettabili. Una sua esclusione, o anche soltanto una sua posizione inferiore ai concessionari, non sarebbe corretta: sarebbe parimenti scorretto dare all'ente pubblico una situazione monopolistica... La soluzione più conveniente sembrerebbe essere quella di mettere in emulazione concessionari pubblici e. concessionari privati. I due'tipi di concessionari dovrebbero essere posti nelle medesime condizioni... >. Questa auspicata parità non c'è. L'ENI si trova in condizioni di privilegio rispetto ai concessionari privati, per vari aspetti; il più vistoso dei quali si manifesta nella stessa estensione e natura del territorio affidato in esclusiva all'impresa di Stato: cinque milioni di ettari, corrispondenti a quella parte del nostro Paese che offre, o almeno sembrava offrire, le maggiori speranze di ritrovamenti: la Pianura Padana. Qui la ricerca è stata diretta dapprincipio sulle anticlinali e cioè sulle formazioni sotterranee a cupola, a gobba, e con successo, dato che è stato trovato quel ben di Dio di gas naturale; ma naturalmente moltissimo resta da fare. I geologi dell'ENI senza dubbio sono all'opera per sviluppare altri temi di ricerche con un piano razionalmente concepito. Senonché, si osserva da più parti, essi sono alle prese con un'impresa troppo grossa, non per la loro bravura tecnica che è fuori discussione, ma per la giustificata impazienza degli Italiani. I sondaggi sono stati fatti finora a profondità limitate, di rado si sono toccati e, passati i 3000 metri bisogna arrivare alle profondità maggiori, oltre 1 quattromila, e questo è nelle di chiarate intenzioni dell'Ente: ma abitatori, e autorità di vane zone padane si lamentano di essere trascurati. In Piemonte sono stati fatti pochi pozzi, in quel di Vercelli (risultati sterili); in provincia di Cuneo le autorità locali hanno testé sollecitato, e ottenuto, la promessa di ricerche geofisiche Anche nel Veneto e nella stessa Lombardia, a nord del parallelo di Milano si attende di conoscere quel che il terreno nasconde. Certe impazienze saranno eccessive: ma un maggior frazionamento delle concessioni, l'apporto di capitali e di iniziative avrebbero permesso lo scavo di un maggior numero di pozzi. Molti di questi sarebbero risultati improduttivi, ma ne sarebbe risultato una maggiore conoscenza complessiva del sottosuolo; e al petrolio (qui un bel « forse » proprio ci vuole) si sarebbe arrivati. Insomma il monopolio affidato ad un ente su una regione vastissima avrebbe impedito una pluralità, verisimilmente utile, di esperienze e di sperimentazioni. Esso ente è portato a concentrare la sua attenzione o i suol sforzi su alcune zone limitate più immediatamente fruttifere, si interessa con uno zelo minore delle altre, e Impedisce tuttavia che su queste possano operare altri ricercatori. Come sia, questa divisione di compiti fra un'azienda di Stato e i privati, è acquisita per legge e le critiche che si rivolgono agli aspetti più discutibili di questa soluzione possono avere — al più — una funzione di stimolo. Bisogna aggiungere che anche la recentis sima ed attesissima legge per la ricerca e la coltivazione de¬ gli idrocarburi liquidi e gassosi dell'll gennaio 1957 è oggetto di critiche. Anche per questa legge ài sarebbe fatta sentire la preoccupazione di eccessivo dzcaslucro per gli imprenditori . pri-1 mvati. Invece che incoraggiare la ricerca del massimo numero di operatori, spronarli al rischio con fondate speranze di futuri guadagni, da noi, forse fidando in una inesistente facilità di ritrovamenti, si è premuta la mano sui presunti profitti dei ricercatori. Il meccanismo della legge t Ricerca e coltivazione degli idrocarburi liquidi e gassosi >. dell'll gennaio 1957, n. 6, stabilisce condizioni rigorose di controllo da parte dello Stato, più onerose per gli imprenditori di quelle che regolano i contratti per il Medio Oriente, il Venezuela, e altri giacimenti del mondo; laddove la legge siciliana, meno rigida nella delimitazione delle aree, meno fiscale nella misura delle royalties, più larga nel regime delle scadenze, una legge — a parer di qualcuno — fin troppo « allegra > e poco gelosa dei diritti tcmnnermsactctlmnnad|t della collettività, ha in sostanza favorito l'afflusso dei ricercatori, con buoni risultati. La acerbità degli attuali contrastanti giudizi sarebbe certa- mente smorzata da un più for tunato e auspicato esito di ricerche nell'Italia continentale: ma, fin che ciò non sia avvenuto, tali giudizi valgono almeno come suggerimenti per eventuali future correzioni di rotta nell'interesse dell'economia italiana. Didimo

Persone citate: Einaudi