Crisi comunale a Vercelli a sei mesi dalle elezioni
Crisi comunale a Vercelli a sei mesi dalle elezioni Crisi comunale a Vercelli a sei mesi dalle elezioni La soluzione più probabile appare un'amministrazione monocolore della d.c. S dissenso tra gli alleati provocato dalle nomine per la gestione dell'ospedale la soluzione inevitabile. Tuttavia va osservato per inciso che su quaranta consiglieri solo 20 sono della d.c: quindi, occorrerà che la stessa d.c. ottenga l'appoggio anche non ufficiale o l'astensione d'un consigliere di altro partito. A tale proposito si sussurra che questo consigliere potrebbe essere il monarchico. Le cause contingenti che hanno portato alla crisi si spiegano meglio solo se si considera che il mandato dell'attuale consiglio scade fra sei mesi: di conseguenza a Vercelli già vi è un clima pre-elettorale. L'avv. Cingoli del p.s.d.i. sostiene che i democristiani avrebbero condizionato l'ammissione di rappresentanti socialdemocratici nell'amministrazione ospedaliera ad un accordo di collaborazione futura per il quale però i socialdemocratici non si sono voluti impegnare. E' probabile ch'essi non sottovalutino le possibilità d'un'intesa con il p.s.i., « anche se — afferma sempre l'avv. Cingoli — finora non vi è stato (Nostro servizio particolare) Vercelli, 16 aprile. Anche l'amministrazione comunale di Vercelli è in crisi. Si tratta però d'un caso sostanzialmente diverso da quelli verificatisi di recente in alcune città dove gli elettori non hanno espresso una chiara maggioranza. A Vercelli è ancora insediato il consiglio comunale eletto il 25 ottobre 1953 e composto da 20 d.c, 9 comunisti, 4 socialdemocratici, 3 socialisti, 2 liberali, un missino, un monarchico. Ne consegue che la maggioranza democratica (d.c. + p.s.d.i. + p.1.1.) sarebbe più che sufficiente per un tranquillo governo municipale. Il che effettivamente è avvenuto per tre anni e mezzo. In questi ultimi tempi, però, i rapporti tra gli alleati si sono irrimediabilmente guastati. Sia il p.s.d.i. che il p.1.1. hanne deciso (praticamente da ieri sera, disertando il consiglio comunale) di abbandonare la Giunta in seno alla quale erano rispettivamente rappresentati da tre e da un assessore. La notizia ufficiale è stata diffusa oggi dal p.s.d.i. con una lettera nella quale i tre assessori aw. Vittorio Cingoli, geometra Mario D'Alessandro e Pietro Bausardo — al termine d'una lunga riunione di partito — hanno presentato le di missioni dalla Giunta. Tale atteggiamento è stato determi' nato dal fatto che 1 democristiani, forti della loro maggioranza, hanno nominato quali rappresentanti del Comune nelQ'amministrazione dell'ospedale quattro esponenti del loro partito, senza lasciare alcuna rappresentanza agli alleati. c Ciò significa — dichiara l'aw. Vittorio Cingoli, capogruppo dei socialdemocratici — una palese violazione degli accordi stipulati ben otto anni or sono dai tre partiti democratici in vista dell'apparontamento. In questo patto, sottoscritto tra gli altri dal democristiano on. Bertone, è detto chiaramente che la collaborazione viene condizionata al rispetto dei seguenti quattro punti: 1" scelta del sindaco, in base alla maggioranza dei suffragi ottenuti; S" ripartizione dei seggi nella Giunta su basi paritetiche in modo da escludere la maggioranza d'un solo partito; 3° rappresentanza di ogni corrente (d.c, p.s.d.i., p.l.i.) tn tutte le amministrazioni cittadine, con un'equa ri-partizione delle cariche direttive; 4* nessuna collaborazione con il p.c.i., il p.s.i., il m.s.i., ed t monarchici. Noi siamo rimasti fedeli ai patti: il sindaco è il democristiano prof. Giorgio Berzero; la Giunta è, o meglio era, composta da quattro democristiani, tre socialdemocratici, un liberale. Con la nomina di soli democristiani nell'amministrazione dell'ospedale è stato violato il terzo punto. Su di esso avevamo precisato il nostro irrigidimento e quindi le nostre dimissioni dalla Giunta sono state automatiche dopo il gesto di forza compiuto ieri sera dalla d.c. in consiglio comunale ». Pressoché analogo è l'atteggiamento dei liberali. Di fronte a tali «accuBe> 11 sindaco prof. Berzero replica sostenendo che gli alleati liberali e socialdemocratici dieci giorni or sono avrebbero mancato ai loro impegni poiché si sono astenuti nella votazione relativaval progetto per il nuovo mattatoio: progetto che tuttavia è stato approvato in forza dei soli voti democristiani. < Io spero — aggiunge il prof. Berzero — che la decisione dei socialdemocratici e dei liberali non sia irrevocabile. Tuttavia, so saremo nella necessità di farlo, assumeremo l'amministrazione con una Giunta monocolore >. Questa, in definitiva, sembra oiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiimiiiiiiiiiiiiiii ■IllllIIIIIIIIIIIllllllllllIirtlllllIIIflllItlllllllIIIIIlllIllIflIIIIIIIIIIf IIIIIIIIllItllllIllllMllllllllIllllllIlllITtl alcun approcci? m tal senso >. I pronostici per le prossime elezioni amministrative sono estremamente incerti; in quelle svoltesi il ?? ottobre del 1953 (quand'era valida la legge per gli apparentamenti) si ebbero i seguenti risultati: d.c. 10.772; p.c.i. 10.149; p.s.i. 3.166; p.s.d.i. 1852; p.l.i. 1.291; monarchici 1.033; m.s.i. 935. r. g. Riprende il processo al funzionario di Pinerolo Pinerolo, 16 aprile. Riprende domani pomeriggio il processo a carico del vice-procuratore del Registro di Pinerolo dott. Catello Ferrara, imputato di cinque concussioni per avere, in diversa epoca, richiesto ed ottenuto da alcuni contribuenti somme in denaro al fine di favorire la transazione di pendenze che essi avevano con il Fisco. Con il Ferrara siede sul banco degli imputati il geom. Luigi Gilli, che in due casi avrebbe fatto da intermediario tra il Ferrara e i contribuenti. I socialdemocratici hanno abbandonato la Giunta
Persone citate: Berzero, Catello Ferrara, Giorgio Berzero, Luigi Gilli, Mario D'alessandro, Pietro Bausardo, Vittorio Cingoli
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