Gli Siati Uniti pronti ad assistere la Giordania se dovesse essere vittima di una aggressione

Gli Siati Uniti pronti ad assistere la Giordania se dovesse essere vittima di una aggressione Ferma dichiarazione americana per la pace nel Medio Oriente Gli Siati Uniti pronti ad assistere la Giordania se dovesse essere vittima di una aggressione 11 grave monito diretto alla Sìria - Re Saud consegna a Hussein il comando delle truppe saudite dislocate nel territorio giordano ed annuncia una sua visita ufficiale ad Amman - Calma inquieta nel regno del giovane sovrano; la Legione araba presidia la capitale - La Russia appoggia i Paesi arabi (Dal nostro corrispondente) Washington, 16 aprile. « Quanto prima lé truppe straniere usciranno dal territorio della Giordania, tanto più sarà servita la causa della normalizzazione nel Medio Oriente. Gli Stati Uniti comunque sono pronti ad assistere la Giordania, se dovesse esser vittima di una aggressione ». Questa ferma dichiarazione, fatta stasera dal portavoce del Dipartimento di Stato, Lincolm White, è chiaramente indirizzata alla Sirla. Solo truppe siriane rimangono nel territorio giordano, giacché il contingente dell' Arabia Saudita, dislocato dalla fine di ottobre nelle regioni meridionali del desertico regno di Amman, sono state poste interamente gotto 11 comando personale di re Hussein. Stamane, infatti, re Saud d'Arabia, evidentemente preavvertito del grave c ammonimento > che 11 governo americano stava per fare, aveva telefonato a re Hussein, chiedendogli di non considerare le sue truppe come un esercito straniero. La dichiarazione del Diparto? mento di Stato non fa menzio- iiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiHiiiiiitiiiit^ ne, naturalmente, di truppe siriane, né è esplicitamente diretta ai governo siriano. Ma 11 suo indirizzo è chiaro. Essa dice che « la posizione degli Stati Uniti, di fronte all'aggressione, è stata sempre di estrema chiarezza. Essa venne ultimamente esemplificata con il nostro atteggiamento di fronte all'attacco subito dall'Egitto. Quando ciò avvenne, Il presidente Eisenhower affermò che gli Stati Uniti avrebbero onorato l'impegnò di prestare piena assistenza ad ogni vittima di aggressione. Da allora, tutte le truppe straniere si sono ritirate dal-; l'Egitto. Tale azione Ìndica la ferma volontà degli Stati Uniti di dare effettiva assistenza ai Paesi che sono stati attaccati >.; La dichiarazione, o meglio H monito inequivocabile alla Siria, rivela che secondo 1 dirigenti politici americani la situazione nel Medio Oriente è cambiata e cambiata per il meglio. Re Hussein ed il suo governo moderato non solo possono contare sull'appoggio americano, oltre che su quello già -operante dell'Arabia Saudita; Ora. l'atteggiamento degli Stati Uniti spiana la via ad un'eventuale applicazione — in Giordania — della politica di protezione americana da ogni aggressione. La diplomazia americana, agendo senza dubbio in stretta intesa con l'Arabia Saudita e con la Giordania, non ha probabilmente precisato ancora, nei particolari tecnici, se la « dottrina Eisenhower» può o no applicarsi all'attuale situazione giordana, e cioè se le truppe siriane, ammesso che non si ritirino, siano da considerare' truppe straniere, illegalmente dislocate in territorio giordano. Per il momento il problema non è attuale e il sollevarlo non appare forse tempestivo; ma nei circoli politici americani ed in quelli arabi filoccidentali si pensa che, se il debole governo moderato di Amman non sarà energicamente sostenuto dai suol amici, la permanenza di truppe siriane nel territorio potrà solo .aizzare gli elementi filocomunisti ed estremisti, usciti sconfitti dalla recente lotta per il controllo del potere. Il fatto che l'ex-consigliere ed ispiratore politico di re Hussein, il colonnello Nuwar, si sia rifugiato in Siria e che gli si attribuisca l'intenzione di tener viva l'agitazione contro i moderati filoccidentali, ha probabilmente consigliato l'America e l'Arabia Saudita a rendere pubblico il solenne monito odierno. Esso, del resto, ha anche un'altra funzione: quella di facilitare al nuòvo governo giordano di considerare ed eventualmente accettare l'offerta di protezione generale contro le aggressioni dall'esterno, offerta contenuta nella c dottrina Eisenhower» per il Medio Oriente. E' vero, si osserva questa sera a Wàshington, che 11 Ministero degli Esteri del ,nuovo governo è stato affidato, per evidenti motivi di opportunità politica e parlamentare all'expremier Nabulsi che venne destituito dal re appunto perché aveva deciso di stabilire relazioni diplomatiche con l'Unione Sovietica come prima contromisura verso la c dottrina Eisenhower >. Ma, si aggiunge al Dipartimento di Stato, dove sì è assai bene informati di quanto accade in Giordania, Nabulsi dovrebbe avere ormai solo la funzione di mantenere corretti rapporti con l'Egitto e non già quella di determinare l'indirizzo della politica estera giordana. La sua nomina è venuta dopo un'assicurazione, data dal re ai nazionalisti giordani ed egiziani, che i legittimi obiettivi del nazionalismo arabo continueranno ad essere seguiti. La complessa azione diplomatica, che comincia solo ora a svilupparsi, cerca di concentrare gli sforzi comuni più sulla Siria che sull'Egitto. Di tutti i Paesi arabi è la Siria, infatti, quella che appare la più profondamente influenzata da agenti e da suggerimenti comunisti. Gli amici siriani della Russia si sono serviti dell'accesa awerskme contro Israele per alterare gli obiettivi nazionali degli Stati arabi. Gino Tomajuoli «Seguiamo attenti i fatti nel Levante» Mosca, 16 aprile. Al Cremlino è stata organizzata stasera una «riunione dell'amicizia > in onore della delegazione. albanese attualmente In visita a Mosca. Prendendo la paròla nel corso di questa riunione, il Primo Ministro sovietico Bulganin ha dichiarato fra l'altro che li governo sovietico segue con la massima vigilanza la situazione nel Medio Oriente ed è pronto a difendere gli interessi delle nazioni arabe. Dopo avere accusato l'Occidente di provocare una ripresa della « guerra fredda > e di cercare di aumentare la tene'one internazionale, specialmente nel Medio Oriente, Bulganin ha .detto: c Stiamo seguendo con la massima attenzione gli intrighi degli imperialisti nemici della pace nel Medio Oriente e continueremo la nostra vigilanza. Nonostante la disfatta subita nel loro attacco contro l'Egitto, gli imperialisti non hanno abbandonato i loro pieni colonialisti e stanno cercando di fatto di inasprire jl conflitto fra Israele ed i loro vicini arabi e di minare l'indipendenza a la sovranità degli stati arabi. Da parte nostra, noi siamo pronti, come finora, ad appoggiare le aspirazioni alla pace e alla indipendenza dei Paesi arabi». Il discorso di Bulganin, dal tono relativamente morbido, segue di appena 24 ore quello pronunciato dal segretario del partito comunista dell'URSS. Nìkita Kruscev, fondato sulla base del « vivi e lascia vivere ». Altri oratori alla riunione di stasera hanno mantenuto i loro discorsi sullo stesso tono. Neanche parlando delle rela zioni con la Jugoslavia, gli oratori sovietici ed albanesi si sono lasciati trasportare da motivi polemici. Il Primo Ministro albanese e il segretario deUpartito comunista, rispettivamente Shehu e Hoxha, che in passato non avevano risparmiato le loro invettive all'Indirizzo dei dirigenti jugoslavi, hanno tenuto un tono più di rammarico che di rancore. I beduini in armi sulle colline di Amman tando cosi di prevenire la decisione dei ministri. SI crede che nella soluzione della grave crisi, abbia avuto una parte decisiva il sovrano dell'Arabia Saudita. Ieri infatti Hussein e Saud d'Arabia hanno avuto lunghi colloqui telefonici prima che ad Amman si varasse il nuovo governo. Questa sera fonti ufficiali annunciano che re Saud arriverà per una visita ufficiale nlla Giordania il 6 maggio I prossimo. Il sovrano saudita trascorrerà quattro giorni ad Amman poi proseguirà per Bagdad. L'incontro servirà certo a rinsaldare il potere del giovane re giordano che ha dimostrato di avere coraggio e risolutezza nel fronteggiare gli eventi. Tranne una breve dimostrazione di giovani a Gerusalemme, la giornata è trascorsa nella più completa calma. Reparti della Legione araba continuano però a presidiare nella capitale le sedi delle ambasciate straniere, mentre di tanto in tanto caccia a reazione delle forze aeree giordane sfrecciano nel cielo. Di fronte alla sede dell'ambasciata britannica, nelle immediate vicinanze del centro, stazionano in permanenza cinque grossi autocarri carichi di truppe in pieno assetto di guerra. Anche alla periferia della città, e in special modo sulle colline che dominano l'abitato, vi sono reparti della Legione affiancati da numerosi cavalieri beduini fedeli al re. a. p. Le preoccupazioni politiche non hanno Impedito ad Eisenhower di partecipare ad un grande avvenimento nazionale: l'apertura del campionato di « base-ball ». Sulla tribuna del campo di Washington il Presidente ha calzato il guantone e lanciato la palla nel prato. Accanto a lui erano Nixon (seminascosto) e quasi tutti i ministri (Radiofoto) SÌV8S ANKARA o , 'i^^Lteheram Ahawaz O Amman, 16 aprile. Calma inquieta in Giordania. Il nuovo governo, presieduto dal moderato Khalidi, ha assunto il potere dopo il giuramento al re e la crisi sembra per ora scongiurata. Il generale Nuwar capo dell'eBercito, che si era rifugiato a Damasco viene ufficialmente dichiarato < in ' licenza per due settimane» e la sua sorte sarà decisa nella prossima riu: nione dei ministri. Nebulsi, leader dei nazionalsocialisti, amico di Nasser e filorusso, che ha assunto nel nuovo governo il dicastero degli Esteri, ha dichiarato oggi che « il generale Nuwar non è stato affatto destituito», ten-