Re Hussein con un colpo di forza ha risolto la crisi della Giordania

Re Hussein con un colpo di forza ha risolto la crisi della Giordania Seongiitvaie per ora gravi eompMieazioni nel Medio Oriente Re Hussein con un colpo di forza ha risolto la crisi della Giordania Due drammatiche giornate di trattative, tra voci allarmanti e movimenti di armati - li ventenne sovrano ha destituito li capo di Stato Maggiore ilio-egiziano e filo-russo; poi ha convocato i "leaders,, politici ed imposto un governo di compromesso - Un suo appello personale portato in aereo a Damasco - Nasser accetterà la grave sconfitta dei suoi partigiani? sovvenzioni, come si erano impegnati in gennaio col governo giordano. Hussein si è dunque trovato di fronte a una situazione estremamente pericolosa: economicamente, la Giordania è sull'orlo della catastrofe ; politicamente, rischiava di essere assorbita dal gruppo egiziano, dietro il quale si profila la minaccia comunista. A indurre il Re ad agire hanno evidentemente contribuito gli appigli positivi che si sono ultimamente presentati: primo e massimo di tutti la «dottrina Eisenhower», materializzata, come dice il Tiiiivs, dal tintinnio metallico che risuona nelle tasche di Richards, l'inviato del Presidente americano che sta visitando il Medio Oriente. Chiaro è stato pure l'appoggio di re Saud, appena reduce da un viag¬ gio a Washington, che lo ha indotto a spostarsi dal campo egiziano a quello americano. Infine, assicuratosi l'appoggio di una parte ' dell'esercito e contando pure sui fedeli beduini, il Re ha sferrato il colpo di forza contro Nabulsi (che resta, peraltro, come ministro nel nuovo governo). Hussein, come Saud, teme giustamente il comunismo, che è la negazione stessa di una monarchia a base islamica; e teme allo stesso modo l'espansionismo di Nasser. Perché la sua nuova politica raggiunga un successo stabile, occorre però che trovi una base sicura nel lealismo dell'esercito e nel consenso popolare; qui sta il punto decisivo, assai incerto, nelle condizioni attuali della Giordania. Ferdinando Vegas l dimostranti, di conflitto tra reggimenti avversi, di gravi manifestazioni...), non risulta che sia scoppiato ad Amman nessun incidente degno di nota. Hussein, assicuratosi la fedeltà delle forze armate, agiva su due fronti: negoziati con la Sirta e convocazione di tutti i capi poWtici a palazzo reale. Con queste due iniziative è riuscito a superare la crisi. Il giovane re, dopo aver par-, lato al telefono con il presidente siriano, mandava in aereo a Damasco l'ambasciatore della Siria con un'suo messaggio personale per Kuatly; il suo testo è segreto,, ma si ritiene che 'il sovrano,, dopo aver spiegato la sua azione, chiedesse: 1) la fine delle pressioni siriane sulla Giordania, suscettibili di gravi complicazioni internazionali; S) l'arresto dell'invio di rinforzi siriani nel suo Paese. Si ritiene che le due richieste siano state accolte; è smentito invece che Damasco ritiri, almeno per ora, le truppe già mandate in Giordania. Drammatico e combattuto il Consiglio della Corona convocato da Hussein a palazzo. Vi hanno partecipato gli ex-Primi ministri, i capi dei partiti, i senatori ed aìcuni deputati. Davanti a queste sessanta persone, il re ha detto di essere disposto all'abdicazione, se fosse utile allo Stato, ma di ritenere che la crisi dovesse venir risolta al più presto. Ha commentato i pericoli della situazione, i rischi di complicazioni esterne, > ed ha esposto le sue direttive politiche: fedeltà alla « politica araba di liberazione > (cioè contro l'alleanza con l'Occidente e contro Israele), ma indipendenza del Paese (dalle pressioni di Damasco e del Cairo). Infine ha proposto la~ formazione di un governo di coalizione, presieduto dall'< indi pendente > Hussein Fakhri Khalidi. Il Premier è un profugo palestinese: evidente concessione all'elemento più inquieto della Giordania. Altri cinque ministri sono anch'essi « indipendenti », ed appaiono in sostanza favorevoli alla Corona e ad una politica moderata. Ma gli Esteri e le Comunicazioni sono stati affidati a Nabulsi: 6 chiara l'intenzione di trovare un compromesso con il nazionalismo estremista. E' difficile fare previsioni sul prossimo futuro. Hussein è stato applaudito, quando si è affacciato al balcone di palazzo reale ed ha esposto alla folla le direttive politiche già rivelate al Consiglio della Corona. Le ultime trasmissioni di Radio Damasco sono improntate a moderazione. Dal Cairo non é giunta sinora alcuna minaccia. Ma Nasser accetterà questa grave sconfitta dei suoi pioni, indirizzati a fare della Giordania un satellite dell'Egitto? La situazione è tanto più oscura, in quanto, secondo notizie di ottima fonte — il re ha chiesto all'incaricato d'affari egiziano ed all'ambasciatore siriano di lasciare il territorio della Giordania. / a. p.

Persone citate: Eisenhower, Ferdinando Vegas, Hussein Fakhri Khalidi, Nasser, Re Hussein, Richards