Il difensore di Polito annuncia che una signora può smentire il nuovo alibi di Giuseppe Montesi

Il difensore di Polito annuncia che una signora può smentire il nuovo alibi di Giuseppe Montesi Sorprese a Venezia mentre la zia di Ultima eade in altve eantraddiziani Il difensore di Polito annuncia che una signora può smentire il nuovo alibi di Giuseppe Montesi La donna sarebbe in grado di provare che la sera del 9 aprile Rossana Spissn era con lei, non con l'amico - E' stata citata per sabato - La madre della ragazza depone fra molte incertezze - La giovane Garzella nega i fantastici racconti dell'imputato Simola - Un teste dice che Wilma era sempre "elegantissima,, - Un giornalista sostiene che la madre della Montesi e la affittacamere della Caglio cercarono di guadagnare grosse somme vendendo confidenze (Dal nostro inviato speciale) Venezia, 11 aprile. Ci sono udienze in cui questo processo suggerisce. il paragone, forse un pochino irriverente, del misterioso sacchetto della tombola da cui una mano maliziosamente esperta sa trarre felici combinazioni numeriche. Oggi, per la necessità di spostare testimoni, anticipandone e ritardandone la deposizione, si è ricreato nell'emiciclo 11 più autentico panorama di questa sconcertante vicenda giudiziaria, ' testimoni e protagoniBti hanno ricreato in aula l'atmosfera delirante di quella tumultuosa primavera del 1954 quando Anna Maria Caglio, sollevata sull'onda travolgente del favor popolare, faceva schioccare la frusta inesorabile che pareva non dovesse risparmiare nessuno. Dietro a lei, insinuanti e voraci, si muovevano l fantasmi di un mondo ignorato ai più, ognuno aveva uri memoriale da offrire, una fotografia, un racconto frenetico. Dai piccoli e fumosi bar in cui agonizzavano gli ultimi « fans > dell'esistenzialismo romano, uscirono le schiere di pallide larve folli che in un desiderio di annientamento, o con la speranza di agguantare qualche biglietto da mille, erano pronte a raccontare tutto di sé, dei loro rapporti con Wilma Montesi, delle notti orgiastiche trascorse a Capocotta, di turpi vicende d'amore che provocavano la pelle d'oca ai più candidi lettori dei rotocalchi. Naturalmente i nomi di Piero Piccioni e di Ugo Montagna ricorrevano strettamente legati a quello di Wilma Montesi, su quel povero cadavere di cui ancora non si conosce il modo della morte fu imbastita la più smaccata speculazione, roman zlere fallite e comparse senza lavoro, detenuti e residui di manicomio, frequentatrici di case equivoche e squallide falene da marciapiede si gettarono avidamente nel ribollente calderone della grossa avventura, fiutavano un momento di notorietà, o un mazzetto di biglietti da mille. Un desolante panorama Oggi; sulla pedana, sono passati alcuni dei personaggi," in veste di testimoni o come protagonisti, ognuno con la sua piccola somma di conoscenze e dalle loro parole è scaturito il desolante panorama di quello strano ambiente in cui maturò questa amara vicenda, dove l'esercito delle Bisaccia, Ganzaroli, Marri, Pierotti, correvano alla ricerca di un quotidiano o di un settimanale a cui offrire le loro sensazionali rivelazioni sul mondo corrotto di cui Wilma Montesi era stata vittima, e la cifra minima richiesta erano centomila lire, talvolta arrivava al mezzo milione, più di una volta al milione tondo. Di questo mondo tragico e grottesco ci ha dato oggi un quadro vivido Enzo Fogliati, reporter entusiasta ed avido di assegnare al settimanale per cui lavorava, le più succulente primizie della vicenda Montesi. Egli fu a contatto con l personaggi più in vista, dalla Caglio ad Adelmina Marri, da Muto a Piccioni e Montagna, dai Montesi al dott. Sepe, conosce tutte le pieghe di questa vicenda, ne parla con la sciolta eloquenza di chi possiede a fondo la materia. Dopo di lui, con la divisa a ■trisce del carcerato, quel singolare personaggio di Michele Simola, altro delirante che mente non si sa perché, forse per il desiderio di trascorrere lontano dalla cella abituale un periodo che per lui può essere di vacanza, ha evocato in aula personaggi difformi, Marisa la Spagnola ed i conti Amari, desolata immagine di interminabili vagabondaggi erotici la prima, spaesati e contegnosi i secondi. Essi hanno subito un confronto con il patetico detenuto il quale, per salvarsi dall'accusa di falsa testimonianza, vorrebbe farsi condannare come spacciatore di droghe. Diciamo subito che, per comodità cronistica, non seguiremo l'ordine cronologico della udienza, raggrupperemo i vari personaggi a seconda dell'affinità che presentano le loro deposizioni, anche per dare una più ordinata unitarietà alla complessa materia trattata oggi dai giudici veneziani. Sorridente e compiaciuto, Enzo Fogliati è stato il primo testimone della giornata. L'abitudine a sussurrare nei microfoni, attualmente egli lavora alla televisione, ha molto giovato alla sua deposizione che, per quanto contenuta, ha improvvisamente assunto toni accesi per la materia che trattava. Nel periodo in cui si svolse il processo contro Silvano Muto, egli ha dato la caccia al famoso testamento accusatorio di Anna Maria e, naturalmente, andò a bussare alla porta giusta, quella di Adelmina Marri, l'affittacamere di Anna Maria. Di testamenti, già a quella epoca, ne esistevano due; per non correre rischi, la figlia del notaio aveva pensato bene di inviarne uno anche all'avvocato Ciaccia, di Milano, ma 11 contenuto era ben diverso da quello custodito dalla signora Marri In quello affidato al legale, Anna Maria faceva l'elenco delle persone a cui sarebbero andate le sue cose se le fosse toccato di morire anzitempo, in quello lasciato all'affittacamere accu «ava apertamente Montagna di ecdfvL essere il capobanda e Piccioni l'assassino. Cercando il primo, Fogliati cadde sul secondo, assai più interessante, addirittura esplosivo, e la signora Marri, con cauti ragionamenti lasciò comprendere che, forse, si poteva concludere un affare. Per indurla in tentazione, Fogliati le fece la consueta proposta, scrìvere per Epoca un memorialino Bulla sua inquilina, ormai avviata a diventare < la figlia del secolo ». Il compenso sarebbe stato di centomila lire. La signora Marri accettò, e divenne scrittrice. Avendo, come ha detto Fogliati, « fatto la bocca alle centomila lire » la signora Marri divenne loquace e parlò con una certa ampiezza del testamento di Anna Maria al punto che, non reputando opportuno scriverne sul suo giornale, anche' su consiglio dell'avv. Ungerò, il giornalista informò il tribunale che stava giudicando Silvano Muto dell'esistenza di quel documento e di chi lo custodiva. Ciò accadeva venti giorni prima che, interrompendo il processo, quel testamento esplodesse con il fragóre di dieci bombe. Pare strano, oggi, che si sia fatto ricorso al rocambolesco sistema di inseguirlo attraverso gli uffici postali di mezza Roma anziché . sequestrarlo semplice^ mente nella casa della signora Marri. Teste — Mi impressionò una circostanza mentre parlavo con la signora Marri. Poiché insistevo per avere il documento, mi rispose che sarebbe stato opportuno avvertire la signorina Caglio e le telefonò in mia presenza, ma invece, di parlarle del testamento si limitò al famoso biglietto che la Caglio avrebbe scritto prima di partire per la nottata a Capocotta, quando temeva di essere uccisa. Presidente — Lei si è interessato di Capocotta? Teste — Ci sono andato più di -una volta, anche con la signorina Caglio per vedere dove si svolgevano 1 festini e le orge. In seguito andai a riferire al dott. Sepe, il quale mi incaricò di cercargli un cortometraggio su Capocotta dal quale dovevano apparire alcuni cottages che egli- temeya fossero stati distrutti dopo la morte di Wilma Montesi. Fu lo stesso Montagna a darmi l'indirizzo della persona che possedeva gli spezzoni di film e molte fotografie su Capocotta, il gen. Zamarano. Si vedevano delle persone che mangiavano salamini, bevevano fiaschi di Frascati accanto ad alcuni cinghiali uccisi. Le fo tografie furono abbondante mente pubblicate. Augenti — Furono pubblicate anche le fotografie del testamento prima che fosse letto in tribunale al processo Muto. Teste — Sulla piazza di Roma si vendeva tutto. A noi di Epoca sono venuti a proporci per venti milioni una fotografie di Piccioni e di Wilma insieme, un ignobile trucco. A quel tempo, noi giornalisti giravamo col libretto degli as segni in mano, tutti avevano qualche cosa da offrirci, lettere, testamenti, fotografie, memoriali e chiedevano cento, duecentomila, mezzo milione un milione. Ad un certo punto decidemmo di non accettare più offerte per non favorire le speculazioni di quella canea. Tutti i personaggi del processo, compresi i Montesi, hanno preso soldi da noi. P. M, — Quali sono questi personaggi? Teste — I soli che non han no chiesto soldi ad Epoca sono Piccioni, Montagna e la Caglio. La madre di Wilma ci chiese di scrivere cose piccanti, il mio editore pagò le spese del matrimonio di Wanda, ci mandarono persino i conti del sacrestano al punto che io, ad un certo momento, dissi alla signora Montesi: «Ma signora, .non sono io che sposo sua figlia». Zio Giuseppe vede 11 suo alibi In pericolo per l'arrivo della teste Fulvia Piastra (Telef.) Augusta Ranieri amica di Rossana Spissu ha deposto Ieri

Luoghi citati: Adelmina Marri, Frascati, Milano, Roma, Venezia