Scontro fra un'auto, un tram e la «1100» di Giuseppe Montesi di Gigi Ghirotti
Scontro fra un'auto, un tram e la «1100» di Giuseppe Montesi Scontro fra un'auto, un tram e la «1100» di Giuseppe Montesi Nessuno ha riportato ferite - Querele contro Menghini e Doddoli (Dal nostro inviato speciale) Roma, 5 aprile. Alla fine, zio Giuseppe ha proprio perduto la pazienza. Davanti alla pubblica chiamata in causa di Fabrizio Menghini e di Luciano Doddoli, il contabile di via Alessandria si era limitato ieri a spedire missive di protesta e a minacciare querele o scontri sul terreno da uomo a uomo, alla pistola o ad armi « pili popolaresche ». Ma oggi lo strano zio dt Wilma, vista l'eco suscitata dalla lettera di Menghini e dal telegramma dt Doddoli ha finalmente deciso di querelare l'uno e l'altro ed anche ''Espresso, che delle accuse del Menghini si è fatto portavoce. < La lettera del signor Menghini — dice il testo del documento sottoscritto stamane da Giuseppe Montesi nello studio del suo legale avv. Alfonso Favino — contiene clementi radicalmente falsi e presenta intenti decisamente diffamatori. Il signor Menghini si è assuiito arbitrariamente un ruolo che non gli compete, facendo riferimento a pretese confidenze da me esternatey. Giuseppe Montesi\precisa che la sua uscita dalla tipografia « Casciani », nell'ora e nel giorno cruciali per il destino di Wilma, fu detcrminata dall'appuntamento con Rossana Spissu, la sorella della propria fidanzata. E se il Menghini non è convinto, presenti le prove del contrario: zio Giuseppe gliene concede ampia facoltà. Mentre il tono della quercia contro Menghini è duro nella forma, ma temperato nella sostanza (vi si pai-la di diffamazione) quella contro Luciano Doddoli è più risentita: il Montesi lascia arbitro il magistrato di stabilire se il cronista romano, che per pri- mo lo additò al sospetto, sia responsabile di diffamazione o del più grave reato di calunnia. Verso le 12,30, riletti i documenti, apposta la sua firma in calce alle querele, zio Giuseppe si avviò per rincasare a bordo di una « 1100 > in compagnia di due giornalisti romani (il Montesi non ne è ancora sazio, dopo tanti guai). Ma in ria Crescenzio la vettura del Montesi e dei giornalisti si urtava violentemente con un'altra < 1100 » guida: ta dal signor Leonardo Crippari. Un tram della scìiola guida investiva a sua volta' questa seconda macchina da tergo e la rovesciava con grande frastuono di lamiere e di cristalli in frantumi. Il Crippari e le tre signorine, sue congiunte, che viaggiava-1 no con lui, hanno riportato lievissime ferite; nulla Giuseppe Montesi, nulla i due giornalisti che lo accompagnavano. « Fallimento della seconda operazione Giuseppe », gioiscono ora, nei loro titoli, i giornali della sinistra romana. A dire il vero, i magistrati veneziani mostrano di non aver molto gradito questa iniziativa, che ha l'aspetto di un diversivo giornalistico intor>w a un delicato problema giudiziario. Tuttavia il Doddoli ha rincarato la dose, mandando al presidente Tiberi un nuovo ìncssaggio che condensa i»i nove punti i suoi argomenti d'accusa contro Giuseppe Montesi. Egli ha avuto, se non altro, la soddisfazione di essere stato convocato a Venezia per deporre, mercoledì, insieme con il Menghini e tn contraddittorio con gli altri protagonisti dell episodio: Giuseppe Montesi, le due sorelle Spissu, Mariella e Rossana, la madre delle due ragazze, signora Armandina, e la signora Augusta Capriotti Ranieri, che avrebbe ospitato frequentemente nella sua casa di Ostia lo zio di Wilma e le Spissu. Gigi Ghirotti L'auto su cui viaggiava Giuseppe Montesi e quella di un commerciante, dopo lo scontro.
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