Riconosciuta dal figlio abbandonato l'ex-cameriera del suicida rag. Cassin
Riconosciuta dal figlio abbandonato l'ex-cameriera del suicida rag. Cassin Riconosciuta dal figlio abbandonato l'ex-cameriera del suicida rag. Cassin La madre rintracciata attraverso una fotografia apparsa sa un giornale in occasione del tragico gesto dell'operatore di borsa - L'incontro dopo 16 anni nella casa dei nonni a Cassine Cassine, 4 aprile. La fotografia riprodotta su un vecchio giornale capitato in questi ultimi tempi fra le mani di due anziani coniugi di Cassine, ha fatto ritrovare dopo 16 anni, ad un giovane, la madre che non aveva mai conosciuto. In una chiesa di Alessandria si sposarono nel 1940 Giovanni Satta e Lina Zavattaro. Pochi mesi dopo le nczze, il marito venne richiamato sotto le armi, Giovanni Satta parti per la Russia da dove non doveva più far ritorno e Lina Zavattaro, che attendeva un bimbo, si trasferì a Cassine, dove risiedevano i suoi genitori. Il 17 giugno del 1941 nasceva il piccolo Giampiero, ma la madre, quando il piccino aveva soltanto pochi mesi, abbandonò la casa paterna senza lasciare di sé una pur minima traccia. I vecchi Zavattaro riversarono tutto il loro affetto sul nipotino. Giampiero cresceva sano e robusto, ma i nonni, col passare degli anni, scorgevano negli occhi sempre tristi del ragazzo un doloroso interrogativo: «Ma io, non ho una madre, un padre? > sembrava domandarsi il giovane. Un giorno, qualche anno fa, nonna Pina Zavattaro comprese ch'era giunto il momento di rivelare a Giampiero la verità. Gli parlò a lungo del padre caduto in Russia, gli raccontò della madre e della sua fuga. Da quel giorno, nonna e nipote si diedero da fare per ritrovare Lina Zavattaro. Nulla fu risparmiato, ogni debole traccia venne seguita con la massima cura; ma tutto inutilmente. Circa un mese fa però, accadde l'imprevisto. I nonni di Giampiero scorrendo un vecchio giornale che riportava la notizia del primo tentativo di suicidio del rag. Cassin — l'operatore di borsa che tempo addietro fu protagonista di un clamoroso dissesto finanziarlo a Torino, e che m uccise poi con la moglie a Nizza Maiittima — riconobbero nella fotografia della cameriera del ragioniere la loro figlia. Un primo passo era fatto, e una sorella della signora Cassin diede altre informazioni utili alle ricerche. Lina Zavattaro era stata cameriera dei coniugi Cassin per undici anni, sino al periodo del primo tentativo di suicidio. S'era poi stabilita presso la famiglia di un professionista torinese. La sorella della signora Cassin infermò Lina Zavattaro delle ricerche che si facevano per lei e la donna sentì allora il bisogno di rivedere il suo Giampiero. Negli scorsi giorni, Lina Zavattaro giunse a Cassine e bussò al n. 16 di via IV Marzo. Fu lo stesso Giampiero che andò ad aprire la porta. La donna non ebbe un momento di esitazione: si gettò nelle braccia del figlio mormorando in lacrime: «Abbracciami, sono la tua mamma, perdonami ». L'incontro fra i due fu commovente e solo dopo qualche minuto i nonni poterono separare l'abbraccio della madre e del figlio. II ragazzo — che da qualche mese lavora come apprendista verniciatore presso un falegname del luogo — sta ora cercando un'occupazione a Torino dove la madre, è cameriera presso la famiglia del dottor Benzio in corso Rosselli. Dopo sedici anni di separazione, egli non vuol più vivere lontano dalla sua mamma.
Luoghi citati: Cassine, Nizza Maiittima, Russia, Torino
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