L'accordo sulla legge dei patti agrari concluso dai rappresentanti del tripartito di Vittorio Gorresio

L'accordo sulla legge dei patti agrari concluso dai rappresentanti del tripartito Allontanata per due mesi la minacele di crisi del Governo L'accordo sulla legge dei patti agrari concluso dai rappresentanti del tripartito Superati con un comproroebio i. tre puhti più contrastati: i motivi di giusta causa, ii regime transitorio per i vecchi contratti, le mezzadrie povere - I liberali avrebbero anche ottenuto un accordo verbale per l'accantonamento della legge che istituisce le I sindacalisti delia CISL e della U1L giudicano insoddisfacente l'intesa e minacciano di votare contro il governo Eegioni Roma, 4 aprile. Senza né vinti né vincitori si sono finalmente concluse, con un accordo raggiunto a tarda ora, le conversazioni tra i rappresentanti dei partiti al governo. Ad esaminare nel merito i temi posti in discussione che ci hanno messi al rischio d'una crisi c'è anche da meravigliarsi che sia stato possibile fare tanto chiasso e correre tanti pericoli, in tutto per definire l'ammissibilità di una proroga alla validità di certi contratti. Comunque questi ostacoli sono stati faticosamente superati, e per due mesi almeno il governo ha via libera. Non diremo per questo che la situazione di fondo sia stata chiarita: anzi, proprio perché non si è trattato che di problemi marginali, come le proroghe di patti agrari, non si potrebbe nemmeno pretendere che siano stati risolti gli altri più gravi problemi, neppure messi sul tappeto, come la validità della politica centrista, i rapporti tra i partiti democratici e il partito socialista, la possibilità di un colloquio tra P.S.I. e D.C., l'allargamento delle basi della democrazia in Italia e così via. Si annoti, quindi, con obiettività che anche all'accordo di collaborazione tra i partiti di centro è stata data una proroga, come ad un patto agrario. In conseguenza, prepariamoci alla possibilità di sorprese future quando verranno al pettine i nodi della situazione, sia generale che particolare. Per quello che riguarda, per esempio, i patti agrari, c'è da pensare che essi verranno approvati dal Parlamento nell'attuale formulazione solo mercé il concorso di voti della destra. Sulla ferrea disciplina di partito dei sindacalisti d.c, tuttora in posizione di protesta contro il compromesso governativo, non è' difatti lecito fare troppo affidamento. In queste condizioni, per risalire dalla situazione particolare alla generale, c'è da osservare che le intese oggi raggiunte non possono rappresentare un vero e proprio rilancio del tripartito. Esse, . piuttosto, appaiono come un compromesso che, per quanto ingegnoso, è in qualche modo zoppicante per i dissensi che ha aggravati nel seno stesso dei partiti contraenti, e specialmente nella D.C. e nel P.S.D.I. Non è, insomma, un rilancio, che presupporrebbe qualcosa come un nuovo impulso di vitalità acquisito dal centrismo, ma, come abbiamo già notato, una semplice proroga del tripartito. Si potrà anche convenire sulla sua opportunità, ma a condizione di non nascondersi che i primi veri conti si faranno a giugno, in occasione del congresso socialdemocratico. Inoltre è da tenere in conto che la « via libera » che il governo .si trova oggi davanti non è del tutto sgombra da ostacoli. L'incresciosa vertenza giurisdizionale tra la Corte Costituzionale e la Corte siciliana non è risolta, anche se, per un provvido intervento del Presidente della Repubblica, si è potuto evitare che proprio oggi essa arrivasse alla sua fase più acuta, capace di comprometterne irrimediabilmente la soluzione definitiva. Interventi del genere di quello di Gronchi hanno, tuttavia, solo il potere di allontanare un conflitto, non quello di sanare la situazione che lo genera. Spetta al governo ed al Parlamento di affrontare il problema, e già tutti coloro che hanno oggi manifestato il loro compiacimento per l'iniziativa di Gronchi (dia Sceiba a Riccardo Lom¬ bardi, a Romita) ne hanno esplicitamente indicato l'urgente necessità. Altra questione da comporre — e per fortuna meno grave perché per essa basterebbero ripensamenti di convenienza — è quella relativa alla mancata approvazione del messaggio di Gronchi ad Eisenhower. Le indiscrezioni corse in pro¬ posito potrebbero, difatti, lasciare uno strascico di malintesi tra la Presidenza della Repubblica e il potere esecutivo, e già oggi si parla addirittura di fare esaminare alla Corte Costituzionale il diritto di sindacato da. parte del governo su messaggi « personali » del Capo dello Stato. Codeste sono, natural- mente, fantasie, e di natura temeraria: ma sta di fatto che da stasera è in corso una polemica tra i sostenitori della necessità della « controfirma » e coloro che affermano che di controfirma in qualche caso si può fare a meno; anche per questo è necessario che malintesi vengano dissipati, dato che essi hanno a fondamento questioni più di forma che di sostanza. Precisamente, è il « modo » con il quale il messaggio di Gronchi è stato bloccato che ha fatto sollevare qualche obbiezione. Esso, difatti, gli venne restituito, con le legittime osservazioni dei responsabili del governo, per ordinaria via d'ufficio, essendo stato inviato dal Viminale all'indirizzo del ministro plenipotenziario Alvise Cippico, consigliere diplomatico del Capo dello Stato. Un'altra forma di trasmissione, che fosse anche in apparenza più riguardosa, sarebbe stata ovviamente preferita' da parte del Quirinale: ma se, comunque, tutta la questione si esaurisce in questo aspetto, non dovrebbe risultare difficile mettervi riparo, evitando che le difficoltà politiche si aggravino per il sia pur semplice sospetto di contrasti costituzionali. Vittorio Gorresio Gll on.ll Segni e Saragat lasciano Villa Madama dopo In conclusione delle trattative sulla legge dei Patti Agrari. (Tel.)

Persone citate: Alvise Cippico, Eisenhower, Gronchi, Romita, Saragat

Luoghi citati: Italia, Roma