In Assise l'ex-grossista dei Mercati generali che sparò all'amante della moglie e ferì la figlia

In Assise l'ex-grossista dei Mercati generali che sparò all'amante della moglie e ferì la figlia La tragedia delia gelosia in un alloggio di corso Vittorio 192 In Assise l'ex-grossista dei Mercati generali che sparò all'amante della moglie e ferì la figlia "Le nozze furono il peggior contratto della mia vita,, ha detto alla Corte - Sua moglie ha 24 anni meno di lui - Ricco commerciante, proprietario di una scuderia da corsa, si ridusse al fallimento * Abbandonato dalla famiglia, compì la vendetta - Per oggi è prevista la sentenza Bastava osservare I due coniugi ed il terzo protagonista al processo che si è iniziato ieri mattina in Corte di Assise per intuire le cause che portarono ad un duplice tenta'o omicidio: il marito di 65 anni, tarchiato grosso e stanco, anche se pronto a difendersi con la vivacità della sua terra meridionale, la moglie di ben 24 anni più giovane, piacente ancora dopo le recenti vicissitudini che, a giudizio dei conoscenti, l'hanno di molto intristita, ed un ufficiale siciliano di 25 anni, non ancora compiuti, at.letico di forme e bello di aspetto. Sul banco aogn imputati sedevano il marito, Raffaele Sorrentino, nativo di Salerno, accusato di aver cercato di uccidere con due colpi di pistola l'ufficiale, perché amante della moglie, e con un terzo la propria figlia Maria Teresa che si era gettata su di lui per disarmarlo; e la moglie Michela Negro, originaria della campagna salernitana pure lei, imputata di inadempienza agli obblighi familiari per aver abbandonato il tetto coniugale. L'ufficiale, il tenente di artiglieria Calogero Di Chiara, era stato chiamato a rispondere di adulterio, insieme con la donna, ma all'inizio dell'udienza il Sorrentino ha ritirato la querela. L'episodio del duplice tentato omicidio risale al 28 settembre '55. Raffaele Sorrentino venne a Torino nel 1914. Cominciò con un bancherottolo di frutta e verdura e divenne uno dei maggiori grossisti dei mercati generali: fece milioni (in lire di allora), tanto da concedersi il lusso di mantenere una scuderia di cavalli da corsa a Miraflori. Ebbe tre figli dalla prima moglie. Rimasto 'vedovo sposò nel 1931 Michela Negro. Lui di 4<) anni, lei ragazza poco più che sedicenne. Dal matrimonio nacquero altri tre figli: Maria Teresa, Raffaele, e Maurizio. « Quelle nozze — ha detto l'imputato — furono il contratto peggiore della mia vita». Marito e moglie non andarono mai d'accordo. La loro figlia maggiore, Maria Teresa, che ora ha 24 anni, ha ha tentato ieri in udienza di dare una spiegazione dicendo: «Mio padre era geloso. E' rimasto ancora con il suo temperamento meridionale, mentre mia madre ha una mentalità settentrionale. Diversa concezione della vita ». Il Presidente Carron Ceva l'ha ripresa duramente. Ricordandole che se è meridionale il padre, lo è altrettanto la madre perché ambedue della stessa provincia, ha detto: « E si ricordi signorina che la mentalità settentrionale non consente ad una donna sposata di avere dogli amanti ». La differenza di età tra i due coniugi ai fece sentire in modo particolare quando gli affari volsero al fallimento. Nel novembre del '54 la donna aperse lo Zanzibar in corso Matteotti 3, spendendo parecchi milioni. Ma fu una speculazione sbagliata. Dopo un anno dovette chiuderlo. Il bar era frequentato dagli Ufficiali della vicina scuola di applicazione. Cliente assiduo fu il Di Chiara: i suoi rapporti con la donna erano tali che, quando era lontano da Torino, le scriveva fino a quattro lettere al giorno, chiamandola « vita mia, tesorone ». L'interrogatorio del Sorrentino ieri è stato assai vivace; l'imputato, accompagnava le parole con larghi gesti. Imp. — Se non ci fosse stato il bar, non ci sarebbe stato il fallimento e non ci sarebbe stato l'adulterio. Prcs. — Come le vennero i sospetti? Imp. — Andavo al bar di sera a controllare i miei interessi e lei mi faceva telefonare dalla donna di servizio che Maurizio, il più piccolo dei miei figli, mi voleva a casa. Io, povero papà, andavo e mia moglie rincasava alle 2, al le 3, alle 4 del mattino. Un giorno in casa mia detti una festa. Ci venne anche l'ufficiale. Voleva baciare mia moglie. Io, mosca Non dissi una parola, perché sono un galantuomo. Si fece il gio-. co del cappello. Lo conosce signor Presidente? Vedi caso, il cappello fini sulla testa del tenente e lui disse che doveva dare un bacio a mia moglie, perché glielo imponeva il gioco. Da quel giorno mi sentii avvisato; Raffaele, apri gli occhi. Io ho sposato una donna per tenemerla, non per darla agli altri. Pros. — L'ha mai colta in... Imp. — Una domenica la vedo che si profuma, si veste bene con le robe migliori ed invece di sedersi a tavola per pranzo, alle 12 e mezzo, mi dice che va al bar a far pulizia. ■ i'"ar pulizia, a que- sanchSLSi lumingsrpcfcl'pi<:sMnlaandflbt«ctrsptCcctfsrSgnnrUnAibd1af1 i 111 ri i ! s il 1111 ( 1111 m i ti; i il 111111 iti tri ili n 11 ti 1111 < 111 ) 11 sfora?». «E che male c'è? Vado a lavorare ». Provo a mangiare, non ci riesco. Vado al bar. E' chiuso. Passeggio sino alle 16,30. Si alza la saracinesca e chi esce? Lui e lei. Sul duplice tentato omicidio il Sorrentino si è difeso dicendo che i colpi partirono durante la colluttazione. All'inizio del '55 la moglie se ne era andata a vivere in corso Vittorio 192 con i tre figli. Il 28 settembre nell'alloggio si trovava anche il tenente. Il marito, perché gli aprissero, si fece precedere dal piccolo Maurizio di anni che aveva incontrato in cortile. Entrò in casa come una furia. Una camera era chiusa a chiave, l'abbattè a spallate e vide l'ufficiale che era a letto a riposare. E il Sorrentino dice che subito il tenente si lanciò su di lui e <:osl partirono 1 colpi che raggiunsero e il giovanotto e la figlia Maria Teresa. Secondo la versione della moglie, dell'ufficiale, della figlia, il Sorrentino, appena aperto l'uscio, sparò contro il tenente. Subito la figlia accorse per disarmarlo ed un altro colpo la feri. Dopo il marito è stata sentita la moglie. Magra con i capelli bruno ramati, vestiva un elegante «tailleur» scuro. Ha detto: « Sopportare mio marito ora una cosa pesante. Mi ha sempre maltrattata, sin da quando ero una ragazza. In ultimo ero io a pensare ai figli ». Malvolentieri ha parlato della sua amicizia con il tenente ed il presidente Carron Ceva ha troncato l'interrogatorio con parole assai aspre : « Si ricordi che è doloroso che i figli tenessero mano alla madre per favorire la sua tresca ». Sono stati sentiti altri testi. Gli ultimi saranno interrogati questa mattina. Si prevede che prima di mezzogiorno parlino il P. M. Ribet, e l'avv. Obert difensore della donna. Nel pomeriggio pronunceranno l'arringa gli avv. Avonto e Barelli difensori de! Sorrentino. Il commerciante Raffaele Sorrentino, (a destra), la moglie Michela e H tenente Di Chiara

Luoghi citati: Salerno, Torino