Giovane operaio muore schiacciato da un traliccio di diciassette quintali

Giovane operaio muore schiacciato da un traliccio di diciassette quintali Giovane operaio muore schiacciato da un traliccio di diciassette quintali La sciagura in una fabbrica di Orbassano - Si spezza il gancio della gru e il peso si abbatte sull'infelice - Un compagno è riuscito a salvarsi con un balzo Atroce sciagura sul lavoro, ieri pomeriggio, in uno stabilimento ad Orbassano: da una gru si è staccato un traliccio in acciaio del peso di oltre 17 quintali e un giovane operaio è etato colpito e sfracellato sotto gli occhi atterriti dei compagni. Lo stabilimento appartiene alla società S.A.R.I.T. e produce attrezzature meccaniche di grandi dimensioni. Verso le 13,30 l'imponcntissima gru a ponte che scorre fra i due capannoni dell'officina sollevava, mediante due verricelli, un traliccio a t.ubl di 1700 chili di peso. L'elemento, appena costruito, doveva essere trasportato in un apposito spazio all'aperto per la verniciatura. Lo accompagnavano due operai, Giuseppe Nocciolo di 25 anni, domiciliato a Volvera In frazione Ger- I IH reri to è del o e iti la atdi oorffier00 na oralLo umir- elm62, m. offi aida ni an a. 4: re a. di ia, Na43. 10 ile ate 0 » e: To- bole, e Giovanni Borgogno di 22, residente ad Orbassano: essi erano incaricati, al momento opportuno, di girare e far scendere il traliccio nel punto prescelto. Proprio mentre i 17 quintali d'acciaio erano ad un paio di metri sulla testa degli operai ed entrambi si apprestavano ad eseguire il loro compito, risonava un secco schianto, simile ad una fucilata, ed uno dei ganci, il principale, si spaccava. Era la questione di un attimo. Il traliccio s'abbatteva sui due giovani. Il Borgogno intuiva il disastro e con un salto si buttava da un lato: per una decina di centimetri riusciva, miracolosamente, a salvarsi e non riportava^ nemmeno una scalfittura. Nello scansarsi il Borgogno urlava all'amico: «Attento! Via! Via!», ma il Nocciolo non faceva a tempo a sottrarsi. L'elemento gli piombava addosso, lo colpiva e lo scaraventava al suolo: non lo stritolava perché altri tralicci precedentemente deposti dalla gru lo tenevano sollevato in parte da terra. Comunque la spaventosa botta era stata sufficiente per fratturare il cranio dell'infelice, spezzargli le braccia e la spina dorsale. Al rimbombo sinistro, alle grida disperate del Borgogno, accorrevano dirigenti e operai. Il Nocciolo veniva subito tirato fuori da 'sotto l'elemento caduto. Era in condizioni pietose, strazialo e insanguinato: tuttavia, seppure molto debolmente, respirava ancora. Lo sì caricava su di una macchina della ditta e a tutta velocità lo si portava all'ospedale di Orbassano. La SA.R.I.T. ha sede in strada di Piossasco 10. Il tragitto, quindi, era brevissimo. All'ospedale il giovane arrivava morente. I medici lo distendevano sul lettino del pronto soccorso, ma non potevano nemmeno ipmdvzOdnfssqIplbrlsdszlsasqzp Iniziare un intervento chirurgico: il Nocciolo spirava senza aver ripreso conoscenza. Nel tardo pomeriggio venivano avvertiti il padre e la madre, a Gerbole di Volvera: subito, sconvolti, singhiozzanti, i genitori giungevano ad Orbassano e ricevevano conferma della sciagura. I carabinieri di Orbassano hanno aperto un'inchiesta. La gru funzionava ottimamente, era di recente costruzione e il gancio spaccatosi era stato collaudato per sopportare un peso di oliare cinque tonnellate.

Persone citate: Borgogno, Giovanni Borgogno, Giuseppe Nocciolo

Luoghi citati: Orbassano, Piossasco, Volvera