L' Inghilterra già pronta a vendere centrali atomiche

L' Inghilterra già pronta a vendere centrali atomiche L' Inghilterra già pronta a vendere centrali atomiche La relazione di uno scienzRoma, 2 aprile. IIn un tardo pomeriggio del-lla primavera 19SB alount studenti di Cambridge videro uno dei loro professori che correva per strada abbracciando « passanti e gridando; c We cut it » fio abbiamo tagliato). Era John Cockcroft che, seguendo l'esempio di Archimede, andava gridando il suo « Eureka » per annunciare la meravigliosa esperienza a cui aveva appena assistito: la scissione di un atomo di litio in due atomi di elio: la prima fissione nucleare conseguita con mezzi artificiali, la prima pietra sulla strada della fisica atomica. Di quella sua corsa nelle strade di Cambridge, e della scoperta che gli valse II Premio Nobel, Sir John Cockcroft ha parlato oggi sorridendo m una conferenza-stampa in cui ha discusso il gigantesco programma britannico per lo sfruttamento pacifico dell'energia atomica e gli aiuti che l'Inghilterra potrà dare all'Euratom. Oggi la Gran Bretagna è all'avanguardia nel settore atomico. Né gli Stati Uniti né la Unione Sovietica hanno, sempre per quanto riguarda lo sfruttamento dell'energia nucleare a scopi pacifici, raggiunto l risultati conseguiti dall'Inghilterra che già da nziato inglese • Rivoluzione peInoue mesi sta facendo funzio-lnare una grande centrale ato o a » a o » i i zi la. e a eft m ui oo rnuloa mo ugti da mica — per ora è la sola nel mondo — e che ha varato un ambizioso programma per la costruzione di molte altre centrali. Oggi la centrale di Calder Hall fornisce 92 megawatts alla rete britannica, una quantità sufficiente al fabbisogno di una cittadina di media grandezza; e fra tre anni avrà in funzione altre quattro centrali, ciascuna delle quali avrà potenza quadrupla di quella di Calder Hall. Entro il 1965 verranno costruite in tutto altre 18 centrali atomiche con una produzione complessiva di seimila mega watts; e circa il 30 % del fabbisogno d'elettricità verrà coperto con l'energia prodotta nuclearmente. Seimila- megawatts corrispondono all'energia prodotta con dwiotto milioni di tonnellate di carbone; e ciò permetterà agli inglesi di fronteggiare la crisi a cui sarebbero altrimenti andati incontro a causa del previsto rapido aumento del fabbisogno di energia. Un aumento a cui non sarebbe stato possibile far fronte con le fonti convenzionali di enerpia (carbone e centrali idroelettriche), e che avrebbe costretto la Gran Bretagna ad accrescere sensibilmente le im¬ r il carbone ed il petrolio portazioni di petrolio, mettendo in pericolo l'equilibrio della sua bilancia commerciale. Cockcroft ha detto che l'Inghilterra ha oggi la maggior esportazione mondiale di isotopi radioattivi e che l'industria britannica può, a richiesta, vendere all'estero reattori di produzione e piccole centrali atomiche che potrebbero sopperire ai bisogni di città sui 30-40 mila abitanti. Finora non ne ha però ancora venduto nessuno. Inoltre le industrie britanniche sono disposte a cedere le license di fabbricazione dei loro reattori e delle loro centrali, e a fornire ad altri Paesi il materiale fissibile. Sui rapporti con l'Euratom, Sir John è stato piuttosto riservato: lo sviluppo già raggiunto dall'industria atomica inglese le rende Impossibile ogni forma di associazione con altri Paesi, specialmente con quelli che stanno ora muovendo i primi passi nel campo atomico. Ma l'Inghilterra potrà mettere a disposizione dell'Euratom i suoi esperti e molti dei suoi ritrovati tecnici. Lo scienziato inglese ha concluso dicendo che il suo Paese investirà una somma equivalente a 1600 miliardi di lire nei suoi progetti atomici. e. a.

Persone citate: Calder, John Cockcroft