Dulles chiede una risposta a Hasser sul problema di Suez entro 48 ore

Dulles chiede una risposta a Hasser sul problema di Suez entro 48 ore Chiara e moderata iniziativa degli Stati Uniti Dulles chiede una risposta a Hasser sul problema di Suez entro 48 ore Le definitive proposte egiziane dovranno essere depositate all'ONV - Washington rinuncia alla forza ed a sanzioni economiche contro il Cairo, ma esigerà il passaggio delle navi israeliane nel Canale e ad Aqaba - Polemica su una biografia del Segretario di Stato e sulla diga di Assuan (Dal nostro corrispondente) Washington, 2 aprile. Gli Stati Uniti non hanno l'intenzione di risolvere con la forza il problema di Suez. Questa dichiarazione è stata fatta stamane dal segretario di Stato Foster Dulles nella sua conferenza-stampa settimanale. L'America non vuole-< ricorrere a minacce militari di alcuna specie » ha detto Dulles, e non proporrà il boicottaggio del Canale. Il Segretario di Stato ha aggiunto che le ultime proposte egiziane per la questione di Suez non tengono alcun conto dei < sei princìpi > fissati l'autunno scorso dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU e accettati dall'Egitto; gli Stati Uniti continuano a sperare che Nasser modificherà 11 suo atteggiamento e che la futura amministrazione del Canale possa essere congegnata ih modo conveniente sia per l'Egitto che per i Paesi utenti. Foster Dulles non ha voluto rivelare il contenuto del memorandum americano consegnato ieri in risposta a quello di Nasser, ma dalle sue dichiarazioni parziali si può dedurre che esso consiste essenzialmente in questo: gli Stati Uniti chiedono all'Egitto di depositare le sue ultime decisioni presso la segreteria delle Nazioni Unite, di modo che la promessa egiziana riguardante la soluzione delle controversie con gli utenti, l'impegno a provvedere al mantenimento e al miglioramento del Canale e quello di tenere aperto lo Stato al traffico di ogni nazione divengano, in effetti, impegni inter- nazionali. Seguendo questa pro cedura, ogni nazione che di chiarerà di accettare le condi zlonl egiziane godrà dei diritti riconosciuti dall'Egitto con il a , a à i e i deposito della sua decisione presso l'O.N.U. L'America, ha detto Dulles, attende la risposta egiziana entro domani o dopodomani ; il Segretario di Stato americano ha evitato più volte d'Impegnare il governo di Washington in qualsiasi iniziativa di sanzioni contro l'Egitto. Lo scorso anno, all'Inizio della crisi di Suez egli aveva dichiarato che gli Stati Uniti non avevano alcuna intenzione di aprirsi la navigazione attraverso il Canale, a cannonate. Dulles ha dichiarato: < Questo atteggiamento rimane valido anche oggi >. Dulles ha aggiunto di dubitare che un boicottaggio del Canale, per obbligare l'Egitto a negoziare un accordo con i Paesi utenti, sia conveniente per gli interessi di quelle nazioni le cui economie dipendono dal canale. Sebbene domenica scorsa Nasser abbia violentemente attaccato la politica americana, Dulles ha evitato in ogni modo una diretta replica. Egli infatti non ritiene ancora che l'Egitto non voglia dare carattere internazionale alle sue decisioni su Suez, sebbene le proposte egiziane siano state presentate in modo da dare l'impressione di un atto unilaterale, soggetto a cambiamenti ed interpretazioni da parte del solo Egitto. Gli Stati Uniti, comunque, rimangono sempre in favore della piena libertà di navigazione, anche per Israele, sia attraverso Suez che nel golfo dì Aqaba, ha aggiunto Dulles nell'unico e cauto avvertimento diretto all'Egitto. Ma ancora non si sa se l'Egitto vorrà valersi o no del diritto di belligeranza contro Israele, giacché le proposte fatte su questo argomento dal Segretario dell'ONU, Hammarskjoeld, sono ancora sotto esame al Cairo. Tale atteggiaménto straordinariamente conciliante degli Stati Uniti supera persino le previsioni che gli ambienti politici facevano nei giorni scorsi. Le dichiarazioni di Dulles sarebbero la conseguenza non solo di un calcolo realistico, ma anche del rinnovato timore che Nasser accentui ancor di più il suo indirizzo antiamericano di cui ha dato un saggio pungente, con le dichiarazioni fatte domenica ad un gruppo di giornalisti degli Stati Uniti. D'altra parte, Dulles si trovava oggi in difficile situazione a causa di un libro, forse troppo elogiativo della sua azione diplomatica, uscito ieri a cura del redattore diplomatico della rivista Time. In esso viene vantata come prova di grande saggezza politica la decisione del Segretario di Stato di annullare i promessi aiuti all'Egitto per la costruzione della diga di Assuan. Dulles si assunse la responsabilità di < gettare Nasser fra le braccia della Russia » secondo l'autore, perché era convinto che qualche volta bisogna pure rischiare di giungere sull'orlo della guerra per determinare sino a che punto erano vere le affermazioni sovietiche di poter far concorrenza agli Stati Uniti nel Medio Oriente. Oggi Dulles ha affrontato la bufera con la massima imperturbabilità ed ha smentito di aver agito in «modo irresponsabile»; ha aggiunto di aver deliberatamente offeso Nasser per costringerlo a commettere gli « errori » previsti. Ha sostenuto che la decisione circa la diga di Assuan era inevitabile, perché gli Stati Uniti erano venuti alla conclusione che l'immenso sforzo finanziario a cprSrusRagDcrlcsiagwcsqhlstirgAz cui sarebbe stato sottoposto il popolo egiziano avrebbe generato solo animosità verso gli Stati Uniti. Infine l'America riteneva < immorale » aiutare un Governo che si mostrava sempre più favorevole alla Russia, cosa che altri «fedeli alleati» occidentali avrebbero giudicata inammissibile. Un giornalista ha chiesto a Dulles se egli avesse previsto che la reazione di Nasser sarebbe stata quella di nazionalizzare il Canale e di far precipitare la crisi. Dulles ha risposto di no. . g- t.