D'Agata battuto ai punti da Halimi perde il titolo mondiale dei «gallo»

D'Agata battuto ai punti da Halimi perde il titolo mondiale dei «gallo» II grande incontro sii ieri sere sul ring del Palais sles Sporte sii Parigi D'Agata battuto ai punti da Halimi perde il titolo mondiale dei «gallo» Le tresche energie del più giovane sfidante hanno nettamente prevalso sulla tenace, disperata resistenza del pugile sordomuto - Il duro calvario dell'italiano nelle ultime riprese - Halimi portato in trionfo dai suoi sostenitori CDrI nostro corrispondente) Parigi, 1 aprile. Ore. 2.1.20. Quando il suono dell'ultimo gong ponv fine al combattiménto, l'arbitro belga De Bakker,non ha esitazioni: s'avvicina ad Alphonsc Halimi, gli solleva il braccio e lo proclama campione del mondo dei pesi gallo. La folla parigina, che gremisce in modo inverosimile il « Palais des Sports » sembra impazzita dalla gioia ed acclama con un urlo assordante il suo campione; i più accesi tra i tifosi prendono d'assalto U ring ed issano sulle loro spalle il giovane franco-algerino provato dalla durissima lotta ma sorridente per la vittoria e lo portano in trionfo. Nessuno bada più al piccolo, coraggio sissimo Mario D'Agata Ghe nel suo angolo, attorniato dal fido procuratore Libero Cecchi c dagli altri del suo «cln?i» sfo ga nelle lacrime l'amarezza per la sconfitta. Il pugile sordomuto ha dato sul ring una stupenda prova di coraggio, di disperata volontà, di incredibile resistenza, ma ha dovuto cedere nettamente di fronte a quello che è, senza discussione jtossibilc, il più forte peso gal 10 del mondo. La notevole differenza di età tra i due avi-crsari ha avuto peso maggiore del previsto c, contrariamente a quello che si credeva (o che si sperava) il francese non è affatto calato di tono con il passar delle riprese e D'Agata non è riuscirò — come è nel suo stile di combattimento — ad accrescere il ritmo di lotta round per round. < Mariolino > ha attaccato sempre caparbiamente, facendosi ostinatamente addosso all'avversario, ma non è mai riuscito, a prevalere su Halimi che, dando prova di una notevolissima velocità nel colpire con entrambe le mani e d\ un colpo d'occhio infallibile, ha inesorabilmente centrato il no stro campione al volto e al corpo ad ogni minima occasione. L'andamento dell'incontro ha messo in luce la povertà del gioco di difesa del pugile ita liano che, con la su-a azione monotonamente basata sul lavoro al corpo, si è esposto con troppa frequenza a colpi che avrebbero inesorabilmente stroncato un atleta di lui meno solido. Halimi ha accumulato un leggero vantaggio già nelle prime riprese e tale vantaggio è progressivamente cresciuto' sino a diventare incolmabile quando il combattimento si è avviato alle fasi conclusive. Le ultime cinque riprese hanno vÀsto D'Agata caparbiamente proiettato all'attacco alla ricerca del colpo duro ma Halimi, pur accusando anch'cgli la, fatica ed- avendo quindi perduto in potenza ed in preci sione, è stato sempre il più efficace ed ha sottoposto l'ita liano ad un durissimo penoso calvario. D'Agata ha terminato il- combattimento in piedi, e non si può negare che l'unii liazionc del k.o. altri pugili non sarebbero riusciti ad evi tare. Ma raccontiamo la serata dall'inizio, o meglio da quando, terminati i combattimenti preliminari (nei quali il piuma Ventaja ha battuto ai punti lo spagnolo Garda ed II ■peso massimo Vidal ha con quistato contro Mols il titolo francese della categoria) è stato preannunciato l'ingresso sul ring dei due contendenti per 11 titolo mondiale dei gallo. Quando Mario D'Agata sbucando dal sotterraneo che dagli spogliatoi dei pugili conduce nell'arena del Palazzo dello Sport, fu centrato dal lungo fascio luminoso di un riflettore, il vasto anello — al centro del quale solo spicca, nella completa oscurità, il bianco quadrato — da più ore era già in ebollizione. Un ero- giuolo nel quale bolliva a fuoco vivo tutta la passione, tutta la febbre che il confronto fra l'italiano campione del mondo ed il francese aspirante alla sua successione ha suscitato. A D'Agata, come d'altra parte per Halimi, gli organizzatori hanno riservato una « entrata > all'americana; preceduto da un immenso vessillo tricolore e avvolto nel bianco fascio del riflettore, Mario D'Agata ha percorso il breve tratto di corsia che lo separava dal quadrato con un'aria trasognata., che egli forse non si attendeva una tale messinscena. La cabina musicale di servizio trasmetteva intanto la musica di un inno che avrebbe dovuto essere quello italiano. Quarantamila — c forse più — occhi convergevano nell'istante preciso verso quell'uomo minuto che, sorridente, saliva rapidamente sul ring alla maniera dei pugili salutava l'immensa folla. Una folla che ha superato iti numero tutte le previsioni, perché sin da mezzogiorno era diventato impossibile procurarsi un biglietto d'entrata se non alla borsa nera. I posti « popolarti, (in piedi) si son venduti stasera a due-tremila franchi; quelli di <ring* son saliti fino a venti-venticinquemila franchi. Ed anche a questo prezzo non era facile procurarseli. Molta gente è infatti rimasta fuori ed ha dovuto attendere nei caffè vicini al Palazzo dello Sport il solo annuncio del risultato finale, che nessì'n radiocronista è stato autorizzato a trasmettere in presa diretta le fasi dell'incontro. I preliminari d'obbligo sono rapidamente sbrigati e, spentesi le luci in sala inizia l'immane lotta, mentre la folla trattiene il respiro. Prima ripresa. — Prime battute di approccio, poi Halimi si porta all'attacco, usando prevalentemente il sinistro. Qualche fase un po' confusa induce l'arbitro a richiamare non ufficialmente i pugili per combattimento a testa bassa. In uno scambio a corta distanza Halimi si fa applaudire per un fulmineo sinistro al viso, doppiato con un destro alla figura, ma D'Agata controlla bene l'azione. Leggero vantaggio di Halimi. Seconda ripresa. — Il combattimento si svolge a ritmo piuttosto lento, troppo lento certamente per due pesi gallo. Un gancio sinistro di Halimi colpisce D'Agata al fega¬ to, questi reagisce stringendo alle corde l'avversario, ma Halimi appare sempre più pronto e convinto nel colpire e termina ancora in leggero vantaggio. Terza ripresa. — Anche Halimi boxa a testa bassa e l'arbitro richiama nuovamente i pugili. La lotta poi confidila sugli schemi delle due precedenti, con leggero vantaggio dello sfidante, finché a pochi secondi dal gong, un banale incidente distrae D'Agata: un corto circuito sj sprigiona fra le lampade che illuminano ti quadrato e l'italiano è colpito alla spalla da un frammento incandescente. La sua azione si interrompe per il dolore improvviso e Halimi ne approfitta per colpire ancora. L'inusitato contrattempo costringe ad interrompere temporaneamente il confronto. I due pugili lasciano il quadrato e vi salgono vigili del fuoco ed elcttricisti per spegnere il principio di incendio e riparare il guasto. Dopo un quarto d'ora abbondante tutto è a posto e l'arbitro richiama i due contendenti sul ring. Quarta ripresa. — D'Agata sembra più aggressivo, ma la sua azione è priva d'estro, la sua condotta di combattimento non si distacca dagli sche¬ mi' soliti, egli lavora al corpo trascurando le opportunità di colpire l'avversario in bersagli più determinanti. D'Agata ha la meglio comunque nel forcing, ma all'uscita dai corpo a corpo Halimi è sempre pronto a rispondere con pesanti colpi di entrambe le mani. Ripresa pari. Quinta ripresa. — L'arbitro invita ancora i pugili a non combattere a testa bassa. D'Agata si porta all'attacco e colpisce duramente Halimi al corpo, ma il fraìicese risponde con una grugnitola di colpi e nel finale martella incessantemente l'avversario, che appare in difficoltà, Netto vantaggio di Halimi. Sesta ripresa — D'Agata, con il suo caratteristico modo di combattere avanzando, si espone troppo ai colpi c la sua resistenza è messa a dura prova dai corti e secchi ganci del francese, velocissimo nel colpire con entrambi i pugni. Allo uscita da un corpo a corpo D'Agata incassa un destro ed un sinistro al viso ed ha una smorfia di dolore. Netto vantaggio di Halimi. Settima ripresa — Sulla falsariga della precedente, con scariche di Halimi al volto di D'Agata, che non riesce a da¬ re continuità alla sua azione. Reagisce con qualche buon colpo alla figura, ma è troppo lento e troppo scoperto per essere efficace. Ancora vantaggio per Halimi. Ottava ripresa — Ancora il francese in vantaggio. D'Agata appare provato e cerca di < legare » /'avversario per1 guadagnare tempo. Halimi riesce però a piazzare altri duri colpi e l'italiano dà l'impressione di essere seriamente in difficoltà. Nona ripresa — La velocità dei colpi- di Halimi impedisce a D'Agata di far valere la sua caratteristica tattica a rullo compressore e poiché l'italiano non ha altre armi tecniche per indirizzare altrimenti il suo jjioco, il confronto non si distacca dalla fisionomia del rounds precedenti. Ancora Halimi in vantaggio. Decima ripresa — Vantaggio dello sfidante. Halimi ha la potenza un po' appannata dalla fatica, ma è sempre mobile sulle gambe e preciso.nei colpi. Il francese incassa un brutto destro alla mascella, reagisce con una scarica che coglie ancora D'Agata allo scoperto. Undicesima ripresa — D'Agata sembra riscuotersi, e ri-j sponde con disperata energia alle scariche dell'avversario ma Halimi si riprende e nel finale sottopone l'italiano ad uno spietato martellamento. Dodicesima ripresa—D'Agata appare sfinito, attacca ma con idee annebbiate e va sovente fuori misura. Halimi, più lucido, sa di avere la vittoria in tasca e si controlla, evitando di esporsi troppo, tuttavia alcune scariche efficaci gli assicurano il vantaggio. Tredicesima ripresa — D'Agata si butta all'attacco con la forza della disperazione e la sua foga costringe Halimi alle corde, dove il francese incassa qualche duro colpo al viso e al corpo. Il francese reagisce ma ha perso enormemente in potenza ed accusa la fatica, quindi D'Agata riesce ad assicurarsi nella ripresa un platonico, leggerissimo vantaggio. Quattordicesima ripresa — D'Agata continua nei suoi ostinati attacchi, ina senza riuscire ad azzeccare un colpo decisivo; anche Halimi ha ormai le gambe rese pesanti dalla fatica, ma riesce egualmente a scuotere l'avversario con un « uno-due » al volto e ad aggiudicarsi il round. Quindicesima ripresa — Ultimi tre minuti di lotta. Halimi ma\ virtualmente campione e si difende dalle sfuriate dell'avversario, badando a non compromettere con un'imprudenza il successo ormai sicuro. Quando il gong finale interrompe la. lotta con D'Agata empre all'attacco, l'arbitro De Bakker alza il braccio di Halimi senza alcuna esitazione. D'Agata ha disputato in definitiva un combattimento as sai coraggioso, ma ha complesivamente deluso, perché mai nel corso delle 15 riprese i statò sfiorato dall'estro e dal'intelligenza tattica che sono l retaggio dei grandi campio ni della boxe. Halimi, il trionfatore della erata, ha dichiarato ai gior nalisti che D'Agata è stato un durissimo combattente, che lo ha costretto ad impegnarsi a. fondo per ottenere la vittoria. Cecchi, manager di D'Agata, ha invece dichiarato che, a parer suo, l'incontro doveva essere sospeso definitivamente al momento dell'interruzione causata dal noto incidente al'impianto di illuminazione. Domandandogli se pensasse che la concessione della vitto-' ria ad Halimi non fosse corretta, Cecchi ha risposto che < non è questo il punto ». « E' la direzione del combattimento che è stata cattiva — ha soggiunto Cecchi. — Per il bene dello sport, credo che D'Agata dovrebbe avere un incontro di rivincila con Halimi entro tre mesi a Milano ». Mano Bordone Mario D'Agata (a destra) colpisce Halimi durante 11 suo disperato «serrate». (Telefoto)

Luoghi citati: Alphonsc Halimi, Milano, Parigi