Come Togliatti prepara il prossimo congresso del PCI di Enzo Forcella

Come Togliatti prepara il prossimo congresso del PCI Come Togliatti prepara il prossimo congresso del PCI I lavori si mizierannn sabato a Roma, ma nella scelta dei delegati, gli oppositori interni, sotto la pressione dell'» apparato» non hanno praticamente avuto la possibilità di esprimersi - Il loro anticonformismo si è manifestato soltanto con la non partecipazione alle assemblee di cellule e con le cancellature nelle «liste bloccate» - Le rivalità interne Roma, lunedi mattina. Ieri si sono conclusi gli ultimi congressi provinciali del partito comunista dove sono stati eletti i delegati che sabato inizieranno a Roma i lavori dell'ottavo congresso. Il congresso, come si sa, avrebbe dovuto svolgerai a Livorno, e solo all'ultimo momento è stato trasferito a Roma. La segreteria del partito ha attribuito la responsabilità dello spostamento a un intervento delle autorità locali di polizia, che ha fatto mancare la possibilità di utilizzare la sala fissata. Non sappiamo se l'intervento vi sia effettivamente stato, ma, in caso affermativo, è certo che ai dirigenti del PCI è riuscito estremamente gradito. Si era incominciato a ricordare con troppa insistenza il congresso di Livorno che nel 1921 portò alla rottura del vecchio partito socialista e alla costituzione del partito comunista. Proprio a Livorno, inoltre, i comunisti locali hanno dato vita, negli ultimi tempi, a uno dei più combattivi centri di opposizione interna del partito. Ve n'era abbastanza, quindi, per consigliare Togliatti e 1 suoi collaboratori a trasferire il dibattito congressuale in una sede più -tranquilla e neutrale. Non occorrono molte parole per Illustrare la drammatica crisi che sta attraversando il comunismo italiano. Dall'epoca del congresso di Mosca, e soprattutto dalle rivelazioni antistaliniane di Kruscév, tutto per esso, è entrato in discussione: la sua politica, la sua ideologia, 1 suol quadri diret tlvi, le sue alleanze; in una parola, le ragioni stesse della sua esistenza. I fatti di Ungheria, col relativo allinea mento sulle posizioni della re pressioni staliniana - (ancora Ieri, parlando a Roma, Amen' dola ha ripetuto: «Noi slamo con l'Unione Sovietica e con l'esercito rosso, noi sappiamo eho l'esercito, sovietico ha salvato il socialismo in Ungheria e la patfe nel mondo») hanno dato il colpo di grazia a questa crisi che Ano allora Togliatti — presentandosi come il capo che avrebbe potuto imprimere al partito una decisa e spregiudicata spinta revisionistica — era riuscito in qualche modo a mascherare. Le illusioni che aveva fatto nascere il Togliatti. della famosa intervista a «Nuovi argomenti » sono ormai cadute Nessuno si aspetta da lui qualcosa di diverso da quel che è sempre stato: un tattico abilissimo, un politico senza rivali nell'arte di adeguarsi tempestivamente a ogni svol ta del gruppo dirigente sovietico (tanto tempestivamente, da dare spesso l'impressione di avere precorso gli eventi) ma deciso a non perdere mai il contatto con lo Stato-guida, refrattario a qualsiasi iniziativa realmente autonoma. «Ha tutte le qualità », ha detto di lui l'ex-ambasciatore a Varsavia Reale, « peccato gli manchi quella di prevedere il futuro e di poter sapere perciò, con qualche mese di anticipo, ciò che avverrà a Mosca». Il dibattito precongressuale, le manifestazioni degli intellettuali, gli atteggiamenti anticonformistici di Di Vittorio e di altri parlamentari, e, infine, l'andamento dei congressi provinciali, hanno dimostrato che il partito reagisce con insofferenza al neoconformismo che il gruppo dirigente gli impone. Tuttavia, sotto la pressione dell'apparato (che non è un'invenzione degli avversari, ma una realtà che limita in mille modi la libertà degli iscritti) l'opposizione ha trovato scarsi e indiretti mezzi di espressione politica. I due più usati sono stati la mancata partecipazione alle assemblee di cellula e le cancellature nelle « liste bloccate » del delegati al congresso. Una percentuale altissima di iscritti, che, secondo cifre circolanti all'Interno stesso del P.CL, ascenderebbe tra 11 60 e il 60 per cento, avrebbe evitato di partecipare alle votazioni precongressuali. Quanto alle cancellature, si può citare, tra gli altri, il caso di Napoli, dove il segretario regionale, Caociapuoti, e gli altri funzionari sostenuti da Giorgio Amendola ne hanno raccolte tre. centosettanta, su meno di novecento votanti. Un altro discorso potrebbe essere fatto sulla composizione delle liste, sulla circolare di Amendola, che « consigliava» l'inserimento dei parlamentari e dei funzionari di partito, sugli spostamenti di candidati da una provincia all'altra (ci dicono, per esempio, che 1 comunisti looali si siano molto stupiti nel vedere nella •lista di Alessandria, Flecchia e Rita Montagnana), e così via. La conclusione è malinconica. Con tutto quello .che è avvenuto, è difficile che a Roma riesca a esprimersi una «opposizione di base » dichia rata a Togliatti e ai suoi col laboratori. Resta a vedere se si potrà delineare — e se se ne riusciranno a cogliere le manifestazioni — quella opposizione più sottile che si muove con estrema cautela per linee interne e che pone l'uno contro l'altro, gruppo contro gruppo, 1 principali dirigenti del partito, tanto per fare dei nomi: Togliatti, Secchia, Terracini, Longo, DI Vittorio. Enzo Forcella SU All'Esposizione parigina del cani di compagnia al Duca di Windsor è stato assegnato, In una delle categorie, 11 1° premio per 11 suo «Davy Crockett» e alla duchessa 11 2° per 11 suo « Goldengleam Trooper ». (Telefoto)