A Berna, tra la Svizzera e l'Italia un giusto pareggio senza bel gioco: 1-1

A Berna, tra la Svizzera e l'Italia un giusto pareggio senza bel gioco: 1-1 »I FRONTE A0 OLTRE SESSAXTAMKLA SPETTATORI A Berna, tra la Svizzera e l'Italia un giusto pareggio senza bel gioco: 1-1 Le due squadre hanno manovrato discretamente solo nel primo tempo - "Botta,, di Ballaman al 26° e "risposta,, di Firmani al 35° - Molte scorrettezze nella ripresa Il rossocrociato Casali espulso per un fallo su Agnoletto - Gratton azzoppato - La deludente prova di Montuori ha inciso sul rendimento dell'intero nostro attacco DAL NOSTRO INVIATO Berna, lunedi mattina. La partita. Dal punto di vista tecnico, accettabile ed tn parte anche approvabile soltanto per il primo tempo. Dal punto di vista dell'interesse, un deciso crollo dell'ultima mezz'ora. Per la squadra italiana, una prova non veramente scadente, ma certo più negativa che positiva. Per l'undici elvetico, un grande sfoggio di combattività e di impegno, con punte e sviluppi tecnici decisamente superiori all'attesa. Come risultato, una cosa equa, con possibilità di correzione, per chi volesse farlo, solo a vantaggio dei padror ni di casa. Come spettacolo, nulla di speciale, qualche promessa non mantenuta e un abbandono finale e generale del senso di correttezza che è da deplorare, e che è culminato — fatto estremamente raro per un incontro internazionale — nell'espulsione di un giocatore. Il primo tempo è stato superiore della testa e delle spalle al secondo: in tutti i sensi di cui si è detto, ma principalmenie in quello del gioco. Verità vuole che si dica ohe quanto di soddisfacente si è visto in questo periodo è stato di marca svizzera. Il « catenaccio » ha imperato, ha dettato regola, ma, a gettare un vivido fascio di. luce sull'opera degli elvetici, sono stati i loro attaccanti che ogni volta che hanno potuto sguinzagliarsi tn avanti 10 hanno fatto in circostanze favorevoli, questo sì, ma con uno spirito di iniziativa, con uno slancio e principalmente con una padronanza della palla del tutto superiori all'attesa. Le espressioni di maggior lode che si possono usare per questo incontro, non possono avere per oggetto altro che la prima linea degli elvetici. La nostra, al confronto non è mai esistita come settore di squadra vero e proprio: non è esistita come gioco d'assieme, non la si è vista come capacità tecnica, non ha dato prove di possibilità penetrative. Fatto saliente e sorprendente del comportamento del nostro reparto di avanguardia, è stato l'oscuramento di forma di Montuori. Forse una della sue giornate più nere da quando gioca per una squadra italiana. Quando mancano la chiarezza di vedute, la lucidità di intuito e la forza trascinatrice di Montuori, il colpo è grave per l'attacco degli azzurri, precisamente come lo è in campionato per quello della Fiorentina. Così ieri non si è visto né il gioco stretto ed egoista del duo Montuori-Firmani; né quello largo ed altruistico che si stende su tutto il fronte della linea. Si sono viste diverse cose belle da parte di Firmani, come giocatore individuale invece: quella sua rete che ci ha evitato la sconfitta in primo luogo, alcuni suoi spunti precisi e nitidi, e quel finale di gara che ha avuto in lui l'unico uomo nostro a tenere ancora la testa a posto. Là partita ha avuto luogo in giornata chiara e serena e su un terreno in buone condizioni. Fortunatamente aveva cessato di piovere durante la notte e la temperatura aveva fatto un balzo verso l'alto. E 11 recinto che aveva ospitata la storica finale del campionato del mondo nel 195i era gremito fino all'inverosimile. L'altoparlante doveva, a meta tempo, enunciare l'entrata di 51.050 spettatori paganti, per cui st può calcolare che i presenti ammontassero ad almeno sessantamila. La solita banda sul campo, banda civile, ma in divisa napoleonica, i soliti inni, e l'altoparlante che, prima di annunciare la formazione delle due squadre, proclama in tre lingue perché capiscano tutti, i vicini e i lontani, che l'incontro si svolge fra i « rappresentanti di due popoli liberi*: una dichiarazione che fa scattare in piedi tutti quanti e che dà luogo a una manifestazione lunga, vibrante, commovente. Capisca chi vuole. L'accordo fra le due parti era intervenuto nel senso che nel corso della partita si po tesse puramente procedere al cambiamento del portiere e di nessun altro giocatore in campo. Dirigenti che dopo di avere voluto provarle tutte, si decidono finalmente a rinsavire con un ritorno alla normalità. Riuscito a divincolarsi da difficoltà di ogni genere, l'arbitro ungherese Zsolt è arrivato all'ultima ora, ma la direzione della gara resta ormai ferma nelle mani dell'olandese Horn. Inizio puntuale alle ore 15. La Svizzera vince il sorteggio del campo e l'Italia ha il calcio d'inizio. Occhi puntati sullo schieramento che assumono gli uomini delle due parti non appena incominciano il gioco. Portiere a parte, la Svizzera si dispone su quattro linee: il terzino Casali difensore volante, poi tre altri «omini di difesa pura, indi il centro-mediano e il centro-avanti a coprire il vuoto di metà campo, e infine quattro attaccanti. Per l'Italia la disposizione a cui ci siamo abituati: in prima linea il solo Gratton in posizione arretrata, poi tutto normale, con Orzan che accentua la sua posizione di cauta ed esclusiva difesa. Si- sviluppa il gioco e la Svizzera attacca meglio e più sovente dell'Italia. Meier di dietro distribuisce con criterio e precisione, e Ballaman e Huegi davanti a lui sgusciano via veloci, ;.on tenendo la palla un attimo più del necessario. Nella nostra prima linea si nota subito la mancanza di gioco. Tortul sciupa una buona occasione centrando dietro alla schiena di Firmani invece che davanti al suo piede. Sono gli altri che attaccano invece, e la nostra difesa ha più lavoro di quanto ne possa desiderare. Huegi colpisce al volo un lungo centro alto proveniente da Riva e Ghezzi risponde con una bella parata alta. Va e va finché gli svizzeri segnano. Siamo al 86' di gioco e i nostri avversari fruiscono di un angolo sulla destra loro. Tira lungo e alto Riva e laggiù all'altezza del lontano montante salta fuori Ballaman marcato da nessuno e tira subito. La palla tocca terra, ha un rimbalzo alto e passando sopra il corpo di Ghezzi ohe si è proiettato in avanti, penetra senz'altro in rete. Se l'undici nostro funzionasse a dovere e desse prova di saperci fare, sarebbe poco male: ma, come vanno le cose, è un guaio. Perché nemmeno sull'1-0 la nostra prima linea ritrova se stessa come intesa e come senso pratico. Montuori è irriconoscibile. Per la Svizzera il centromediano Frosio assume ora posizione più arretrata e fa il difensore puro, come per far fronte a una eventuale e vigorosa reazione italiana. Questa reazione vie- ne, ma pallida e cunfusa e non direbbe nulla se ad un dato punto non saltasse fuori Fir?nani a risolvere quanto è risolvibile della situazione, coll'ottenimento del pareggio. E' un € a solo >, quello del centravanti sampdoriano. Egli, a un dato momento di un'azione che pare debba come tante altre sfociare nel nulla, viene a trovarsi in posizione di mezz'ala sinistra, fuori area per alcuni metri. Riceve la Italia e, invece di continuare la danza dei passaggi brevi, di colpo gira su se stesso e spara con un gesto da < la va o la spacca». La va. Colpita, certo volutamente, di taglio, la palla sorvola lo sbarramen¬ to elvetico, cambia di direzione, sfiora il uicino montante sulla destra di Parlier ed entra in rete. Sorpreso, il portiere è rimasto a guardare. Pur freddo com'è, Firmani, dopo di essere rimasto un istante a guardare, scatta in un gran balzo di gioia 1-1. Siamo al 35° minuto. Le due squadre ansimano a seguito della botta e risposta, restano come pensose della situazione, e vanno caute, e non succede più altro. Quando, dopo l'intervallo, le due squadre ritornano in campo, per qualche po' si gioca ancora. Un provvidenziale fuorigioco ferma Ballaman mentre, ben lanciato da Antenen, egli se ne sta filando via da solo. Poi Montuori, che continua a giocare alla cieca, spara alto da ottima posizione. E da quel momento, il gioco deteriora e degenera, e tutto va a rotoli. Si becca uno strappo muscolare Gratton, che non viene sostituito perché non si può. Magnini piomba su Riva con un fallo così brutto da dimostrare gran nervosismo; Huegi se ne va via da solo e termina con un forte e preciso tiro a mezz'altezza e Ghezzi risponde con un gran balzo e con la miglior parata della giornata. Falli di qua, falli di là, e palla fuori ad ogni possibile occasione. Finché, a cinque minuti dal termine, Casali arriva su Agnoletto come una catapulta e lo azzoppa. L'itar liano viene trasportato fuori campo per un minuto o due, o l'arbitro espelle lo svizzero. Nel gran caos, la partita finisce con una nuova sventata sventola mol'o fuori il bersaglio di Montuori. 1-1. Non fa male a nessuno. Ma fa, come sono andate le cose, maggior bene, per quanto verificatosi all'estero, all'undici elvetico che non al nostro. Vittorio Pozzo Trentacinquesimo minuto del primo tempo: Firmani ha appena terminato l'azione che darà il pareggio all'Italia (Telef.)