2-1 dei granata alla Fiorentina

2-1 dei granata alla Fiorentina RETI DI ABCE^ MOXTUOKi E RICACrISII 2-1 dei granata alla Fiorentina Esordio di Tacchi - Chiappella espulso - Bella partita di Grava e Rigamonti E' un miracolo questa vittoria dei granata sui campioni. Chi ha assistito alla partita non credeva che il Torino riuscisse a farcela. Netto il distacco di classe; solamente nello slancio il Torino ricuperava, e spesso non riusciva, malgrado tutto il suo vigore combattivo, a districarsi. Ha segnato nei primi minuti, ha subito poco dopo il pareggio ed è tornato in vantaggio a sei minuti dalla fine del primo lem. po. La prima ■mezz' ora di gioco della Fiorentina è stata splendida. Essa et ha offerto tutto quello che di bello può offrire una squadra come gioco individuale e collettivo. Non c'era da farsi illusioni. Era una squadra in cattedra. Abbiamo visto il Torino sommerso da quella marea di gioco e abbiamo pensato che non dovesse più riaffiorare. E' ritornato invece a galla e il gol segnato da Ricagni lo ha rimesso sulla via della vittoria e dalla quale non doveva più scostarsi. Partita bella per 'metà, e per metà francamente brutta. Il gioco ha preso nella ripresa altra strada, la Fiorentina s'è vista ridotta a dieci uomini alla metà circa del tempo per l'espulsione di Chiappella, ma non ha per questo ceduto il comando del gioco. L'impressione conclusiva che se ne ricava è di una squadra che ha cucito a doppio filo lo scudetto sulle maglie. Quella sua mezz'ora iniziale a cui abbiamo già accennato, è difficile da eguagliare. La tecnica di squadra diventava alta lirica di gioco, se ne restava ammirati, incuteva rispetto alla folla. E' un peccato che poi la partita si sia guastata perché eravamo avviati ad assistere ad uno spettacolo degno di una platea di buongustai. Ha segnato per primo il Torino al 3° minuto, quasi di sorpresa. La Fiorentina, che aveva battuto il calcio d'inizio, si era lanciata subito all'offensiva snodando le sue azioni con fresca manovra. Restò aH'attac. co circa tre minuti e la folla cominciò ad ansare per l'emozione. Il Torino non riusciva a prender fiato. Poi scattò il contrattacco dei granata, in poche battute perché a Torino non è squadra di lunga manovra. Uno scambio rapido, avanzando, fra Bodi e Armano, poi il primo centrava quasi sulla linea bianca di fondo. Sul pallone piombò Arce, uscì Sarti buttandosi in tuffo: il granata che era riuscito a toccare la sfera per primo, aggravò l'errore di tempo del portiere e la palla (l'azione si concludeva a due passi dai pali) rotolò lentamente nella rete. Era una cattiva partenza per la Fiorentina, ma a questo punto cominciò lo spettacolo. Costretta a ricuperare, la squadra viola si scatenò. Fu come se iniziasse una sinfonia di trascinante ritmo, ora con pezzi cesellati di solisti, ora con una orchestrazione così ampia e avvincente che faceva tacere perfino il clamore del pubblico. Per i granata divenne un problema cercare la palla in quell'allucinante saettare di avversari in ogni direzione. Il co¬ lspdrfctJpcPaavlllllllllllll 1111 ■■ 11 < 11 11 I > 111 ■ 111111 11 [ 1111111111111! lor viola era predominante, stendeva come una enorme pennellata su tutta l'ampiezza della metà campo torinese. A questo punto si capì.che il Torino stava per essere sopraffatto. Al IV gli assaltanti toccavano la mèta. L'azione partiva da un rimpallo su Grosso, Julinho si impadr'oniva della palla, avanzava dondolando nella mischia come un segugio che attraversi una siepe, quindi toccava a Montuori scostato di pochi passi sulla destra. Prima ancora che tirasse si capì che il gol era già fatto. Montuori vide improvvisamente apparirgli davanti mezza porta scoperta: nulla du fare per Rigamonti. Raggiunto il pareggio, la Fiorentina non si accontentò. Volle continuare sullo slancio per mandare definitivamente al tappeto il già tentennante avversario. Tirò fuori dal bagaglio tutto il meglio che pos sedeva e lo sciorinò davanti alla folla attonita. Come poteva il Torino superare quella barriera di giocot Stretta nella sua area la squadra granata faceva blocco. Un corpo a corpo pressoché continuo, lot- ta accanita su ogni pallone, e sempre col cuore in gola. Il Torino resistette. Si salvava in corner quando non riusciva a liberare, la squadra si restringeva sempre più, erigendo a sua volta un muro di difesa davanti a quel muro di gioco. Montuori e Julinho meriterebbero tutto un capitolo per essi soli. Julinho è un tecnico e un giocoliere, l'artista sovrasta il giocatore, c'è in lui qualcosa di più alto, di più complesso c di più ispirato per cui la parola classe, buona per tanti, per lui non è più sufficiente. Ah, se il calcio fosse tutto così! Il Torino, insomma, pareva già spacciato. Al ST c'era stato un incidente in cui Magnini aveva rischiato l'espulsione per un calcio sferrato a Tacchi che proprio non aveva fatto nulla pur meritarselo. Jonni volle essere blando, forse per non guastare la partita. L'incidente per il momento non ebbe segwto, la Fiorentina riprese la sua corsa ma praticamente la sua offensiva era già finita al 30° quando Rigamonti parava in extremis un tiro di punizione di Cervato che già sembrava aver rag giunto il bersaglio. E' stata la parata che ha salvato il Tori no. La squadra ritornò con la testa fuori dai gorghi del gioco. Quando meno la folla se l'attendeva, la compagine gra- 11 ■ Il II 1111IIIIII ^: 11111111111 II III 11! Il I II I ■ 1 III 11111111D nato è passata; come sempre, In poche battuto. Erano trascorsi appena due minuti dall'incidente di Magnini e il Torino stava fiondando qualche lungo passaggio per ridare respiro al suo gioco rattrappito. Un allungo di Grosso al centro, cadeva su un gruppetto di giocatori al limite dell'area. Tacchi, il più piccolo di tutti, riusciva a toccare di testa mandando la palla verso il fondo sulla sinistra dell'attacco. Tutti la trascurarono pensando che fosse una palla perduta; tutti meno uno: Ricagni. Il granata la rincorse e la raggiunse proprio sulla linea bio?ica a sette od otto metri dal palo alla destra di Sarti. Da quella posizione tutt'altro che favorevole, egli tirò di sinistro raso terra verso la rete, Sarti era appoggiato al palo e col suo corpo copriva quindi tutto to specchio della porta che Ricagni poteva vedere. Come la palla abbia potuto entrare in rete è un mistoro che solamente Sarti ci potrebbe spiegare. Tiro dosato, preciso, misurato di Ricagni, ma inconfutabile colpa di Sarti che se ne restò immobile, non abbozzò nemmeno un tentativo di tuffo, forse stimò che la palla uscisse dall'altro lato della porta. E questo è l'errore che ha deciso le sorti della Fiorentina. Nella ripresa la partita è stata tutt'altra cosa. Da una parte la Fiorentina perdette l'estro del gioco, dall'altra il Torino rinforzò le linee arretrate per salvare il bottino. Il gioco prese una strada assai meno piacevole di prima, in certi momenti si inasprì, la squadra viola ora non tanto giocava quanto cercava di sfondare; Julinho andava ora a destra ora a sinistra per cercare il varco; Virgili, già scarsamente in rilievo nel primo tempo, appariva del tutto fuori ritmo e incerto sulla palla; Montuori sfacchinava ma gli mancava la i-spalla y>; Gratton svolgeva un onesto lavoro ma senza stacco. Inutilmente i terzini si spingevano fino a me tà campo per aumentare la pressione dell'offensiva. Dall'altra parte la marcatura degli uomini era perfetta. I granata si erano distribuiti saggiamente i compiti, avversari liberi non ne esistevano più, inutile il palleggio di Julinho, sciupate le sfacchinate di Montuori, un evidente impaccio frenava la manovra del. la Fiorentina, disordinata, a volte convulsa, pervasa da nervosismo. Frantumata la manovra, sembrava farsi più alta la statura dei difensori: Grosso Ganzer, Grava, Brancaleone Rimbaldo, Bodi, uomini di gran tempra e di gran temperamento, uomini da mischia, lottatori tenaci. Il Torino non manteneva all'attacco stabilmente che due uomini soli: Arce e Tacchi. Armano impegnato in ruoZi difensivi vi appariva saltuariamente; Ricagni, stazionante a mezza strada fra attacco e difesa, vi giun. geva a tratti per abbozzare una controffensiva, la battaalia era tutta alle spalle. Il calo della Fiorentina, come tecnica e come stile, già profilava il risultato dell'incontro. Al 20° minuto Chiappella veniva espulso. L'episodio avvenne così. Nell'inseguire una palla che stava per uscire dalla linea laterale, Arce saltava addirittura sulla schiena di Chiappella che gli era davanti e sorvegliava l'uscita della sfera. Brutto fallo perché Arce andò con le ginocchia sui fianchi del fiorentino. Rialzatosi, Chiappella reagiva violentemente contro l'avversario mentre era a terra. L'arbitro aveva già tollerato il fallo di Magnini e benché avesse certamente rilevato la provocazione di Arce, non poteva essere lun. (/anime ancTte questa volta. Ridotta in dieci uomini la Fiorentina reagì rabbiosamente. Più volte Magnini si spinse fin sul fronte dell'attacco, il gioco divenne una mischia, certe situazioni davanti alla porta di Rigamonti vennero sbHgate con interventi di estrema decisione. Brutto finale. A tre minuti dal termine Armano sbagliò a porta vuota un'occasione di eccezionale facilità. Ma tre goals sarebbero stati troppi. Ettore Berrà

Luoghi citati: Arce, Grosso, Torino