Il problema della manodopera Impiegata nei lavori agricoli

Il problema della manodopera Impiegata nei lavori agricoli Si d4ttewt& ami ri*t & suiVuhoMzione «leff ixénip&mibiie» Il problema della manodopera Impiegata nei lavori agricoli L'obbligo aile aziende di occupare m minimo di lavoratori è attualmente applicato in 18 province del Nord ed in 17 del Sud -1 braccianti lo considerano una conquista sindacale - Un delicato compito per il Governo H problema dell'imponibile di mano d'opera in agricoltura è oggi più che mai all'ordine del giorno. Nei recenti convegni degli agricoltori vi si è fatto insistente riferimento, dichiarandolo « ormai maturo per essere affrontato con decisione ». Lo stesso ministro per l'Agricoltura è sembrato condividere questa opinione. Gli agricoltori di parecchie province si sono rumorosamente opposti al rinnovo dei relativi decreti o dei corrispondenti accordi sindacali. Tuttavia i lavori della Commissione centrale GbsgshpuislsqCcdpènprevista dalla legge del jc1949 non sembrano avere1 bapprodato alle attese con-J clusioni. Perché? cSe si vuole uscire dalla .dlamentosa situazione nella [nquale per tanti anni ci siipè dibattuti a questo riguar-.ndo, bisogna guardare le co-1 ise come stanno. Bisogna, [tcioè, anzitutto distinguere |vle diverse situazioni nelle j dquali l'imponibile si applica Iae considerare poi distinta-1 dmente gli aspetti — dicia-Izmo così — sostanziali e j qquelli politico-sindacali del | cnclopproblema. Continuare a strillare, chiedere una inversione di politica senza indicare i mezzi per realizzarla, serve a niente. L'imposizione alle aziende agrarie di occupare nei vari periodi dell'anno un minimo di unità lavorative I si applica nel nostro Paese solo ai due estremi della penisola: nella Valle Padana e nelle regioni meridionali, in diciotto province settentrionali e in diciassette meridionali. ìI due ambienti sono cosìjdiversi sotto tutti gli aspet-iti che è fin troppo chiara.la non applicabilità all'uno;delle considerazioni che vai gono per l'altro. Nel Mezzogiorno l'imponibile è applicato in tutte le zone nelle quali la popolazione agricola ha carattere prevalentemente bracciantile e si trova in un rapporto particolarmente squilibrato rispetto alle ordinarie offerte di occupazione. Esso costituisce una sola delle numerose armi — quasi tutte altrettanto onerose e artificiose — con le quali si cerca non di eliminare, ma di attenuare, il pauroso problema della disoccupazione meridionale, la cui soluzione può essere trovata solo fuori dell'agricoltura e a carico di tutta la nazione. In questi ultimi anni l'imponibile è stato di volta in volta più o meno duramente applicato nel Sud a seconda della consistenza degli altri interventi. Negli anni tra il 1950 e il 1954, nel pieno dei lavori di bonifica e di riforma fondiaria, la sua pressione si era notevolmente attenuata e probabilmente un tentativo per la sua abolizione non avrebbe incontrato eccessive resistenze. Oggi, almeno in molti dei luoghi nei quali si applica, la situazione della disoccupazione sembra esser ritornata tale da farne apparire, purtroppo, poco opportuna l'abolizione. Ciò non toglie che anche nel Mezzogiorno possano trovare applicazione almeno parziale molti dei .suggerimenti che nel Nord'possono, invece, avviare a soluzione il problema. Nel Nord, infatti, la situazione obiettiva è molto favorevole all'eliminazione di un così grave intralcio al normale funzionamento delle aziende agrarie. Non soltanto la disoccupazione agricola è venuta continua-mente diminuendo, ma il va-Sto esodo rurale in atto nel- le ramnaene settentrionali 16 campagne settentrionali testimonia la possibilità di un assorbimento dei disoc-cupati nelle attività nonagricole. Il quadro genera-i i„ „^„=^f<-j„o . i™ ie, la prospettiva a lun j termine e, quindi — contra-riamente che per il Sud —nettamente favorevole all'è-liminazione di quell'eccezionale provvedimento di emergenza che è appunto l'imponibile. Senonché — ed è questo il punto sul quale conviene concentrare l'attenzione — gli ostacoli in questo caso sono rappresentati da un lato — diciamo così — dalla prospettiva a breve termine e dall'altro dalla funzione che l'imponibile è venuto sempre più chiaramente assumendo nella lotta sindacale. E' un fatto che le zone bracciantili nelle quali l'imponibile è stato applicato non presentano quei procesai di esodo ruraie in atto altrove. Un'improvvisa eliminazione dell'imponibile porterebbe, quindi, inevitabilmente ad una dura crisi della categorie bracciantili. Grazie appunto all'imponibile e alle altre efficaci difese realizzate da efficienti organizzazioni sindacali, queste categorie, se anche non bvgqhanno raggiunto né redditi laparticolarmente elevati né'nuna assoluta continuità di j pimpiego, vivono oggi in una situazione di relativa stabilità, che considerano giù stamente come una loro con ssmdquista e un loro diritto, j nUzanduuoinipChiedere ad esse la rinuncia a questa essenziale condizione di vita senza un compenso e senza una garanzia è chiedere loro l'accettazione d'una sconfitta prima ancora di avere ingaggiato la battaglia. Bisogna, infatti, rendersi!r conto — e gli agricoltorijndelle zone interessate lo sanno molto bene — che l'imponibile di mano d'opera nella Valle Padana —■ cioè in una delle zone a più antico, forte e agguerrito movimento sindacale agricolo del mondo — ha sempre avuto l'essenziale funzione di stabilizzatore dell'occupazione in un ambiente nel quale l'instabilità di questa costituisce la più grave minaccia per tutte le altre conquiste sindacali e per la stessa compattezza delle organizzazioni. Chi guardi, perciò, realisticamente la situazione, deve prevedere che difficilmente l'abolizione dell'imponibile potrebbe es¬ I sere realizzato senza dure lotte e che difficilmente il governo potrebbe considerare con indifferenza una tale prospettiva. Se, perciò, il problema deve essere affrontato — ìcome lo debbono tutti i prò jblemi che nascono da situaizioni in contrasto con la lo.gica, con l'economia e con ;la maturità dei tempi — oc- corre che lo sia con piena coscienza delle difficoltà e degli ostacoli che vi si oppongono e con una procedura che eviti di buttare il peso di una decisione governativa tutto à favore dì una sola delle parti in contrasto. . A titolo di suggerimento, il governo potrebbe annunziare fin d'ora l'irremovibile proposito di arrivare entro un determinato termine all' abolizione integrale dell'imponibile; potrebbe suggerire al Parlamento la costituzione di una Commissione di studio incaricata di accertare entro breve tempo — ad esempio sei mesi — l'incidenza reale degli imponibili, le conseguenze della loro abolizione e di formulare le proposte per il raggiungimento dell'obiettivo ; potrebbe nello stesso tempo accelerare i tempi per la regolare entrata in vigore della nuova legge sull'assicurazione contro la disoccupazione in agricoltura e tenersi pronto ad intervenire nelle zone di più acuto squilibrio con appositi programmi di opere pubbliche e di riqualificazione di mano d'opera. E' possi- llllltlllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll bile, infatti, trovare delle vie per un graduale passaggio dall'attuale situazione a quella cui si mira. L'abolizione può avvenire anche subito senza danno nei luoghi ove non esiste più disoccupazione. Altrove sono possibili equilibri tran sitori migliori degli attuali mediante impegni volontari d'impiego meglio proporzio nati alle esigenze aziendali Una più equilibrata ripartizione dei braccianti tra le aziende può attenuare alcuni degli effetti più gravi dell'imponibile e così lo può un migliorato servizio degli uffici di collocamento. Un organizzato ricorso alle ope- nari può di opere di miglioria contribuire anche a re pubbliche e all'attuazio ne di programmi straordi- rendere meno aspro il passaggio. Se l'atteggiamento del governo, ispirato a questi criteri, apparirà a un tempo deciso a raggiungere la mèta ed equilibrato nella scelta della via per la quale raggiungerla, penso che anche le organizzazioni sindacali saranno indotte a modificare il loro atteggiamento. Non è nel loro inte resse, infatti, continuare a legare le sorti dell'azione sindacale in queste regioni ad un pilastro così malfer mo e artificioso come l'ini' ponibile. Esse hanno, nella realtà delle cose e nella lo' ro tradizione, altri modi per consolidare le conquiste di una lunga e benefica azione sindacale. Manlio Rossi-Doria

Persone citate: Manlio Rossi-doria