L'aereo Roma-Milano con 21 persone si schianta a 3000 metri nel Trentino

L'aereo Roma-Milano con 21 persone si schianta a 3000 metri nel Trentino IL "DAKOTA,, HA SMARRITO LA ROTTA CAUSA LA NEBBIA L'aereo Roma-Milano con 21 persone si schianta a 3000 metri nel Trentino Partito da Ciampino, era atteso a Milano alle 18,15 - Presso Genova ha perso il contatto radio con Linate - L'ultimo grido del marconista: « MilanoMilano» - Poco dopo, presso Madonna di Campiglio, un autista vede l'aereo volare in una stretta gola e cozzare contro il fianco di un monte (Dal nostro inviato speciale) v Madonna di Campiglio, 22 die. L'apparecchio delia «LAI» con la sigla I-LINC, bimotore « Dakota » sul quale si trovavano 17 passeggeri e 4 uomini dell'equipaggio, è precipitato verso le ore 18,30 sulle pendici del monte Glner, a circa tre ore di strada da Carisolo, un piccolo paese della Val Rotuleila frequentato dai numerosi operai impiegati nei cantieri seminati in tutta la valle. L'apparecchio della linea Roma-Milano era partito dalla capitale pochi minuti dopo le 16 e avrebbe dovuto atterrare alla Malpensa poco dopo le 18. Fino al controllo di Pisa il volo si era svolto in modo normale; successivamente V apparecchio era entrato m contatto col radiofaro dell'aeroporto di Genova. Alle 18 esatte il velivolo lanciò un drammatico messaggio d'allarme: <. Abbiamo sulle ali forti incrostazioni di ghiaccio. Il tempo è pessimo. La Visibilità quasi nulla ». Fu l'ultimo contatto regolare avuto dall'equipaggio con i posti di controllo; seguì ancora un tentativo di mettersi in contatto con Milano, poi un tragico silenzio. Inspiegabilmente l'aereo deve aver perso ogni cognizione di rotta, e dirigendosi verso le montagne del Trentino è andato incontro al disastro. Verso le 18£0, per la stretta carrareccia che da Pinzolo porta al passo di Cormsello, un camion arrancava verso il cantiere della ditta Conci. Era alla guida l'autotrasportatore Battista Lìicchin. Tra il fischiare del vento, sopra il frastuono del motore, ode il rombo vicinissimo di un aeroplano; poi tra la nebbia e il nevischio scorge per un attimo delle luci: una verde a destra, rossa a sinistra, al centro gialla. Intuisce il dramma che sta per compiersi, ma capisce che dovrà assistere senza far nulla. Avverte la drammatica situazione dell'aer^^bTve^'inca^ neato tra le strette gole, non pspriesce a trovare la via giusta per uscirne. Sono attimi che\iiiiiiiiiiiiiiiiiiriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiitiiiii»iiiiiiii paiono secoli, confermerà ,più tardi il Lucchin: uno schianto secco, una enorme fiammata proprio in prossimità della cima del monte Oiner danno la triste e tragica cimferma di quel che è accaduto. L'autista balza dalla cabina, percorre di corsa l'ultimo tratto che lo separa dal cantiere e dal telefono, lancia la notizia a Pinzolo. Dice quello che ha visto, ma è come se cercasse la conferma da qualcuno. Nutre, in fondo, la speranza che si sia trattato di un incubo. Ma è purtroppo sicuro che sulle ultime rampe del monte Giner, dirimpetto al gruppo della Presanella, V I-LINO ha terminato il sito viaggio, e con esso i ventun uomini che si trovavano a bordo. Da Madonna di Campiglio e da Pinzolo si mobilitano immediatamente le squadre di soccorso: con loro sono le guide alpine Cornelio Oollini, Bruno Vidi, i fratelli Detassis, i 'fràteìH Catturami, Guido Alimonta, il dott. Fossati della FISI, Angelo Spalla, i carabi- \nieri e montanari: sono tutta iiiiiiiitiiiiiit!iritiiiiirjiiiiiiiiiiriiiiiiiiiiiiiiiiiiiB gente che di queste gole conoscono ogni parete, ogni sentiero. Nonostante V imperver. jre della bufera che avvolge l'intero gruppo delle Dolomiti di Brenta, varie squadre hanno lasciato Pinzolo e Madonna di Campiglio. Percorrendo la valle di Nambrone, cercando di raggiungere il passo di Cormsello per accostarsi quindi, seguendo l'orlatura del ghiacciaio della Presanella, ai picchi del monte Giner. Qui infatti è stata scorta la fiammata sprigionatasi dall'aereo nel suo cozzo contro la roccia. Forse lassù, tra la neve, accanto ai rottami c'è ancora qualcuno che, essendo riuscito a sfuggire alla sciagura, attende l'aiuto di questi generosi. Le prime notizie, purtroppo, non sono confortanti. I 35 uomini che battono la montagna nel settore orientale della Presanella ancora non hanno individuato il punto esatto della caduta dell'aereo. Alcuni montanari, i custodi' del cantiere idroelettrico dicono di aver sentito un'esplosione; molti hanno vjsto la tragica fiammata. Si deve presumere infatti che nello schianto i serbatoi si siano incendiati, propagando le fiamme all'intera carlinga. Ma sono notizie necessariamente generiche, troppo imprecise per localizzare subito i rottami dell'aereo. Il bimotore era stato scorto dall'antotrasportatore Lucchin P««are suiia verticale di Ma- \donna di Campiglio, ed a chi inon sapesse che aveva perdu| ta la rotta, la sua situazione non poteva essere giudicata ancora critica; lassù invece, tra le basse nuvole, nell'aeroplano smarrito l'equipaggio ed .. i» Passeggeri stavano già Ioi¬ — e l a n e a n ò e i i a i o i e e i a , n o à tando contro la morte. Dal momento in cui aveva fatto lanciare l'ultimo drammatico messaggio, il pilota deve aver tentato ogni via per uscire dalla situazione sempre più preoccupante. Non solo le incrostazioni di ghiaccio sulle ali avevano reso difficile qualsiasi manovra; l'aereo, persa la rotta, vagava tra le montagne senza potersi orientare, senza individuare la strada verso la salvezza. Dal momento In cui FILINO aveva perduto i contatti con i radio-fari ed era uscito di strada, infilandosi tra la selva di cime che formano i gruppi delle Dolomiti di Brenta e della Presanella, era ormai destinato alla tragedia. La sorte volle che 11 bimotore urtasse contro una cima di quasi tremila metri, in una zona alpinisticamente difficile: tragedia nella tragedia per eventuali superstiti, bloccati lassù mentre infuria la tormenta. Trentacinque uomini stanno] Lora battendo la vasta zonalcompresa fra Monte Giner (quota 2955) e le Malghe di Cornesella, sul versante orientale della Presanella. Da Mal- co Nambrone, accessibile at-|traverso la strada di arrocca-^mento costruita dalla SISM, che qui sta compiendo importanti tovori idroelettrici, le squadre di soccorso hanno dovuto proseguire a piedi lungo la valle di Nembrone, tutta superiore a quota 1500 metri, verso la zona dove è stata segnalata la sciagura. Con gli alpinisti e le guide, c'è un medico di Madonna di Campiglio. Gli uomini portano con sé delle barelle, per trasportare a valle eventuali feriti. La marcia è resa difficile dalla presenza di circa sessanta centimetri di neve, che aumenta man mano che il vallone sale verso la vetta. Le squadre di soccorso sono passate da Malga Nambrone verso le 22,30: faranno ritorno presumibilmente verso le 8 o le lo di domattina. Tutto è già pronto a Pinzolo e a Madonna di Campiglio per accogliere e trasportare successivamente gli eventuali feriti all'ospedale di Tione. Enrico Goìo L'apparecchio di linea «DC 8» in volo. E*,nn modello americano del 1935 largamente impiegato nei viaggi di collegamento per brevi e medie distanze. E' dotato di due motori con una potenza di 1200 CV. ed ha una velocità di crociera di circa 300 km.-ora VerbàniaJ ./. hTrtnto \ twrù» Novara ® \ MILANO i > / " 1 Cà*$pezia %g L'aereo si è schiantato ad ovest di Trento, in direzione di Madonna di Campiglio