II grosso passivo dell'azione militare alleata in Egitto

II grosso passivo dell'azione militare alleata in Egitto II grosso passivo dell'azione militare alleata in Egitto A Porto Said somidistrutta ed affamata cresce l'odio fanatico contro gli inglesi La popolazione non ha da in procinto di partire Nfico; ne saranno esclusi'g (Dal nostro inviato speciale) Porto Said, 21 dicembre. Un giorno, quando ti Canale di Suez sarà liberato dai relitti di guerra e la navigazione riprenderà, una maratona aortica inaugurerà simbolicamente la ripresa dell'attività. Atleti di l ogni nazione, esclusi gli anglofranco-tsraeliani, risaliranno da Ismailia a Porto Said in una pacifica competizione che. sarà preludio alla collaborazione internazionale lungo la vitale arteria entro cui scorrono i destini del mondo E' questa un'idra formulatadal servizio di propaganda egi ziano; ma anziché una marcia trionfale verso la ripresa della collaborazione sarà forse l'accompagnamento funebre di un periodo irrimediabilmente concluso perché qualcosa si è frantumato lo stesso giorno in cui il giornale del Càiro Al Gomurria, cioè La Repubblica, ha lanciato con tutta serietà una camupagna per l'abbattimento della statua di De Lesseps, che all'imbocco del Canale indica, con la mano tesa la strada più breve verso i mercati d'Oriente. iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiimiiiMiiiiiiiiinii mangiare, ma è armatissima; e oasser lancia la "maratona di nuoli atleti di Gran Bretagna, Francia e e re di a a à nrePorto Said è stato per lungo tempo il simbolo di un mondo basato su equilibrio forse discutibile, ma stabile; il palazzotto della Compagnia del Canale di Suez coìi tre cupole verdi era il crocevia di favoleggiate ricchezze, uno dei cardini su cui ruotava la potenza simperiale dell'Inghilterra e del-\zla Francia. \Che è rimasto di quel mondo f Nulla. Tutto è rovinato sotto il processo di forze dixsolvitrici forse deprecabili, ma presenti e vive, che è invpossv a\bile ignorare. Me ne sono reso i a a cn nnil a, aaa ln ee. ii o i c a di pe' fiadi idi uto ia a 2. lrn l mi rimo iaraale bte innenla ù on e u, ela o, fiui ta la al ta rdi oed er ti re ià su vo ei ra ui rre rira r- conto ieri quando sono entrato a Porto Said per la pHma volta dopo tanti giorni Ai inutili tentativi. All'ingresso del ponto di barche di Elresuah c'era un soldatino inglese piccolo e magro, come schiacciato nell'immenso catino del casco coloniale. Era l'ultima sentinella inglese di guardia all'imbocco del Canale su cui un tempo passava la potenza della sua patria. Era piccolo, scalcagnato, ma grò, ma sembrava il simbolo di intramontabili glorie coloniali. Da solo impose l'alt all'intera colonna di giornalisti. Era una presenza, indiscutibile, ma la stessa sera, uscendo da Porto Said per tornare al Cairo, la piccola sentinella era sparita, rifugiata anch'essa dietro i reticolati che difendono l'ultima 'e-j sta di ponte inglese all'ingres-; so del Canale. Qualcosa finisce in Africa: è la presenza europea basata sui vecchi principi razzistici e colonialistici. Fermenti nuovi ancora privi di indirizzo e sogget-\ti a pericolosi sbandamenti urgono sotto l'insegna del nazionalismo arabo. Errore sarebbe insistere nei vecchi sistemi; indispensabile è cercare nuove vie dì collaborazione se non si vuole che le nuove forze, abbandonate a se stesse, imbocchino la scivolosa strada che dall' antioccidentalismo porterebbe fatalmente al comunismo. E' inutile farsi illusioni su possibili rovesciamenti di governo.- caduto Nasser, un altro prenderebbe inevitabilmente la sua eredità perché il popolo egiziano ha imparato che gli antichi padroni non sono più temibili come nei tempi passati e ricambiano gli atteggiamenti di sufficienza con un odio che assume toni di violenza inaudita. L'impressione che l'Occidente abbia perduto irrimediabilment(- le antiche posizioni si ha immediatamente al primo ingresso a Porto Said, dove la presenza anglo-francese è tangibile da molti scoili, cannoni untati, tanks pronti a intervenire, nidi di mitragliatrici piazzate sui tetti: ciononostante la popolazione egiziana manifesta continuamente il suo odio fin sotto i cavalli di frisìa, dietro cui sono riparati gli inglesi. Le scene deliranti dinanzi ai ritratti di Nasser sono forse concertate, ma impressionanti. A Porto Said schiere di bimbi in ' pigiama niocano alla guerra sepolti negli elmetti trovati chi sa dove, imbracciando bastoni come fucili; uomini maturi girano nei quartieri archi armati di fucili, mitra autentici di marca russa o cecoslovacca, posano per le fotografie davanti alle case polverizzate dai bombardamenti sotto fantocci che raffigurano Eden impiccato, urlano in coro minacciosi fin sotto gli occhi delle sentinelle inglesi che rimangono impassibili. Le minacce non si limitano ad espressioni verbali. Ogni notte i commandos attaccano le forze occupanti con bombe a mano e fucilate; ogni notte qualche soldato sparisce misteriosamente. Porto Said è duramente provata dalla guerra, dopo due mesi è ancora città proibita un j ridotta quasi alla fame dal re el. u na so o, lungo assedio. Non arrivano frutta e verdura, la carne è poca, scarse le sigarette; la borsa nera di scatolette di carne in conserva e di sigarette, arance, uova è esercitata con successo da ragazzini nel quartiere arabo. A prima visto gni notte i "commandos,, attto,, per inaugurare il Canale e Israele - Garanzie egiziane Porto Said sembra una città morta, divisa in settori da re- ticolatx eia immobihzzano ognitraffico. I quartieri europei sono totalmente desarti. Nessu no osa uscire di casa se non per vintivi urgenti, temendo le schioppettate degli occupanti e anche della popolazione egi- ziana che ti giorno successivo allo sbarco degli anglo-france- j nessun italiano o greco ; temer e rappresaglie. Lo si è stata totalmente armata. Il governatore egiziano di Por. lo Saiid ha assicurato che le armi saranno ritirate lo stesso giorno in cui le truppe nazionali rientreranno in città. Secondo cifre non ufficiali, le vittime egiziane civili durante i giorni dello sbarco sono oltre tremila. Le case distrutte nei quartieri arabo ed europeo non sono molto numerose, ma la zona prossima all'aeroporto Mlgam.il, ■ dove sono scesi i po/rocaduiisti inglesi, un intero villaggio arabo di capanne in legno e creta è totalmente distrutto. Non c'è più pietra su pietra: qui le vittime sono state innumerevoli, tutti hanno un morto da piangere. Di fronte all'immensità della tragedia che coinvolge tutta la città, l'atteggiamento degli egiziani di Porto Said dinanzi alle truppe occupanti diventa comprensibile. Le autorità egiziane assicurano che deve slancio con cui gli italiani si sono offerti per trasfusioni di sangue ai feriti egiziani durante i bombardamenti è prova del lealismo dei nostri co-nnazie- \nali verso il paese che li ospita. Ma chi è in grado di prevedere le reazioni della folla eccitata? Ormai l'odio contro gli inglesi non è più il cardine di un mondo concepito secondo antichi concetti: un ciclo si è concluso irrimediabilmente, gli inglesi possono timbrare il polso diella popolazione che passa da un quartiere all'altro, perquisire uomini, ragazzi, case, ma se ne andran- c 111111 s ì 111111 s 111111111111111 i 11111 > i ■ 11111111 m 11111111 accano le truppe britanniche quando sarà riaperto al traf per la sicurezza degli italiani I no tra qualche giorno e la lo \ ro partenza segnerà una data ] importante nella storia della presenza, europea in Africa. Il palazzo a tre cupole verdi della Società del Canale diventerà un cimelio storico, l'abbattimento della statua di De Lesseps sarà il colpo definitivo al mondo di ieri. Anche se Porto Said continuerà ad essere il crocevia dei traffici europei con l'Oriente, qualcosa è morto definitivamente nella bianca città mediterranea, è morto il prestigio dell'Europa. Francesco T ?",so Semplici funerali a Nizza per il rag. Cassisi e la moglie i ù , e e l - a o e o e - Nizza. 21 dicembre. Le esequie del rag. Alessandro Cassin e della moglie.si nono svolte alle 15 nel cimitero di Caucade, presenti il fratello Mario, il nipote e il cugino giunti ieri da Torino. Essendo i coniugi di religione diversa, si sono svolte due brevi, differenti cerimonie. La salma del rag. Cassin è stata accompagnata dalla Morgue al camposanto dal rabbino Scialtel e dai parenti. Terminata la cerimonia di rito israelita, gli stessi parenti sono tornati alla Morgue per i funerali di Nuccia Rascherò, che è stata sepolta accanto al marito; il sacerdote cattolico Padre Perigon, vicario di N. S. di Lourdes, ha recitato le preci liturgiche. All'inumazione assistevano, oltre ai familiari, anche alcuni amici del defunto agente di cambio; sulla fossa sono state deposte alcune corone di fiori. Le spoglie dei coniugi Cassin possono restare nell'attuale sepoltura per un periodo massimo di tre anni. Nel frattempo i parenti provvederanno a svolgere le pratiche necessarie per il loro trasporto a Cuneo, nella tomba di famiglia. 1111111111 ■ i > ■ : i • i r i 11 ■ 111 j 11 ■ 11 i i ■ 111 < ■ M1l11111111111 i 11 i o

Persone citate: Alessandro Cassin, Cassin, Cassisi, Nasser, Nuccia Rascherò, Said, Saiid