Piangevano commosse tutte le donne del mercato di corso Raeconigi

Piangevano commosse tutte le donne del mercato di corso Raeconigi Piangevano commosse tutte le donne del mercato di corso Raeconigi Una giovane madre e ii bimbo di 17 mesi stritolati da un camion in retromarcia Tornava dal mercato col piccolo in braccio, in mano la bottiglia del latte vuota - Scende dal marciapiede ed è urtata dal camion - Un grido: le ruote uccidono lei e il tiglio - Scena straziante tra la folla - Il marito, un ferroviere, apprende la notizia sotto il portone di casa - Da poco abitavano nell'alloggio nuovo Carla Massucco, di 28 anni, la sI coniugi Aldo Massucco di 29 anni e Carla Levetto di 28 si erano sposati tre anni e mezzo fa: diciassette mesi or sono la loro unione era stata allie- U::i f 1111 ■ ! 11111111111111111E111 ! 11 ; MI ! 11111111111.1 scorsa estate con il suo piccolo - à 2 o a i i . i o 9 o e 9 , o a o a 2 o n a tata dalla nascita di un bambino, Mario. Era una piccola famiglia felice: marito e moglie andavano perfettamente d'accordo e mai un'ombra era venuta a turbare il cielo sereno e quieto della loro esistenza. Aldo Massucco lavorava — e lavora — allo scalo smistamento merci di Torino in qualità di conduttore con funzioni di capo-treno: un ottimo elemento, entusiasta e competente, destinato a sicura carriera. La moglie restava a casa a sbrigare le faccende domestiche e a badare al bambino, adorato da entrambi. Sino a quaranta giorni or sono la coppia abitava a borgo San Pietro di Moncalieri, in corso Dante n. 7: poi, realizzando un vecchio sogno, s'erano trasferiti in città ed erano venuti ad abitare in zona San Paolo e precisamente al n. 62 di via Moretta, all'angolo di via Cesana. In corso Raeconigi, a pochi passi, erano i genitori di lui. La casa era nuovissima (come il n. 64 e il n. 66) e ancora da rifinire completamente: squadre di operai e di muratori vi lavoravano ancora. Alle 7,30 di ieri mattina il Massucco salutava la moglie, la baciava e usciva: da una settimana s'era comperato un < motoscooter » per recarsi più agevolmente al lavoro. La moglie trascorreva la mattina in faccende: verso le 10,30 una vicina la scorgeva sul balcone interno mentre batteva un tappeto: dietro il vetro della finestra, in seggiolone, c'era il bambino che osservava i movimenti della mamma e batteva le manine divertito. Alle 11 e 30 la signora Massucco, dopo aver preparato il pranzo e aver messo sul fuoco, a cuocere, una minestra di verdura, lasciava l'alloggio e con il bimbetto raggiungeva il vicino mercato di corso Raeconigi, per fare alcune compere. Alle 11 e 45 arriva dinanzi al n. 62 un camion « Leoncino > targato TO 149198, guidato dallo stesso proprietario Vittorio Fuller Contin di 29 anni, abitante in via Staffarda 4. Il Fuller Contin, autotrasportatore per conto di terzi, era accompagnato da un garzone, Dino, di vent'anni, e doveva consegnare all'impresa Boero (che sta appunto curando la rifinitura dei nuovi palazzi di via Moretta) due pesanti cancellate di ferro. Ma nel portone del n. 62 il camion non passava e il Fuller Contin proseguiva al- iiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiu lora lungo la via sino a portarsi all'altezza del n. 66 (le tre case hanno un grande cortile in comune). Qui giunto girava e andava a fermarsi dall'altra parte della strada, al ridosso del n. 57 ove ha sedè il magazzino dell'economato municipale Sull'entrata del magazzino vi era il custode Eusebio Pondrano di 60 anni, il quale chiedeva al camionista: — Deve scaricare qui? — No — rispondeva l'interpellato — ho da consegnare roba in quel cortile. — Passi senz'altro dal n. 66 — suggeriva il custode — tutti gli autocarri entrano di li. Il Pondrano si ritirava nel suo ufficio e il Fuller Contin, che era smontato, risali in cabina. Si trattava ora di compiere un brevissimo tratto di retromarcia per mettersi nella posizione più adatta e iniziare poi la manovra di entrata. In quello da corso Raeconigi, sul marciapiede, giungeva la signora Massucco con il bambino in braccio e una bottiglia vuota. A tre o quattro metri dal « Leoncino », la signora scendeva dal marciapiede e si accingeva' ad attraversare la strada. Nello stesso istante il Fuller Contin innestava la retromarcia e il veicolo andava indietro. La Massucco non aveva il tempo di scansarsi, con ogni probabilità non si rendeva nemmeno conto del tremendo pericolo. La parte posteriore del camion la colpiva con violenza alla testa, la stordiva e la buttava al suolo. La tragedia — orrenda allucinante — si svolgeva in pochi attimi. La ruota posteriore destra schiacciava la povere donna e la sventrava e maciullava il bambino. La loro morte era istantanea. Il Fuller Contin e il garzone avvertivano la forte scossa. Pare che al volante in qHuel momento si-trovasse il giovane: ma questo particolare non è ancora stato confermato perché non c'erano testimoni. Chi guidava bloccava immediatamente i freni. Entrambi scendevano, vedevano la donna e il piccolo massacrati e si davano alla fuga. Poco distante è il negozio di elettrauto del signor Antonio Borello. Il Borello sentiva in istrada risonare due voci affannate, strozzate e si faceva sull'uscio. Scorgeva così il Fuller Contin e il suo aiutante correre disperatamente verso corso Kacconigi, pallidi e stravolti, e il camionista si stringeva la testa con le mani: il garzone, ad un certo momento, buttava via un fascio di fogli, le « rimesse ». Mentre i due. si dileguavano, il Borello, assieme al custode Pondrano, all'operaio del Municipio Felice Masprone, che stava eseguendo lungo la via lavori di sterro, e al tranviere Colombano, accorreva sul posto della sciagura. C'era da rimanere allibiti, inorriditi, terrorizzati, La Massucco giaceva a terra in una pozza di sangue: la testa era stata risparmiata, ma il corpo appariva straziato in modo indicibile. Accanto a lei era il bambino, anch'egli inerte e insanguinato, col suo cappottino scozzese e i pantaloncini rossi e la sciarpa bianca. Il berrettino celeste di lana era rotolato a mezzo metro di distanza. Passato il "primo smarrimento, il Pondrano telefonava ai vigili del fuoco, il Borello alla Croce Rossa. Nel frattempo la voce, fulminea, dilagava, raggiungeva in pochi minuti l'affollatissimo mercato dì corso Raeconigi. — In via Moretta una donna col suo bambino è Anita sotto un camion! — Sono stati schiacciati! Sono morti tutti e due! — Ma chi è? — Una cosa orribile! — Il camionista è scappato! In breve una gran folla si radunava. Qualcuno aveva già provveduto a celare lo sconvolgente spettacolo con un telone: ma il telone era piccolo e non bastava. Spuntavano le gambe del bambino, un braccio della madre. Tre donne svenivano ed erano portate via a braccia. Anche un uomo, un calzolaio, era colto da malore e s'afflosciava al suolo. Si coprivano meglio gli infelici. La folla aumentava. Tutti piangevano. Arrivavano i brigadieri del Commissariato di P. S. San Paolo. Antonelli e Santoro, per gli accertamenti di legge. Si avvertiva l'autorità giudiziaria. Vigili e Croce Rossa non potevano far nulla. Alle 12,40 da via Cesana rincasava il Massucco. Scorgeva l'assembramento, ma non vi badava eccessivamente. Saliva in casa e non trovava la moglie e il bambino. Decideva di aspettarli sul portone e scendeva. In quello passava il furgone funerario che andava a raccogliere i due corpi stritolati. E due uomini, nel vederlo, commentavano tra loro: — Ma è spaventoso!... — Mamma e piccolo: morti insieme, stritolati... Il Massucco intendeva questa frase, chiedeva, s'informava. Il particolare di una madre con il figlioletto in braccio gli faceva balzare il cuore in gola. Una donna gli precisava il colore degli abiti delle vittime. — Sono mia moglie e mio figlio! — urlava lo sventurato, e s'avventava. Nel frattempo i cadaveri erano stati caricati sul nero furgone dei necrofori. Il ferroviere veniva trattenuto dai due brigadieri di polizia e accompagnato, disfatto e singhiozzante, in Commissariato Si telefonava al padre, signor Mario, di 59 anni, domiciliato in corso Raeconigi 60. I] padre, facendosi forza, si recava agli Istituti di medicina legale al Valentino e riconosceva sul marmo dell'obitorio le salme della nuora e del nipotino. Do¬ veva essere riportato a casa in pietose condizioni di fisico e di spirito. Più tardi, dai genitori, giungeva il Massucco: s'era ripreso dal forte « choc » e non piangeva più: ma 11 dolore gli aveva impietrito i lineamenti; non parlava, non rispondeva, fissava lo sguardo nel vuoto senza espressione. Di quando in quando sussurrava cosi piano che lo si sentiva appena: Lo strazio del ferroviere che • t >' ■ 111111 ■ ' 111111111111111111111111 m 11111111111111111 > 11 — Non li vedrò più... non li vedrò più... Le ricerche della polizia s'iniziavano immediatamente, ma del Fuller Contin e del garzone, sino a ieri sera, nessuna traccia. A casa del proprietario del camion c'era la moglie con i due figlioletti. La donna, nell'apprendere lp notizia, scoppiava in sing! „zzi e diceva: < Mio marito s'è rovinato! ». ha perso la moglie e il figlio 1 < : 11111:1J1111 ! 11jI [ 111111 t 11111111111111E11111 II 11111111 >

Luoghi citati: Moncalieri, San Paolo, Torino