Arrestato in stazione il truffatore che causò il suicidio d'un operaio

Arrestato in stazione il truffatore che causò il suicidio d'un operaio Poliziotti cawxMMM.tta.ti ala facchini a Porta JVuova Arrestato in stazione il truffatore che causò il suicidio d'un operaio Catturato con altri sei mentre tentava di rubare i risparmi agli emigranti rimpatriati per Natale - Aveva venduto una patacca per 300 mila lire: la vittima vinta dallo sconforto si era fatta maciullare dal treno a Ceva Nella stazione di Porta Nuova è stato arrestato ieri mattina un pericoloso pregiudicato, responsabile di una truffa in seguito alla quale un operaio di Ceva si è ucciso per disperazione gettandosi sotto i>l treno. L'operazione compiuta dalla Mobile ha portato all'arresto di sette truffatori ed è stata organizzata con pazienza e abilità. Si era accertato che in questi ulUmi giorni i truffatori battevano particolarmente la stazione all'arrivo dei treni dalla Francia. Aspettavano i numerosi emigranti italiani che tornano per le vacanza natalizie portando con sé i risparmi di lunghi periodi di privazioni. I mailviventj cercavano di attaccare discorso e offrivano condizioni favorevolissime per cambiare in lire italiane i franchi francesi. Una volta entrati in possesso del gruzzolo, con una scusa si eclissavano. Oppure proponevano la vendita a prezzi d'occasione di orologi d'oro che poi si rivelavano iter autentiche patacche. La Mobile studiava un efficace piano d'azione: alcuni agenti travestiti da facchini e da ferrovieri. si appostavano ai treni in arrivo llllllllllllllllllllllllllillllllllllllll1lllllllllllllllll dalla Francia. Alle 5, dopo che erano scesi da un convoglio numerosi italiani subito avvicinati da eleganti signori alcuni dei quai offrivano i « preziosi » orologi, gli agenti simultaneamente accerchiavano i gruppetti. l'malviventi, accortisi d'essere caduti in rappola, cercavano di darsi alla fuga, taluni gettando lontano da sé, fra le rotaie o sul marciapiedi, le scatole con le patacche di finto oro. Sei di C6si venivano agguantat.l all'interno della stazione, uno, che era riuscito ad allontanarsi, veniva raggiunto sul tetto dello stabile di via Sai uzzo 1 e qui ammanettato. Tradotti In Questura gli arrestati venivano sottoposti ad interrogatorio. Uno dicessi, identificato per Vincenzo Canta, di 27 anni, nativo di Termini Imerese, in provincia di Palermo, ma attualmente a Torino senza fissa dimora, era riconosciuto autore, assieme a un altro compare, della truffa di oltre 300 mila lire ai danni di Stefano Bertohizzi di 50 anni, abitante a Nueetto di Ceva. Il • Bertoluzzi aveva commesso l'errore di credere alle fandonie dei truffatori e, rimasto vittima dei loro raggiri, era piombato nel più nero sconforto, fino a decidere di togliersi la vita. La mattina di domenica 11 novembre scorso aveva lasciato il casello numero nove della linea ferroviaria Ceva-Ormea dove abitava e dove la moglie è casellante, per recarsi a Savona in visita a un cognato infermo. Alle 13,40 11 Bertoluzzi rincasava, mentre invece era atteso di ritorno per la sera. Aveva molta fretta perché stava per concludere un affare che — a suo dire — gli avrebbe permesso di guadagnare molti quattrini. Tuttavia alla moglie raccontò di che cosa si trattava. In una piazza di Savona si era imbattuto in un uomo che stava piangendo, mentre un altro cercava di consolarlo. Da quest'ultimo aveva saputo che i] primo piangeva perché una multa gli impediva di svincolare una grossa partita di orologi e cronometri d'oro uno dei quali costava 350 mila lire. Per completare la somma necessaria allo svincolo mancavano ancora 300 mila lire. Il proprietario degli orologi avrebbe diviso a metà ti guadagno con la persona che gli avesse prestato tale somma: si trattava di un affare fortemente redditizio. II Bert.oluzzi aveva accettato di mettere a disposizione I propri risparmi. I tre avevano allora noleggiato un taxi ed erano partiti alla volta di Nueetto di Ceva. La moglie del Bertoluzzi, udito II racconto, cercava di dissuadere il marito a compiere un simile affare, ma egli non le dava retta e munitosi del denaro ripartiva sulla stessa auto sulla quale erano rimasti ad attenderlo i due. Alle ore 20,30 dello stesso giorno ti Bertoluzzi veniva rinvenuto cadavere sotto la galleria della linea Ceva-Ormea, a pochi chilometri da casa. Il suo corpo era orribilmente maciullato: la testa era q quasi staccata dal busto e un braccio era stato scagliato dalle ruote del treno contro il muro della galleria. Le indagini accertarono che si trattava di suicidio e ricostruirono anche, presumibilmente, come si erano svolti i fatti. Il Bertoluzzi, tornato a Sawona, dopo avere consegnato il .denaro si era trovato nelle mani un orologio che doveva valere 350 mila lire: ma la stima di un intenditore gli apriva bruscamente gli occhi: si trattava di una «patacca» In similoro del valore di pochi soldi. Questa consaipcvolezza Io faceva piombare in uno stato di angosciosa disperazione: tutti i suol risparmi erano sfumati e per giunta su di lui cadeva il ridicolo. Con l'animo sconvolto il Bertoluzzi ripartiva per Ceva dove giungeva alle 18,16 e alle 18,30 ripartiva con II treno di Ormea. Ma a mano a mano che si avvicinava a Nueetto la sua disperazione aumentava. Sotto la galleria egli si lasciava cadere dal treno che lo maciullava Il suicida, Stefano Bertoluzzi

Persone citate: Bertoluzzi, Stefano Bertoluzzi, Vincenzo Canta