Una madre si getta dalla finestra spinta da un'angosciosa ossessione

Una madre si getta dalla finestra spinta da un'angosciosa ossessione Dono aver baciato i suoi bambini addormentati Una madre si getta dalla finestra spinta da un'angosciosa ossessione Si credeva vittima di una congiura - "Mi spiano, vogliono la mia morte,, - I gravi disturbi nervosi per la nascita del secondo figlio - Altri clamorosi episodi di pazzia l a o a o e o o o l e a a i a a Con la mente sconvolta da ur. esaurimento nervoso, ossessionata dal terrore che i vicini di casa la perseguitassero e cospirassero ai suoi danni, una giovane sposa, madre di due bambini, s| è gettata ieri mattina da una finestra del secondo piano. Ha riportato la frattura della colonna vertebrale e di entrambe le caviglie ed ora giace tra la vita e la morte in una corsia dell'ospedale Maurizlano. La sventurata è la ventlnovenne'Rosa Caldarola, nativa di Ruvo in provincia di Bari. Subito dopo la fine della guerra si era trasferita nella nostra città assieme ai genitori e qui aveva conosciuto l'operaio Giovanni Storiano, lui pure meridionale. Si erano sposati nel 1949 e avevano avuto due figli: Liliana, che ora ha 6 anni, e Pinuccio di 2 anni e mezzo. Vivevano felici, In piena armonia, nel loro alloggetto di corso D'Albertis 6. Circa tre anni fa, quando era in attesa del secondo figlio, la Caldarola era stata colpita da un esaurimento nervoso che però i medici erano riusciti a guarire. Un mese fa la depressione psichica aveva di nuovo colpito la giovane madre. Il marito l'aveva accompagnata da un medico che le aveva prescritto una cura. Ma le sue condizioni non accennavano a migliorare. La Caldarola si era convinta, senza alcun motivo, che i coinquilini la deridessero. Se ne incontrava uno per le scale affrettava il passo per sfuggire il più rapidamente possibile al suo sguardo e rincasando si metteva a piangere e affermava che la persona incontrata l'aveva guardata sogghignando. « Vogliono la mia morte » diceva. Il marito cercava di farle intendere che erano impressioni assurde, ingiustificate, ma le sue parole cadevano nel vuoto. Il medico ordinava alla ammalata di distrarsi, di uscire di casa assieme ai bimbi, ma lei non voleva ormai più varcare la soglia dell'alloggio, per timore di incontrare qualcuno. Sabato scorso il medico proponeva il ricovero della poveretta e anche il marito cercava di convincerla a questa decisione. Ieri mattina, dopo avere trascorso una notte completamente insonne, la Caldarola ha attuato ,11 suo folle proposito. Ha aspet itato che alle 7,30 il marito uscis-jse per andare a comperare le vi¬ I a 2, i di hi ni i- ande per la giornata, ha baciato i suoi due bimbi ancora immersi nel sonno e si è gettata da una linestra che dà nel cortile. Lo istoriano, rientrando poco dopo in casa, vedeva le imposte e i vetri della cucina spalancati. Cercava la moglie e non la trovava; in camera c'erano soltanto 1 due bimbi addormentati. Il marito, colpito da un tragico presentimento, si affacciava nel cortile e scorgeva il corpo della moglie steso sul marciapiedi, ra pLznrArllbrCssente al muro, Scendeva a preci- 111111 ■ i 111 ■ i iiiiiiiiiiuiiiiiiiiii pizio le scale chiamando soccorso. La donna era ancora in conoscenza, ma incapace di muoversi. Veniva portata a braccia in portineria, in attesa di una ambulanza. Al Mauriziano i medici la ricoveravano con prognosi riservata per la frattura della colonna vertebrale e sospette lesioni interne. I bambini sono stati affidati alle cure dei nonni materni che abitano in via Serrano 12. — Verso le 15 di Ieri un uomo decorosamente vestito — identificato più tardi per Aristarco Misoni di 50 anni, abitante in corso Chicri — entrava nella panetteria di corso Casale 149, pallido in volto, l'occhio stralunato. Il Misoni urlava che era ora di finirla, bisogna distruggere a colpi di', bomba tutta' l'umanità, senza [ esclusioni di sorta: invano la titolare del negozio, spaventata, lo esortava alla calma. L'uomo, sempre gridando, afferrava alcune forme di pane e le scaraventava a destra e a sinistra: un vetro, con grande scroscio, andava in frantumi. Qualcuno telefonava alla Celere e poco dopo gli agenti intervenivano e immobilizzavano il Misoni. Questi veniva visitato dal dott. Masio e giudicato affetto da grave squilibrio .psichico. Il funzionarlo di servizio della questura dott. Samale disponeva per il suo immediato trasporto all'ospedale di Collegno. — In un locale pubblico di via Conte Verde s'accendeva ieri pomeriggio un violentissimo diverbio tra il 28enne Giuseppe Antroni da Bari e il 25enne Vincenzo Sorria da Reggio Calabria. D'improvviso i due si lanciavano l'pdzlastndfgrcTnIsurrCzndnsgcvèezPdutdsUllltlllllllllIIIIIIIIIIIItllllllllllllUllllllllllllllItll l'un contro l'altro, sferrandosi pugni all'impazzata e avvinghiandosi ferocemente. Allo schiamazzo accorreva l'agente di P. S. Mula il quale però, da solo, non riusciva a dividere i due forsennati: telefonava allora alla Celare e fìnalmeivte si poteva aver ragione dell'Antroni, nonostante la sua furiosa resistenza. Il Sorria fuggiva, ma in via Milano veniva raggiunto e catturato dopo un accanito corpo a corpo dell'agente Tagliaferri. L'Antroni è stato denunciato all'autorità giudiziaria. Il Sorria, negli uftici del commissariato Moncenisio, era colto da un attacco di follia: tanto che si rendeva necessario 11 suo ricovero m manicomio. Rosa Caldarola, 29 anni lllilliillllllllliilililiiiiiilllllliiuillliiilillllllll

Persone citate: Aristarco, Caldarola, Giovanni Storiano, Masio, Tagliaferri, Vincenzo Sorria

Luoghi citati: Bari, Moncenisio, Reggio Calabria, Ruvo