Una casa a tutti di Francesco Argenta

Una casa a tutti Magistrati e docenti a convegno a Sanremo Una casa a tutti Da 149 mila case costruite nel '53 si è giunti a 220 mila nel '55 - Occorre ora approvare in tutti i Comuni i "piani regolatori,, - Con una maggior disciplina fioriranno nuove iniziative (Dal nostro inviato speciale) Sanremo, 15 dicembre. Il < Convegno di Studi giuridici in materia di licenze edilizie », indetto dalla Sezione ligure del < Centro Italiano di studi amministrativi>, ha chiuso oggi i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Petrilli, presidente del Consiglio di Stato, con l'approvazione di voti e mozioni che avranno sicuramente la loro eco nelle elaborazioni giurisprudenziali future nonché nella formulazione dei regolamenti municipali in tema di costruzioni edilizie. Al Convegno hanno partecipato, insieme ai docenti di diritto amministrativo di quasi tutti i nostri Atenei, larghe rappresentanze della magistratura ordinaria e di quella amministrativa (erano presenti tutti l componenti la quinta Sezione del Consiglio di Stato, che è la Sezione chiamata a pronunciarsi, appunto, sullo controversie edilizie che oppongono il cittadino al Comune, il cittadino ed il Comune allo Stato), parlamentari, sindaci ed amministratori di piccole e grandi città, nonché una eletta schiera di tecnici: alti funzionari del Ministero dei LL. PP., i direttori delle scuole di ingegneria ed architettura, i rappresentanti del collegi dei costruttori edili di tutta Italia, ecc. Raramente un convegno indetto su un tema specifico ha trovato adunati tanti esponenti delle più disparate categorie, ma tutti egualmente qualificati per la trattazione dei temi posti in discussione, tutti egualmente interessati e solleciti a ricercare l'optimum nella disciplina che ha da governare il movimento delie costruzioni. E questo ha fatto dire al rappresentante del governo, il Sottosegretario on. Ziglioli, che egli considerava il convegno come una tappa forse decisiva nel cammino che stiamo percorrendo da anni per dare una soluzione al problema della casa, la casa per tutti. E' indubitabile, infatti, che solo da una corretta disciplina sul piano locale e nazionale il movimento de'.lc costruzioni potrà ulteriormente espandersi, le iniziative potranno fiorire. Stando ad una recentissima rilevazione statistica compiuta dall' OECE, il nostro Paese non figura affatto alla retroguardia fra i Paesi dell'Europa Occidentale nel movimento delle costruzioni edilizie: dal '53 sopravvanziamo la stessa Francia, assai più ricca di noi, nella costruzione di case di abitazione: se ne sono costruite nel nostro Paese 149 mila nel '53, più di 177 mila nel '54, 220 mila nel '55 (4,6 per mille abitanti). Si tratta di un bilancio imponente, ma è proprio l'imponenza di questo bilancio, i cui dati sono tuttavia ancora lontani dal pareggiare la entità dei bisogni, che pone in essere i problemi di cui si è occupato il convegno. Perché il movimento possa dipanarsi senza inceppamenti è necessario che l'iniziativa non abbia ad incontrare remore nel suo sviluppo. Ebbene, rispetto all'incalzare del movimento, la legislazione quando non è anacronistica o sorpassata, è lacunosa e passiva, segna ostinatamente il passo rispetto ai tempi. La legge sulle espropriazioni risale al 1865 e coeva di questa legge è la disposizione che abilita i Comuni a tracciare « le norme da osservarsi nell'edificazione dei nuovi edifici, al fine di provvedere alla salubrità dell'abitato ed alla più sicura, comoda e decorosa sua disposizione». Sennonché, nella pratica, è avvenuto che il principio della disciplina dell'edificazione bandito dal legislatore nel 1865 ha avuto una limitata applicazione, mentre le città di una qualche importanza hanno provveduto a legiferare per conto proprio. A distanza di tanti anni — nel 1942 — è intervenuta la legge urbanistica, tuttora quasi immutata e vigente, che, disciplinando la materia dei piani regolatori, impone l'obbligo di chiedere apposita licenza al Comune a chiunque « intenda eseguire nuove costruzioni edilizie, ovvero migliorare quelle esistenti o modificarne la struttura e l'aspetto nei centri abitati ed ove esista il piano regolatore comunale*. Sennonché quanti Co. muni hanno provveduto ad elaborare un piano regolatore ispirantesi alle norme dettate dalla legge? Fra le grandi città, solo Milano ha elaborato un piano organico e rispettoso dei principi della moderna urbanistica (sappiamo di quante opposizioni sia tuttora oggetto il piano elaborato a Torino) mentre è notorio che solo poco più di cinquecento (uno su quindici) sono 1 Comuni i cui regolamenti edilizi sono stati aggiornati ed approvati \ tutt'oggi a sensi di legge. Se da tutto questo discende, come ha rilevato l'on. prof. Lucifredi dell'Università di Genova, relatore sul «Procedimento amministrativo in materia di licenze edilizie» (a cui il convegno deve un quadro ed una esegesi quanto mai acuta e penetrante delle incompletezze offerte dalla legge e degli arbitri consentiti e tollerati) che ancora oggi, e assai di frequente purtroppo, sorge il problema delf'attuazione di disposizioni che contrastano con la legge, nella sopravvivenza di norme che han da dichiararsi abrogate, per incompatibilità, è facile spiegarsi come assai spesso gli audaci e gli avventurieri riescono ad avvalersi di questo caos legislativo per fare i loro affari e violare la legge ed 1 regolamen¬ ti, rallentando così la soluzione di quel problema sociale che si riassume nella formula: la casa per tutti. Sappiamo di ordini emanati dalle autorità comunali per la demolizione di costruzioni abusive. Ed è questo uno dei tasti toccati dall'on. Lucifredi: < DI fronte a costruzioni abusive, il Comune è tenuto ad intervenire». Per conto suo la Regione siciliana è andata ultra pctita. Il regolamentotipo Ventriglia commina severe sanzioni per i contravventori e punisce con la pena pecuniaria « tanto 11 proprietario dell'immobile, quanto il titolare dell'Impresa costruttrice, nonché 11 progettista-, il direttore del lavori, l'amministratore e 11 capo ufficio che ha disposto o consentito l'esecuzione dell'opera in frode alle prescrizioni della legge, e chiunque ala dalla legge preposto alla tutela al controllo ed al rispetto della norma ». Un eccesso? Ammettiamolo, se vogliamo. Certo è che in tema di edilizia non è ammissibile .ne tanto meno equo che Tizio o Caio sì mettano a costruire senza ctlterio alcuno, salvo quello del loro personale tornaconto. Il prof. Benvenuti dell'Università del Sacro Cuore, prima che il prof. Lu cifredl illustrasse le stranez ;ifredi illustrasse le stranez- ze e le asperità così spinose ma contraddittorie e social.mente Incerte dell'iter attraverso il quale si giunge più o meno faticosamente al rilascio delia licenza edilizia, aveva trattato con doviziosa dottrina del < jus aedifteandt e della natura giuridica della licenza edilizia ». Ebbene, partendo da una visione non conformistica del problema, egli era arrivato a concludere che lo jus acdlficandi non appartiene in via assoluta al proprietario, ma questi deve esercitarlo in accordo con il titolare nell'interesse collettivo, il Comune e lo Stato, secondo le regole obiettivamente da questi predeterminate nell'interesse della comunità. Senza 11 diritto la società cadrebbe nel caos, rotolerebbe su un piano inclinato con spaventosa velocità. Ed è quello che non ha esitato ad ammettere anche il prof. Amorth, trattando un tema gonfio di interesse e dì suggestione: « Diritti soggettivi ed interessi legittimi in materia dì licenze edilizie». Un tema che ha sottoposto al convenuti una problematica inesauribile e che ha stimolato, in fitta teoria, gli Interventi da parte del congressisti. Francesco Argenta 1 Francesco Argenta

Persone citate: Amorth, Francesco Argenta, Lucifredi, Magistrati, Petrilli, Ventriglia, Ziglioli

Luoghi citati: Europa Occidentale, Francia, Genova, Italia, Milano, Sanremo, Torino