Un'auto di banditi è scomparsa dopo una sparatoria con la polizia

Un'auto di banditi è scomparsa dopo una sparatoria con la polizia Misterioso episodio: allarme notturno in tutta la provincia Un'auto di banditi è scomparsa dopo una sparatoria con la polizia Una 1500 velocissima sfugge ad un blocco atradale a Settimo - Raggiunta a Chivasso: le due auto si urtano in piena velocità - I banditi aprono il fuoco e fuggono verso Asti - Rilevato il numero di targa della macchina !via li | mare Una macchina della polizia stradale era ferma ieri pomeriggio, verso le 17. all'imbocco della strada nazionale per Chivasso: gli agenti Mazzola e Calabria stavano eseguendo il normale lavoro di sorveglianza e controllo di documenti. D'improvviso, proveniente da Torino, arrivava una « 1500 Fiat » color nocciola che viaggiava a fortissima andatura. Il rumore acuto indicava che l'auto era provvista di un motore super-compresso. L'agente Mazzola si poneva in mezzo alla strada e con la apposita paletta di segnalazione invitava l'automobilista a fermarsi. La «1500» rallentava notevolmente poi, ad un tratto, con un rombo lacerante, ripartiva in «seconda ». Il Mazzola spiccava un balzo di fianco e per mezzo metro non veniva travolto. I due agenti salivano sulla loro macchina e iniziavano l'inseguimento. La « 1500 » viaggiava a 130-140 orari, affrontando le curve in modo pazzesco e destreggiandosi fortunosamente nel traffico: chi la guidava doveva essere un pilota molto esperto. Tutta * Stradale » riusciva a col lo svantaggio e nei pressi 1 11111111111111111111111111111111111111111111111 ■ di Chivasso l'auto della polizia, che aveva la sirena in azione, si affiancava alla «1500»: dentro vi erano due individui che si coprivano la faccia con le mani per non essere riconosciuti. In quell'attimo, a più di 100 all'ora, le due macchine si urtavano e per poco non avveniva un disastro. L'inseguimento continuava, accanito, drammatico. Da Chivasso la « 1500 » girava sulla strada per Asti e guadagnava terreno, avendo una maggiore ripresa. Ma in breve le distanze s'accorciavano. Allora dalla misteriosa vettura fuggiasca si sporgeva una mano armata di pistola e quattro colpi venivano esplosi, senza esito, contro gli inseguitori. Gli agenti, a loro volta, aprivano il fuoco e sparavano cinque o sei revolverato contro le gomme della « 1500», ma i proiettili non raggiungevano il bersaglio e si conficcavano probabilmente nella carrozzeria. Per la terza volta la «Stradale», dotata di un mezzo meno veloce, veniva etaccata e al bivio di Brozzolo la « 1500 » era scomparsa. Chi erano i fuggitivi? Contrabbandieri con un prezioso carico o banditi ricercati dalla polizia? Forse contrabbandieri di laibacco, ma sembra strano perché chi commercia clandestinamente in sigarette svizzere o americane non gira mal armato e si guarda bene, soprattutto, dallo sparare contro la polizia. Piti attendibile quindi l'ipotesi che i fuggiaschi fossero pregiudicati, reduci da un furto o in procinto di compiere una rapina. La folle corsa e la sparatoria suscitavano vivissimo allarme in tutta la zona attraversata dalle due macchine. In certi paesi la gente s'era salvata da sicuro investimento buttandosi ai lati della strada, contro i muri o nei fossati. Alcune persone riuscivano a leggere la targa della « 1500 » (di tipo cabriolet, assai raro perché fuori-serie) : la targa era immatricolata TO e il numero, salvo errori, sarebbe — secondo questi testimoni — H 107620. La polizia stradale, In proposito, ha mantenuto stretto riserbo: per ora non è daito di' sapere se la vettura risulti rubata. In collaborazione con i comandi dei carabinieri sono stati istituiti eu tutte le strade del Piemonte controlli fissi e blocchi volanti. Fonogrammi sono stati diramati in Lombardia e in Liguria. — L'altra sera il signor Armando Robbiola, abitante in via Don Bosco 31, stava percorrendo via Lanzo a bordo della sua « 1400 » allorché si ricordava di dover sbrigare una piccola commissione e arrestava la macchina all'altezza dello stabile n. 203. S'era appena allontanato che scorgeva tre giovinastri dall'aspetto poco rassicurante accostarsi lentamente alla vettura. Il Robbiola si nascondeva nel vano di un portone e osservava le mosse dei tre. Il « colpo » veniva ertettuato in maniera fulminea. Uno degli ^conosciuti, servendosi evidentemente di uno speciale arnese da scasso, spalancava in un attimo lo sportello anteriore sinistro, balzava a bordo, accendeva il motore e par¬ ttslalsbticcnnMnceaesallllllllllllljllllll»lll tiva. Gli altri due restavano a terra. 11 signor Robbiola, pur sorpreso della incredibile rapidità dell'accaduto, si lanciava in mezzo alla strada tentando di fermare il ladro. Ma questi sterzava e proseguiva. Il Robbiola riceveva una botta di striscio e ruzzolava a terra. Benché contuso si rialzava immediatamente e inseguiva l due complici. Uno ne catturava dopo cento metri di corsa e lo trascinava in un caffè da dove telefonava al commissariato di P. S. Madonna di Campagna. Accorreva 11 sottufllciale Bertinetti con due agenti. La pattuglia prendeva in consegna il catturato e di 11 a mezz'ora rintracciava e arrestava anche l'altro: entrambi pregiudicati e ben noti alla polizia. Essi si rifiutavano di rivelare il nome del ladro che si era impossessato della vettura, sostenendo, con disinvoltura, di averlo conosciuto da solo due ore e di non sapere né il suo nome né il suo cognome. Intanto il signor Robbiola compiva una perlustrazione sui luogo del furto: e aveva la gioia di trovare a 150 metri di distanza, in una viuzza buia, tra gli orti, la macchina perfettamente sana ed intatta, con lo sportello spalancato. Il ladro, colto da panico, l'aveva subito abbandonata.

Persone citate: Armando Robbiola, Bertinetti

Luoghi citati: Calabria, Chivasso, Liguria, Lombardia, Piemonte, Torino