Dulles dichiara che la rottura della NATO rischierebhe di provocare la guerra totale di Sandro Volta

Dulles dichiara che la rottura della NATO rischierebhe di provocare la guerra totale fi Segretario di Stato ricerca l'accordo con i franco - inglesi Dulles dichiara che la rottura della NATO rischierebhe di provocare la guerra totale II discorso del rappresentante americano ispirato da un fervore religioso - "// blocco comunista è insidiato da fratture interne; bisogna appoggiare le forze che cercano la libertà,, • Colloquio confidenziale sul Medio Oriente tra sei ministri americani e britannici (Dal nostro corrispondente). Parigi, 11 dicembre. Si è aperto stamane a Palazzo Chaillot il Consiglio dei miniatri atlantici. Questa è stata forse la riunione più attesa della NATO dal tempo della sua istituzione. La grave crisi del Medio Oriente e la sconcertante politica russa avevano fatto sentire a tutti i governi l'urgente necessità di appianare i dissidi, dissipare 1 malintesi, e di rafforzare l'alleanza, unica garanzia di sicurezza per i Paesi occidentali. Il personaggio più atteso era Foster Dulles, il Segretario di Stato americano ancora quasi convalescente dl un gravissimo intervento chirurgico. Più magro, il volto teso in due solchi profondi, ma con l'ombra di un sorriso sulle labbra e l'occhio sereno, è apparso stamane alle 10,30 a Palazzo Chaillot con l'imponente seguito dei collaboratori. Su quest'uomo, cui è affidata gran parte della sorte del mondo, grava ancora la minaccia di un male che non perdona. Il suo impegno, la sua dedizione al dovere è quasi biblica, ma forse tra i ministri che lo accoglievano rallegrandosi con lui, sarà passato un brivido. Foster Dulles ha dimostrato subito di essersi messo sulla via della riconciliazione con francesi ed inglesi, dopo la crisi di Suez; quantunque abbia ribadito la necessità per tutti dl rispettare la legge internazionale. La seduta era a porte chiuse, e non si conosce quindi 11 testo del suo intervento. Si è saputo, però, che egli ha dichiarato anzitutto che, a suo parere, la zona comunista è insidiata dall'Interno. Le agitazioni scoppiate di recente oltre la « cortina di ferro > potrebbero costituire il culmine della parabola ascendente del comunismo, e di conseguenza avvicinare il giorno in cui avrà termine la frattura, che attualmente divide il mondo in due blocchi. Il Segretario di Stato ha chiesto ai rappresentanti dei quindici Paesi di favorire, con ogni appoggio dl natura morale, le forze nuove che, proprio dentro i Paesi comunisti, mettono in pericolo il regime. Il discorso del ministro americano è stato giudicato in sostanza ottimistico; alcuni delegati hanno tenuto a precisare che è parso improntato aliche ad un religioso moralismo, .anche più spiccato che in ai tre dichiarazioni di Dulles in 'passato. Senza nominare i franco-inglesi, egli ha condannato il ricorso alla forza per risolvere i problemi di politica internazionale, auspicando che ogni divergenza presente e futura debba essere sempre risolta nella piena osservanza dei principi sanciti dalla Carta dell'O.N.U. « Se le Nazioni del mondo libero non lo faranno — ha proseguito il Segretario di Stato — ciò significherà il disastro; infatti la disgregazione della N.A.T.O. e la inosservanza dei suol principi condurrebbe certamente alla guerra totale ». La sessione era stata aperta dal ministro degli Esteri italiano. L'on. Martino, quale presidente dl turno, aveva rivolto il primo saluto ai quattordici colleghi. Il rappresentante dell'Italia si era poi intrattenuto sul rapporto elaborato dai « tre saggi > (lo stesso Martino, il canadese Pearson e il norvegese Lange) circa la necessità di allargare l'alleanza militare con la collaborazione economica. Dopo aver trattato della crisi del Levante e della tragica situazione in Ungheria, Martino ha esortato tutti i membri della NATO che abbiano « interessi fuori dell'area d'azione dell'alleanza >, a consultarsi reciprocamente < prima di prendere qualsiasi iniziativa >. Il Consiglio ha poi ascoltato il rapporto del segretario generale della N. A. T. O,. Lord Ismay, sul funzionamento della organizzazione atlantica. I ministri hanno quindi proseguito i lavori a porte chiuse. Nell'esame della situazione internazionale, sono stati toccati soprattutto due punti: 1) la crisi ungherese e la possibilità che l'agitazione si estenda agli altri paesi satelliti ; 2) l'infiltrazione sovietica nel medio Oriente con particolare riferimento ai rifornimenti militari russi alla Siria. Hanno preso la parola — secondò indiscrezioni attendibili — i ministri degli Esteri francese ed inglese. Entrambi hanno voluto giustificare l'azione militare contro l'Egitto con i pericoli della penetrazione sovietica. Pineau ha aggiunto che la N.A.T.O. dovrebbe deli mitare con maggiore precisione le zone, dove gli alleati hanno l'obbligo dl consultarsi; dal canto suo è favorevole all'ampliamento del campo « atlantico»: allusione chiara al Medio Oriente ed al Nordafrica. E' stata poi la volta dei Pae. si « minori-*. Il belga Henri Spaak ha sottolineato la necessità non solo di prevenire la guerra, ma anche di imporre il rispetto della legge internazionale e della giustizia. A questo punto ha preso la parola Dulles. Oltre ai concetti già esposti, il ministro americano ha indicato nella potenza nucleare degli S. U., appoggiata sulle basi degli alleati, il più forte strumento della difesa atlantica, senza costringere i quindici Paesi ad un intollerabile sforzo economico anche nel campo degli armamenti classici. Un altro argomento su cui egli ha inst- stito, è la necessità di uno stretto accordo fra gli alleati per il Medio Oriente. I contrasti del recente passato debbono essere ricordati solo come un'utile lezione per le prossime iniziative: infatti la situazione, se offre motivi di speranza, resta anche piena di pericoli. Dopo la seduta atlantica, Dulles e i ministri americani del Tesoro e della Difesa hanno conferito per un'ora ed un quarto con i tre colleghi britannici. Il comunicato ufficiale dice soltanto che 1 ministri « hanno discusso principalmente questioni militari concernenti la N.A.T.O., che verranno trattate nelle prossime sedute»; ma Selwyn Lloyd ha ammesso con i giornalisti che l'argomento principale del colloquio è stato il Medio Oriente. Sandro Volta-