Decine di operai uccisi dai russi nei distretti minerari dell'Ungheria di Massimo Conti

Decine di operai uccisi dai russi nei distretti minerari dell'Ungheria Represse nel sangue violente manifestazioni contro il governo Decine di operai uccisi dai russi nei distretti minerari dell'Ungheria La polizìa comunista proibisce l'accesso alle zone di frontiera per impedire l'esodo in massa dei profughi - Kadar accusa ì fascisti di Horthy residenti in Germania di aver preparato la rivolta - / rifugiati in Austria assommano ad oltre 120 mila (Dal nostro inviato speciale) I Vienna, 8 dicembre. Anche oggi dall'Ungheria sono arrivate tragiche notizie. A Salgotarjan, nel nord del Paese, 1 carri armati russi e la polizia comunista hanno sparato su una fòlla di patrioti che protestava contro l'arresto di esponenti dei consigli rivoluzionari operai. Sono rimasti sul terreno dieci morti, Numerosi sono i feriti. La polizia ha arrestato molti dimostranti e il comandante sovietico ha ordinato il coprifuoco. A Pecs, uno dei centri più attivi della resistenza, folle di patrioti hanno organizzato una manifestazione antisovietlca chiedendo le dimissioni di Kadar. Mentre un corteo di persone attraversava la strada principale della città gli agenti della polizia d) Stato aprivano il fuoco sulla folla con le pistole mitragliatrici. Imprechiate è il numero delle vittime. A Budapest, dove sono state raccolte queste notizie, si parla di « diversi morti e molti feriti». Scontri sanguinosi si sono avuti a Bekescaba dove un reparto di fanteria russa ha sparato su qualche centinaio di persone che chiedevano la liberazione di operai arrestati. Sembra che in questo piccolo centro 1 patrioti sostenuti da gruppi di partigiani abbiano risposto al fuoco. Le sparatorie sono continuate fino a tarda sera. Non si hanno precise informazioni sul numero delle vittime. Altre manifestazioni e « numerosi morti » si sono avuti anche a Tatabanya, uno del principali centri dell'Ungheria, dove si sciopera da alcune settimane. Dopo quattro settimane di infruttuosi tentativi, i Consigli rivoluzionari dei lavoratori hanno tentato ancora una volta di convincere Kadar a discutere seriamente le loro richieste che tendono ad assicurare un minimo di democrazia al Paese. Gli incontri fra il Capo del Governo e le delega¬ zioni operaie, iniziatisi ieri sera a tarda ora, si sono conclusi stamattina. In giornata i rappresentanti dei Consigli operai si sono riuniti a porte chiuse per decidere sul da farsi e sulla opportunità di proclamare un nuovo sciopero generale. Nessuna indiscrezione è trapelata sui risultati della seduta. Si sa soltanto che le decisióni dei Consigli verranno rese note con ogni probabilità domani mattina. Kadar avreb be fatto sapere agli operai che « il governo è deciso a piegare con ogni mezzo la resistenza dei lavoratori ». A Budapest in giornata non si sono avute notizie di altri arresti od incidenti; ha fatto però una brutta impressione un articolo apparso sull'organo ufficiale del partito comunista ungherese Nep Szabadsag, che definisce l'insurrezione popolare del 23 ottobre una congiura di reazionari sostenuta dalla Germania di Bonn e dagli Stati Uniti, Fino a pochi giorni fa Kadar ed i suoi collaboratori sostennero che la rivolta era stata l'espressione di legittime aspirazioni del popolo magiaro, stanco del malgoverno di Rakosi, anche se essa era stata poi sfruttata da elementi reazionari e fascisti. E ricordiamo ancora che più volte lo stesso Kadar aveva promesso di cancellare gli errori del passato regime messi in evidenza dai recenti avvenimenti. Ora invece Kadar nega alla insurrezione qualsiasi contenuto rivoluzionario. Ed è questo indubbiamente un segno di maggiore irrigidimento. Riferendo e commentando una risoluzione approvata dal comitato centrale del partito comunista ungherese, il giornale so stiene che a provocare la «controriv'oluzione del 2S ottobre» furono quattro elementi: 1) gli errori della cricca di Rakosi e di Geroe (il segretario gene rale del partito comunista destituito da Nagy); 2) l'opposi zione in seno al partito conni- Hgoenista ungherese guidata da Imre Nagy; S) le forze contro- rivoluzionarie dei fascisti di Horthy, dei capitalisti e dei grandi proprietari terrieri che operavano in Ungheria dopo essersi organizzati nella Germania Occidentale; J§) « l'imperialismo internazionale» che ha avuto /una parte decisiva negli avvenimenti d'Ungheria. « Che t circoli imperialisti abbiano avuto nei recenti avvenimenti una parte, decisiva — scrtue il -. giornale — è un, fatto ormai scontato. Sappiamo difatti che da anni, nella Germania Occidentale, i superstiti ufficiali dell'esercito di Horthy e di Hitler preparavano la controrivoluzione. Già molti mesi prima della controrivoluzione gli imperialisti avevano cominciato a mandare le loro avanguardie in Ungheria al fine di minare le basi della democrazia popolare ». Altra prova della congiura, secondo il giornale, sono le « operazioni militari di reaziotiarl ben addestrati, condotte nei primi giorni dei disordini contro l'edificio della radio di Budapest», nonché le grida di « via le stelle rosse », colte durante le manifestazioni studentesche del 23 ottobre. Questa singolare analisi dei recenti avvenimenti acquista un particolare significato tenendo presente che Kadar, i giorni scorsi, si recò a Mosca per avere più precise disposizioni. La notizia del viaggio a Mosca di Kadar è stata data come sicura da fonti occidentali di Budapest. Ora a Budapest, si attendono le decisioni dei consigli operai che, dicevamo, dovrebbero essere rese note domattina. Nella capitale la giornata è stata tranquilla e in molte fabbriche si è ripreso parzialmente il lavoro in attesa appunto delle disposizioni dei consigli. Nelle province e nei dintorni di Budapest continua la lotta partigiana. Millecinquecento patrioti tengono impegnati reparti sovietici nella zona di Mecsekbergland nell'Ungheria del Sud. Si combatte anche nella zona di Pecs. Altre numerose bande armate operano nei dintorni di Buda pest e, la notte, alla periferia della città. Gruppi di patrioti, alcune migliaia dicono, si nascondono nelle foreste c sulle colline dalla parte di Buda. Stasera intanto ia polizia, per arginare l'esodo in massa dei profughi, ha emesso un comunicato — diffuso da radio Budapest — nei quale si annuncia che la regione di frontiera occidentale dell'Ungheria (la frontiera con l'Austria), sarò- d'ora innanzi interdetta. Ecco il testo del comunicato: « La direzione generale della polizia ricorda alla popolazione che le restrizioni relative al soggiorno e alla circolazione nella zona della frontiera occidentale del Paese sono tuttora valide. In tale zona non si può soggiornare se non si è forniti di una autorizzazione speciale. L'attuale situazione esige anche la limitazione della circolazione nella zona di frontiera. « Al fine di ovviare alle attuali difficoltà del traffico, la polizia invita la popolazione a rinviare a data successiva qualsiasi viaggio nella zona di frontiera. « La polizia ha ricevuto l'ordine di effettuare severi controlli. Le persone sprovviste di regolare autorizzazione di soggiorno, verranno arrestate e deferite all'autorità giudiziaria ». In Austria sono entrati nelle ultime 2// ore circa 2!fi0 profughi, In totale l rifugiati in territorio austriaco sono a tut'oggi oltre 121 mila. Massimo Conti