Una condanna a 14 anni di carcere ha messo fine alla gloria del guappo

Una condanna a 14 anni di carcere ha messo fine alla gloria del guappo II processo eautvo la malavita giunta dal Sud Una condanna a 14 anni di carcere ha messo fine alla gloria del guappo Abbandonato anche dall'ultimo fedele che per lui aveva giurato il falso - Il Di Stadio assolto dall'accusa di complicità - Il Presidente: "La dura lezione vi insegni a mettervi sulla via dell'onesto lavoro,, Il processo In Corte di Assise è finito ieri alle 18. In un'aula affollata il presidente Carron Ceva ha letto la sentenza di condanna per Salvatore Russo e di assolutoria per Vincenzo Di Stadio. Salvatore Russo è stato riconosciuto colpevole di tentato omicidio, senza premeditazione, e di tentata estorsione e condannato alla pena di 14 anni ed alla multa di 30 mila lire. Inoltre è stato punito con l'arresto di 6 mesi per aver posseduto e portato fuori di casa una pistola senza la licenza. La Corte ha dichiarato che sia interdetto per sempre dai pubblici uffici e che, scontata la pena detentiva, sia sottoposto a libertà vigilata per 3 anni. Per 1 danni da pagare alla parte civile, come aveva chiesto l'aw. Acciarini, seguirà una nuova causa: per intanto il condannato dovrà versare subito una provvisionale di 300 mila lire. Vincenzo Di Stadio invece è stato assolto per insufficienza di prove dall'accusa di tentato omicidio Salvatore Russo ha accolto la sentenza in piedi, le mani una sull'altra, senza neppure corrugare la fronte. Poi con calma si è messo la sciarpa, ha indossato il cappotto ed ha seguito 1 carabi nieri. Non il minimo accenno di emozione. E neppure una parola di commento. Vincenzo Di Stadio quando ha sentito parlare di 14 anni per il suo ex capo si è portato H fazzoletto agli occhi, tremando per la paura di essere anche lui condannato. Udendo la parola «assolto» si è tolto il fazzoletto e con occhi increduli ha guardato il Presidente ohe continuava a leggere, e si è rivolto al suo difensore, avv. Delgrosso. Questi gli ha fatto un cenno di conferma; allora egli ha sorriso con un lungo sospiro. Dal giorno dell'arresto a ieri è rimasto in carcere per 18 mesi. Il presidente Carron Ceva non ha detto parola al Russo, ha porto un augurio al Di Stadio. « Sentite, Di Stadio, la Corte vi ha assolta e siete di nuovo libero. Io mi auguro che la dura lezione vi sia servita e che, dopu tanti cattivi precedenti, finalmente possiate riprendere la retta via di un onesto lavoro. Avete capito?» « Grazie », ha risposto il Di Stadio. Intanto gli si era avvicinato il suo difensore e lui, afferratogli la mano, gliel'ha baciata. Subito dopo si è iniziato il processo contro Ciré Baldeschi, il napoletano che per omertà, si era fatto mettere in carcere mercoledì scorso con l'imputazione di falsa testimonianza. La Corte lo ha assolto, perché aveva ritrattato dopo una notte trascorsa alle Nuove. Egli aveva sostenuto che il Russo sparò per legittima difesa, perché i tarantini erano tutti armati di coltello. Quando, dopo la deposizione, i carabinieri lo avevano portato fuori dell'aula in stato di arresto, don Salvatore gli aveva sorriso compiaciuto. Almeno uno gli era rimasto fedele. Ma allorché ritrattò dinanzi alla Corte, confessando di aver mentito per omertà, don Salvatore gli ha gridato: «Carogna». Anche lui, come tutti gli altri del gruppo, lo aveva abbandonato. L'amarezza del capo « guappo », rimasto solo, è stata espressa in quel termine dispregiativo. Il Russo, nel suo egoismo, non ha considerato che lo stesso suo patrono aw. De Marsico, subito all'inizio dell'arringa, ebbe a re spingere l'assurda tesi della le gittima difesa giustificandosi che « la toga non è abito che consenta temerarietà ». Cosi è finiti .il processo dei « guappi ». Al mattino c'erano state le ultime discussioni della causa. Aveva parlato l'avv. Deigrosso per Vincenzo Di stadio affermando che egli doveva essere assolto perché non ebbe mai Intenzione di ferire o di uccidere Vito Acquerò. Accompagnò il Rus sfsnzvsccsLlcndrIpcgnapansf1nlaefi rplllllllllllllIIIIIIIIIIIIIIIIlllllllllitllllllllllllllllll* o so a prendere l'arma a casa, gli fu vicino allorché si venne allo scontro tra tarantini e napoletano, ma nulla sapeva delle intenzioni del Russo e non poteva prevedere che la sua ira l'avrebbe spinto addirittura a sparare. Ancora ha parlato l'aw. Torchio, secondo difensore del Russo. Il P. M. Prosio ha replicato, rispondendo al prof. De Marsico. L'avvocato partenopeo aveva qualificato don Salvatore uno spaccone, un « cadetto di Guascogna », negando che fosse un « sovrano di guappi». Il P. M. ha dichiarato che si può essere sovrano di Inghilterra e sovrani del Principato di Monaco. A Torino non c'è la possibilità di costituire gruppi asociali come nel Meridione. « Però è indubbio — egli ha affermato — che il Russo, nella piccola cerchia di compaesani che aveva riunito attorno a 3é, dominava da sovrano ed imponeva la sua volontà con la violenza ». Chi fosse don Salvatore lo provano le 15 condanne già subite per lesioni. Egli viveva di prepotenza, al lavoro onesto preferiva il ricatto e si sentiva sicuro dell'omertà, la ferrea legge del silenzio che lega i « guappi ». Contro queste persone che sono respinte dalle loro terre, dove la pulizia le ha sempre sott'occhio oiliMMiiiiiillillillillilliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiilliil per i loro precedenti, e che emigrano al Nord confondendosi con i volenterosi che cercano di trovsr lavoro per migliorare le loro condizioni di vita, la condanna non è vendetta di un benessere, ma è giustizia applicata a difesa della società. E' stato questo l'ultimo processo di Corte di Assise per il dott. Prosio. Promosso di grado per concorso, con' il mese di gennaio egli andrà a reggere la Procura della Repubblica di Alessandria. Ne ha dato notizia, al termine dell'udienza, il presidente Carron Ceva, rivolgendogli un cordiale commiato e ricordando la sua forza di argomentatore preciso e la sua oratoria convincente. Al saluto del presidente si è associato l'avv. Delgrosso a nome di tutti gli avvocati. Discorso dell'ori. Angelini La democrazia cristiana ha indetto per domani in tutta Italia « La giornata di solidarietà con l'Ungheria ». A Torino, alle 10, parlerà al teatro Alfieri, il ministro dei Trasporti on. Angelini. Durante la breve permanenza del Ministro nella nostra città saranno anche discussi problemi che riguardano le comunicazioni della città e della regione. iilliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiie H «guappo» e gli avvocati ascoltano la sentenza letta dal presidente Carron Cova

Luoghi citati: Alessandria, Guascogna, Inghilterra, Italia, Principato Di Monaco, Torino, Ungheria