La situazione

La situazione La situazione tc1dleartlinpssgdddtvtpinlhdBrpcnictGli anglo-francesi sgombrano in fretta da Porto Said. Le forze terrestri e navali sono ridotte anche a Cipro, Londra ha rinviato alle loro case dodicimila riservisti. I lavori per il ripristino del Canale saranno iniziati nei prossimi giorni e forse la navigazione riprenderà prima di quanto si sperasse. Rimane irrisolto il problema della strada di Suez, incrocio di tre Continenti. Le vicende delle scorse settimane hanno posto in evidenza due fatti che tutti conoscevano ma di cui nessuno si preoccupava: basta affondare poche navi in quel passaggio obbligato per togliere all'Europa un terzo delle fonti di energia necessarie alla vita; chi controlla le terre del petrolio dal Sinai al Golfo Persico, può diventare il padrone dell'Occidente europeo. Le conseguenze? Se gli Stati arabi cadono nella sfera sovietica, i nostri Paesi diventano satelliti dell'URSS in forma quasi automatica; restando padrone assoluto del Canale, l'Egitto è in grado di ricattare l'Europa. Si impongono due soluzioni. L'Europa deve trovare, con l'aiuto degli Stati Uniti, un accordo stabile ed a lunga scadenza con i Paesi arabi; si deve dare all'Egitto il massimo dei benefici materiali del Canale, ma la libertà di navigazione va garantita da tutte le grardi Potenze interessate. Il problema non è egiziano e nemmeno mediterraneo; non riguarda solo .tre Continenti, ma il mondo intero. ■ * * L'Ungheria aveva già respinto gli osservatori dell'ONU, ora non consente al segretario generale di recarsi a Budapest nei prossimi giorni. Le notizie spiegano questo rifiuto: la resistenza non è finita. Da due giorni, dolenti cortei di don ne e di ragazzi, vestiti a lutto, sfilano nel centro della capitale per portare fiori alle vittime della rivolta e rendere omaggio agli eroi dell'indipendenza nazionale. Non hanno paura né dei l carri armati russi, né delle Tcariche della polizia. L'insurrezione del popolo magiaro è nata da una ribellione così profonda, che non valgono a spegnerla le minacce della dittatura, gli orrori della repressione. La tragedia di Budapest ha dato all'Occidente la prova sicura che il regime di Mosca porta con sé la miseria, la paura ed alla fine un odio più forte della stessa paura. Le truppe russe hanno seminato migliaia di morti, ma non hanno ottenuto la resa di un popolo insorto per disperazione. Certo nei paesi cosiddetti capitalisti ci sono previlegi da combattere, riforme da conquistare, ricchezze da distribuire in modo più equo. Ma ogni uomo civile rifugge terrorizzato dal pensiero di entrare nella sfera della giustizia sovietica. * * Nonostante la crisi di Suez ed il dramma di Budapest, in Italia c'è chi torna a parlare della neutralità come di una base desidera bile per la nostra politica estera. A Parigi ed a Lon dra — dopo le polemiche de gli scorsi giorni — anche le minoranze neutraliste chie dono ai governi di rafforza re l'unità occidentale e di ricostruire l'indebolita amici' zia con gli Stati Uniti. La stessa America è ansiosa di ritrovare una stretta collaborazione con l'Europa, da cui dipende in parte la sua sicurezza. Per essere neutrali e sopravvivere, bisogna essere molto ricchi e molto armati. Altrimenti basta guardare una carta; si capisce subito quale sarebbe il destino di un'Italia senza alleati.