Il Polesine riaffiora dalle acque ma resta insoluto un grave problema di Gigi Ghirotti

Il Polesine riaffiora dalle acque ma resta insoluto un grave problema Contro Vassallo delle mareggiale non bastano più i semplici argini Il Polesine riaffiora dalle acque ma resta insoluto un grave problema La vasta zona del delta padano tende a "sprofondare,, - Abbassamento di un metro in sei anni - Incerte le cause - Le terre maggiormente depresse coincidono con i settori dove più intensamente si estrae il metano (Dal nostro inviato speciale) Adria, 4 dicembre Gli alluvionati di Pila trascorrono ore infreddolite e ansiose nei centri di raccolta. Ogni tanto chiamano al telefono l'amico guardiano del Faro di Pila, rimasto appollaiato csggnetta sua torretta come un i naufrago sui relitti della nave., < Come boielat * (Come boileti. « Ste boni, ghe ancora acqua dapertuto ». Davanti agli sguardi il guardia-Faro ha l'Adriatico ; da un lato il Po; tutt'intorno, a perdita d'occhio, la pianura allagata. Gli sfollati di Ca' Zuliani, l'altro paesino semisommerso dalla mareggiata di venerdì, hanno già cominciato a ritornare nelle loro easej il deflusso in quella zona prosegue abbastanza bene, perciò qualche comignolo ha ripreso a fumare e le finestre si sono presto imbandierate di grande quantità di panni. Ma per gli ottocento di Pila il problema del ritorno è più delicato: già\i bimbi si apprestano a parti-ìre per la Colonia di Boccavec-\111111111M t M11111 i 11 i 111 J1111U111 i 11 ! 1M f IMIM M1: 11 chia, ove trascorreranno l'in-:verno. I più gr ndicelli prevedono che a Pila ci torneranno questo gennaio, col gelo, « siissegando ■>, cioè scivolando con gli zoccoli sulla superficie ghiacciata. Ma.forse, se il ma¬ re non si accanirà più, se si riuscirà in breve a ricostruire l'argine crollato, può darsi che anche prima di gennaio si mettano in moto le idrovore per iniziare il prosciugamento. Poi bisognerà pompare acqua dolce dal Po « per lavare » i! terreno pregno di salsedine. Domattina, presso la sede del Genio Civile di Rovigo, si riuniscono funzionari e tecnici dell'agricoltura polesana per coìicordare una linea di condotta, in vista dell'incontro cui li ha invitati il ministro Romita entro la prossima settimana. Che cosa bisognerà proporre ai Ministeri dell'Agricoltura e dei Lavori Pubblici, finalmente riuniti per affrontare insieme l'unico problema che sia dinanzit Non basta il rappezzo 1 ! 11 i 1111111 ! I ■ r I ! > 11111111 ) [ 11 ) 11 1 ri 111 ! 1111111113 -: degli strappi avvenuti in que o n e ¬ i e e r i e i i r o o e e e e o 3 » e al eé e ae e a e e o di o ti eeai. a n osii £riorm nel tessuto delicato di argini e argmelli; a questo già si sta provvedendo di buona lena. Il punto vero della questione è un altro: che cosa fare per affrancare m modo definitivo le terre bonificate con tanta fatica, le valli da pesca tenute con la cura di una vasca da giardino, dalla ricorrente insidia del mare, del Po e dell'Adige? Sulla penosa e antica odissea del Delta si apre questa volta un nuouo capitolo. Tutti i progetti che fino a pochi mesi fa erano ancora validi (mancavano soltanto i finanziamenti) sono di colpo invecchiati Da un mese all'altro li ha resi inattuali un grave e vasto fenomeno di cui soltanto ora ci si comincia a rendere conto: il Basso Polesine sta sprofondando. L'amara scoperta fu fatta dal direttore del Consorzio di bonifica tempo fa; abituato a passare in piedi sulla barca sotto il ponte di Gramignara, che si inarca per 60 metri sul «collettore padano*, l'ingegnere scoprì che di mese in mese il passaggio si faceva sempre più difficile. S'abbassava la terra o l'acqua si alza vaf Nel '50 egli passava ancora in piedi; nel '51 doveva curvare la testa; nel '54, soltanto sdraiandosi sulla barca riuscì a passare. Ed ora, nel '56, le barche non passano addirittura più sotto il ponte di Gramignara Preoccupato l'ingegnere provvide a dare' l'allarme in tutta la zona e allora si stabilirono numerosi capisaldi di osservazione. E' risultato con certezza che non l'acqua si alza, ma la terra si abbassa. Le tabelle di questo abbassamento preoccupante sono ora pubblicate a cura della Camera di Commercio di Rovigo. E' stato documentato, attraverso le rilevazioni ufficiali, che in sei anni una vasta porzione del Basso Polesine, strade, paesi, aziende agricole, valli da pesca, è sprofondata nella misura media di circa un metro. Che cosa sia successo, nelle viscere della terra, non si può ancora sapere con certezza. Bradisismi, < costipazione > naturale dei terreni? * Non può essere », afferma¬ pciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiii a e a i o è e a e ¬ no gli esperti dell'agricoltura polesana. Si forma perciò un comitato di studio; e il comitato constata un primo dato di fatto: la zona sprofondata coincide con la zona dove più intensamente lavorano le centrali "per l'estrazione del metano. Combinazione, il gas sgorgava fino al 1950 naturalmente alla superficie. Ma da quell'anno si dovette introdurre una nuova tecnica: iniettare nei giacimenti il gas, per aumentarne artificialmente la pressione, e fare così uscire il metano. E' proprio da quell'anno che incomincia l'abbassamento del suolo di cui si è detto, al ritmo preoccupante di 15 centimetri per aniio Le conseguenze di questo dato di fatto sono evidenti: non bastano più, a far da scudo contro il mare i gracili orginelli di proprietà privata o consorziale, che ora sono chiamati a fronteggiare l'urto delle ondate. Anche i livelli di sicurezza del Po e dei canali collettori sono diventati precari. Nei bacini di bonifica, le idrovore non riescono più a sollevare l'acqua con il ritmo di un tempo, essendo cambiato il « rapporto di prevalenza > tra terreni e canali. Una piena, una burrasca di mare, rischiano di compromettere la fatica dei bonificatori, l'ingente spesa sostenuta nei decenni e nei secoli per riscattare il Basso Polesine alla palude. Il problema è drammatico e urgente: il metano è sotto accusa, ma i sospetti, pure grandissimi, non sono stati ancora provati con certezza tale da autorizzare la chiusura dei pozzi. E poi, non basterebbe nemmeno questo. Gli agricoltori di Rovigo chiedono che sia affrontata la situazione con coraggio, andando alla radice dei mali. Anzitutto sarà necessario * ridimensionare > l'intera rete degli argini fluviali; poi costruire spalti < frangiflutti > per difendere la costa. Un'opera imponente, ma la terra polesana è un bene troppo costoso e prezioso, oramai, perché possa rimanere esposto al rischio del naufragio. Quanto costerà il tutto? < Meno che le Olimpiadi di Cortina*, ci è stato risposto a Rovigo. Gigi Ghirotti sdaiiiiiiiitiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiia

Persone citate: Vassallo

Luoghi citati: Adria, Pila, Rovigo