Sconvolta dai due delitti di Rivoli una donna si è annegata nella Stura

Sconvolta dai due delitti di Rivoli una donna si è annegata nella Stura Sì9 la proprietaria della casa dove fu ucciso il Wtegaldi Sconvolta dai due delitti di Rivoli una donna si è annegata nella Stura Viveva sola ed era ossessionata dal ricordo della terribile fine toccata al vecchio giardiniere - L'incubo nell'anniversario della tragedia - Al mattino esce dicendo che va da un'amica - Poche ore dopo è trovata cadavere Un pietoso dramma dello sconforto ha portato alla morte la quarantanovenne Teresa Tenivella abitante in via Piffetti 48 il cui cadavere è stato rinvenuto nel pomeriggio di mercoledì scorso davanti alla griglia della dl.ga di S. Mauro, sulla Stura, dal guardiano Giovanni Mus6o. Con ogni probabilità si tratta di suicidio determinato da uno stato depressivo che aveva avuto la sua origine nella profonda impressione suscitata nella donna da due delitti accaduti un anno fa a Rivoli. Il primo soprattutto aveva sconvolto la povera Tenivella. Il 33 ottobre dello scorso anno era stato ucciso in maniera feroce un pensionato di 76 anni. Giuseppe Rigaldi, che abitava solo in una casetta sulla strada antica di Alpignano. Il crimine aveva suscitato in tutta la zona di Rivoli profonda impressione e indignazione per la sua efferatezza. La Tenivella in particolar modo ne era rimasta stravolta. La casa, denominata « dei crisantemi », nella quale il delitto era stato consumato era di sua proprietà e il vecchio Rigaldi vi abitava per sua concessione ricompensandola con la cu¬ IMIMIIlllllllllllllllllIIIIIIIIIIIIIIIIlllllllllIlllllllI a l l o i a o o a o o o a . n a a n a a l a ¬ ra che ogni giorno aveva del giardino. Teresa Tenivella non poteva pensare a quella casetta di campagra senzc inorridire. Con le amiche e l parenti ripeteva spesso ohe non avrebbe mai potuto ritornarvi. Ai primi di gennaio un altro delitto {.uscito nella zona di Rivoli nuovo orrore: nella sua cascina fu uccisa, sempre a scopo di rapina, Adelina Tenivella di 54 anni. Il giorno 14 dello'stesso mese i carabinieri arrestarono l'autore di entrambi i delitti: il giovane Renato Dosìo. Per Teresa Tenivella fu un nuovo colpo che incise terribilmente sulle sue già precarie condizioni fisiche: conosceva l'assassino e soprattutto conosceva In sua fidanzata che lavorava nella fabbrica di pizzi di Cascine Vica nella quale lei stessa era impiegata già da 34 anni. L'angoscia della ragazza all'apprendere la notizia dell'arresto del fidanzato e la dolorosa sorpresa che si diffuse nello stabilimento si ripercossero nell'animo già travagliato di Teresa. Da allora ella non si riprese più. In certe giornate sembrava aver dimenticato la sua ossessione: con i parenti che abitano lIlllIllllllllllHIIIIItllllllllllllIflIlllIllllIIIIIIIIIIIIB nella stessa sua casa e con i colleghi di ufficio si dimostrava allegra; ma l'indomani ripiombava nel tetro umore dello sconforto. In questi ultimi tempi le sue condizioni erano peggiorate. Era passato ormai un anno da quel tragici avvenimenti, ma appunto l'anniversario con il ritorno alla stagione e all'atmosfera di quei giorni rendeva più vivo il ricordo delle tragedie e apriva maggiormente la ferita nell'animo della Tenivella. I carabinieri hanno'anche raccolto la voce di speculazioni finanziarie sbagliate che avrebbero messo la donna in gravi difficoltà. L'altra mattina Teresa Tenivella è uscita di casa alle 8. Era in ferie già da due giorni. Alla cugina Tenivella Canzio che abita nello stesso palazzo di via Piffetti 48 diceva che andava a trovare un'amica in corso Moncalieri e si avviava verso via Cibrario per prendere i] tram numero 4 diretto alla Gran Madre. Da allora i parenti non la vedevano più. Alla sera, allarmati per la sua scomparsa, dopo averla invano cercata in fabbrica, a Rivoli e presso amiche, si decidevano a denunciare la sua scomparsa alla polizia. Venivano cosi invitati all'Istituto di Medicina Legale e messi di fronte alla salma della sconosciuta che era stata pescata alle 14 davanti alla diga di San Mauro. Era il cadavere della Tenivella. La donna era morta per annegamento e il suo corpo non presentava alcun segno di violenza. La polizia esclude senz'altro che possa trattarsi di delitto. L'ipotesi più probabile è quella del suicidio. Potrebbe tuttavia trattarsi anche di disgrazia: ma anche questa causa sarebbe sempre una conseguenza delle alterate condizioni psichiche in cui ver sava la povera donna. Sconvolta dal suo tormento interiore essa sarebbe andata vagando lungo la riva del Po o della Stura e, nella quasi semincoscienza, sarebbe precipitata nel fiume venendo poi trascinata dalle acque impetuose nei vorticosi gorghi. dmrntltncdrgCcdlGfilsczcUBdtmvdcSeccsnv

Luoghi citati: Alpignano, Rivoli, San Mauro