Il fermo atteggiamento della Casa Bianca

Il fermo atteggiamento della Casa Bianca atteggiamento della Casa Bianca (Dal nostro corrispondente) Washington, 29 novembre. In una dichiarazione ufficiale autorizzata dal presidente Eisenhower e dal Segretario di Stato Dulles 11 governo americano ha comunicato oggi, che gli Stati Uniti considerano « con la massima gravità » qualsiasi minaccia all'integrità territoriale o itila Indipendenza politica della Turchia del Pakistan delITrak e dell'Iran. Il comunicato dice testualmente: €ll Presidente del Pakistan, i Primi Ministri dell'Irato, della Turchia e del Pakistan e il Ministro degli Esteri dell'Iran hanno ribadito nella loro recente riunione tenutasi a Bagdad, la,loro volontà di contribuire ad una soluzione pacifica e durevole degli attuali problemi del Medio Oriente. « Durante gli ultimi giorni, abbiamo potuto constatare la esistenza certa di serie minac- , a i o i a - i e i - e ce dirette contro la pace e la sicurezza del mondo. L'anione delle Nazioni Unite ha posto fine ai combattimenti nel Medio Oriente e la Comunità delle Nazioni ha una nuova occasione di lavorare in accordo con la Carta dell'VNV in vista di risolvere i gravi problemi che sono alla base della crisi, e di aiutare le Nazioni di questa regione a salvaguardare la loro integrità e la loro indipendenza. </ recenti ottenimenti hanno dimostrato quale prezioso contributo possono recare alla pace e alla sicurezza nazioni che si sono raggruppate sotto l'egida della Carta dell'ONU in un organismo di cooperazione regionale. Nei loro sinceri sforzi ver salvaguardare la pace, i rappresentanti dell'Iran, dell'Irak, del Pakistan e della Turchia si sono riuniti nelle ultime -..tfimane dapprima a Teheran e quindi a Bagdad al fine di mettere la loro influenza e la loro saggezza ai servizio dei Paesi del mondo libero. Durante tutta la crisi, questi Paesi hanno chiaramente manifestato la loro fede nella Carta dell'ONU e la loro volontà di vedere salvaguardata la pace non soltanto nella regione in cui geograficamente si trovano ma anche in tutto il mondo. c Sin dalla creazione del Patto di Bagdad, gli Stati Uniti hanno concesso a quest'ultimo il loro appoggio come 10 assicurano ai principi e agli obiettivi di sicurezza collettiva che formano la base di quest'alleanza. Gli Stati Uniti hanno manifestato la loro intenzione di fornire assistenza attraverso misure destinate a rafforzare la sicurezza di questi Paesi e ciò nel quadro di accordi bilaterali che li uniscano ad alcuni membri di questo Patto nella zona del Medio Oriente e della partecipazione americana ai lavori di taluni Comitati previsti da questo Patto. « Gli Stati Uniti ribadiscono 11 loro appoggio agli sforzi collettivi compiuti da questi Paesi per mantenere la loro indipendenza. Ogni minaccia diretta contro l'integrità territoriale o l'indipendenza politica dei membri del Patto di Bagdad, sarebbe considerata dagli Stati Uniti come estremamente grave ». Fonti governative, richieste di ulteriori precisazioni, hanno spiegato che la dichiarazione è stata diramata perché si sappia che gli Stati Uniti assicurano il proprio appoggio ai quattro Paesi, proprio nel momento in cui sono fatti oggetto ad aspri attacchi da parte dell'Unione Sovietica e di'altri Paesi arabi. Il passo americano era stato sollecitato nei giorni scorsi dagli stessi Paesi interessati, specie dall'Irak che si vede minacciato direttamente dall'atteggiamento della Siria che continua a ricevere armi e tecnici sovietici. Al Dipartimento di Stato si « spera » questa sera che 11 chiaro linguaggio usato sia « compreso correttamente » u Damasco «ed altrove». Se questo deciso intervento è destinato a calmare l'agitazione che allarma il Medio Oriente, non si conosce ancora quali ripercussioni potrà avere nei rapporti sempre tesi tra Washington e Londra. Alti funzionari americani hanno dichiarato ancora oggi di - essere pronti a elaborare piani per forniture di emergenza di petrolio all'Europa non appena otterranno « più con- efète prove» del progetti an- glo-francesi di ritirarsi dall'Egitto. Queste dichiarazioni sono state fatte poco dopo che l'ambasciatore britannico a Washington, Slr Harold Caccia, si era recato da Herbert Hoover Jr. che sostituisce Dulles convalescente per informarlo delle affermazioni fatte oggi alia Camera del Comuni dal ministro degli Esteri britannico Selwyn Lloyd sul piani britannici per un c ritiro per fasi » dalla zona del Canale. Il portavoce del Dipartimento di Stato americano Lincoln White, richiesto di commentare il discorso di Lloyd, ha detto: < La dichiarazione del ministro degli Esteri inglese rappresenta solo un preliminare all'imminente Incontro con il suo collega francese Pineau. Sono perciò in grado di rispondere soltanto in termini generali. Siamo stati in costante e stretto contatto su questo argomento con il governo britannico, ma occorre tener presente che Lloyd sta consultandosi con il suo governo a Londra per formulare nuove direttive politi che. Stiamo attendendo la definitiva dichiarazione di Lloyd che, ritengo, sarà fatta lunedì » Interrogato sull' importanza che la posizione franco-britannica avrà per un'eventuale soluzione della crisi del petrolio in Europa, il portavoce ha rammentato che attualmente le compagnie petrolifere amerlcajne stanno preparandosi per lessere in grado di fronteggiare questa crisi, ma, ha soggiunto, < la soluzione di questo problema dipenderà dalla dichiarazione definitiva dei due governi Interessati ». In altre parole, gli Stati Uniti rimangono fermi nel loro atteggiamento che subordina i rifornimenti dei petroli alla promessa formale di un rapido ritiro delle truppe anglo-francesi dal Canale. L'intransigente posizione della Casa Bianca nella questione egiziana solleva alcune critiche nel Paese e si tende a sottolineare la differenza di trattamento riservato da Washington alla questione ungherese discussa alle Nazioni Unite. Il deputato Me Cormack, leader della Camera dei rappresentanti, ha mosso vivaci critiche in questo senso. Il parlamentare ha infatti lamentato la troppo blanda protesta americana per i fatti d'Ungheria a paragone del duro atteggiamento verso gli alleati. Taluni ambienti diplomatici occidentali sono francamente allarmati per queste rigide posizioni americane. Essi ritengono che il risentimento americano per l'azione unilaterale anglo-francese viene spinto sino al punto di mettere in pericolo la essenziale collaborazione alleata. Gino Tomajuoli r'^K^smÈT ^ Il primo ministro turco Menderes (a sinistra), accompagnato dall'ambasciatore di Ankara Urguplu (a destra) e da altri funzionari, al suo arrivo a Londra (Telefoto) AFRICA OCC." FRANCESE .' tTufJiO CONTI

Persone citate: Dulles, Eisenhower, Gino Tomajuoli, Herbert Hoover, Irato, Lincoln White, Pineau