Parole a II'ospizio

Parole a II'ospizio -== LA LINGUA PURA E IMPURA — Parole a II'ospizio Si sa che i neologismi politici non sopravvivono all'occasione che li ha fatti nascere, e che di solito son proprio i più carini e meglio trovati, quelli che scoppiano prima La lingua, quand'è mossa dalla bile, tende naturalmente al rapido e all'efficace; e molto spesso, non bastandole le parole fatte, ne inventa di nuove. Questo spiega l'antico detto: tndignatio facit versus, e anche perché la Politica, che ha tanta rispondenza nella bile, sia delle attività umane quella forse che produce più neologismi. La bella rivi, sta trimestrale Lingua nostra (Sansoni, Firenze) tien viva da un pezzo una rubrica intitolata « Ospizio di parole politiche perdute », interessante non solo pel rispetto linguistico ma anche per quello della storia e del costumeNon tutta è roba smessa; e fra codeste ricoverate si trovano parole che la lingua colta mantiene del suo, quali, per tacer d'altre, Statocrazia (predominio dello Stato sull'individuo), trovata dal Criapi, Torysmo e Whiggismo (rispettivamente dei partiti inglesi Tory e Whig) e Africanisti (i sostenitori dell'espansione italiana in Africa al tempo delle prime spedizioni coloniali in Eritrea). Ma ge inaglia e Radicanagliesco rife ,tf Radicali. La fine d "Z'rviZ'L*"' ?'""="'• ernera mente si conosce che le parole politiche non sopravvi- vono ali occasione che le hafatte nascere, e che di solito son proprio le più carine e meglio trovate, quelle che scoppiano prima. Si è perso Nicoterini, per designare i seguaci dell'on. Giovanni Nicotera, e l'epigrammatico Zanarchia, per ironizzare sul dominio dell'on. Zanardelli, ministro della Giustizia nel gabinetto Depretis. Accomunati nel suffisso di spregiativo sono ugualmente periti Garibaldaglia, per II peggio della fazione garibaldina (c la garibaldaglia vampira > del Rabagas) e Radica- Giòacchino Murat coinvolse i Murattini, come furon detti i suoi fautori napoletani; e quel la dell'Arcadia 11 Custodiate, per carica di custode. Fra gli appellativi fece faville cGo- verno delle manette », dato dal Garibaldi al governo dallo Stato italiano dopo l'unificazione del Regno; allora chiarissimo, oggi da spiegare con una lezione di storia, a quel modo che fra non molti anni, cadendo in questo stesso ospizio, dovranno essere spiegati Baffone Destalinizzazione e Guerra fredda. Del resto non vediamo che presso i giovanissimi ha già bisogno di chiave persino Panciafichista, nato al tempo della prima guerra mondiale e usato (pare ieri) in istrazio dei Neutralisti? Né passerà molto che si dovrà chiosare anche il famosissimo Imboscato, di cui è curioso osservare col Fanzini che ci venne dal francese embusqué, derivato a sua volta dall'italianissimo Imboscare per Andare nel bosco, Inselvarsi, Occultarsi per insidia; e che accanto al senso più grave che serbò negli anni dal '15 al '.18 (di Colui che, pur vestendo la divisa, si sottrae al pericolo diretto della guerra), ne prese al fronte un altro più mite, per dire Chi in guerra stava un po' meno malaccio di noi (come, per esempio, l'artigliere agli occhi idel fante della trincea), Capezzoni per Caporioni co niòi forse in carcerei Luigj '" Cap niò, forse Settembrini; un mangiapreti anonimo fece Pretata, per Azione o Scherzo da prete; e su un piano più serio lo storico Antonio Monti usò Piononismo, per Ciò che attiene a Pio IX. Buio fitto avvolge invece Bisogno, la decana di queste voci decadute che vivono della carità degli storici della lingua. Bisogni si chiamavano nel sec. XVI i soldati tratti dal popolaccio, operanti per conto della Spagna nelle regioni italiane da quella dominate; e secondo l'opinione più attendibile, furon detti così perché elemosinando il cibo non sapevan chieder altro che di fornir loro ., il bisogno»: vittime d'una formula che non cambiava mai. L'articolista ha «ricoverato» anche Bandieraio, che in senso di Vessillifero fu applicato al Garibaldi, « bandieraio dei popoli >; ma Bandieraio per Chi fa le bandiere registra tranquillamente il Petrocchi, e Banderaio, nel senso figurato di Alfiere, usa il Leopardi: «Voltaire, quel banderaio degli spiriti forti ». Forse si tratta di un ricoveramento ubusivo. Girando per quest'ospizio si vede, e meglio si vedrà negli anni futuri, quanto la politica se la dica col suffisso -ismo. Non è la sola: che tutte le attività e discipline fanno ormai a rubarselo, come ha ben dimostrato Bruno Migliorini. La linguistica: Barbarismo Forestierismo Solecismo. La medicina: Strabismo Cretinismo. Filosofia e religione: Idealismo e Realismo, Egoismo e Altruismo, Islamismo e Buddismo (ma a Cristianismo e Paganismo ha dato lo sgambetto il suffisso -esimo). Lettere e arti: Stilnovismo Futurismo Ermetismo Intimismo Manierismo. Sport: Ciclismo Escursionismo. Fra i neologismi (un altro ismo) della politica sono oggi specialmente in favore Revisionismo e più ancora Immobilismo. Benché di tanti ismi qualcuno spalmi sulla parola un senso o limitativo o spregiativo: Virtuismo Moralismo Profondismo Catonismo Marinismo; i più sembrano aggiungerle importanza: onde la fortuna, tutta moderna, di questo come di altri pennacchi. Non estendiamo lo scientifico Mutismo fino a compren derci, chiuso a doppia mandata di aggettivi, Chiunque sta risolutamente zitto? « Si chiù se nel più ostinato e rigido mutismo ». E per due o tre assenze che non denotano ancora consuetudine, non gridiamo subito all'Assenteismo? Anzi tacciamo d'assenteismo persino il pubblico di una «prima». Un professore di Cambridge, racconta il Migliorini, soleva dare ai librai questa regola per riconoscere i buoni libri nel campo della scienza oociale: buttassero quelli in cui c'era più di un ismo per capoverso. Ma contro ogni « disfattismo » l'ismo trionfa; e se è vero che un editore ha in pronto una < Enciclopedia degli ismi », ei vogliamo lungamente divertire Leo Pestelli

Luoghi citati: Africa, Cambridge, Eritrea, Firenze, Spagna