L'espulsione dei civili aggrava il conflitto con Londra e Parigi

L'espulsione dei civili aggrava il conflitto con Londra e Parigi L'ordine di Nusser attesa nei prossimi giorni L'espulsione dei civili aggrava il conflitto con Londra e Parigi La protesta della Svizzera, che tutela gli interessi degli anglo-francesi - Gli espulsi potranno portare soltanto trentacinquemila lire a testa - Un danno economico valutato a molti miliardi (Dal nostro corrispondente) Londra, 24 novembre. Un portavoce del Foreign Office ha annunciato oggi che il ministero svizzero degli Esteri ha ricevuto un rapporto dal Cairo, secondo il quale tutti 1 membri delle comunità britannica e francese in Egitto verrebbero espulsi entro sette o dieci giorni. La Legazione svizzera al Cairo — ha proseguito il portavoce britannico — ha definito questa decisione « una vera catastrofe >, poiché la maggior parte di queste persone non sanno dove andare e non avranno il permesso di portare con sé altro che venti sterline, circa 35 mila lire. La Legazione (che ha assunto la tutela degli interessi anglo-francesi in Egitto dal giorno in cui Nasser ha proclamato lo stato di guerra con Londra e Parigi; negli ultimi giorni è stata assediata da centinaia di sudditi britannici e francesi, ma non è in alcun modo in grado di aiutarli perché il governo del Cairo ha ritirato dalla rappresentanza elvetica tutto il personale egiziano, che in precedenza lavorava nelle due Ambasciate alleate. Il rappresentante svizzero — continua la dichiarazione del Foreign Office — ha protestato energicamente contro il provvedimento, che egli definisce «barbaro». Il governo inglese sta ora studiando quali provvedimenti debbono essere preai. Il problema del trasporto viene esaminato con particolare urgenza per far fronte al oaso, in cui Nasser voglia mettere in atto questa decisione inumana. Il governo considera l'intenzione di negare agli espulsi il permesso di portare con sé adeguate somme di denaro, una flagrante violazione della Convenzione di Ginevra del 1949, che protegge in caso di guerra gli interessi dei civili. Il Foreign Office aggiunge che il numero del sudditi britannici in Egitto ammonta a circa 13 mila, di cui 1700 nati nel Regno Unito; gli altri sono per lo più cittadini di Cipro e di Malta, ma essi hanno cittadinanza britannica in quanto sono nati in un terri torio coloniale. La comunità, francese ammonta a poco più di ottomila persone di cui, osserva l'ambasciatore francese a Londra, circa 2000 sono ebrei dei territori francesi dell'Africa del Sud. Nessun provvedimento restrittivo a danno dei cittadini egiziani — osserva il Foreign Office — è stato per ora contemplato da parte delle autorità britanniche, L'aspra decisione di Nasser ha un effetto immediato: quel lo di aumentare in Gran Bretagna il risentimento — già notevole — verso il dittatore egiziano, e quindi di serrare l'opinione pubblica intorno al governo. Indubbiamente un settore del gruppo parlamentare conservatore — con a capo gli « imperialisti di Suez » — rinnoverà ora le pressioni sul governo affinché riprenda l'azione militare, nel doppio tentativo di rioccupare tutto il Canale di Suez e di rovesciare Nasser. Questo non fa che rendere ancor più difficile, da parte del governo, la decisione di ritirare le truppe dalla testa di ponte egiziana. D'altra parte è anche evidente che il gesto di Nasser, pur nella sua brutalità, vuol essere un'azione di rappresaglia contro il ritardo anglo-francese nel ritirare le truppe da Porto Said. Riccardo Aragno (Nostro servizio particolare) Parigi, 24 novembre. Un nuovo colpo viene inferto dal governo del Cairo ai suoi avversari occidentali: 1 sudditi francesi ed inglesi, oltre agli israeliani, saranno espulsi dall'Egitto entro sette o dieci giorni, con l'autorizzazione di portare con sé soltanto venti sterline. Il fatto è grave ed il governo di Parigi ha già preso contatti con quello di Londra per stabilire ancora una volta un atteggiamento comune. Oltre a duemila francesi di religione ebraica, giunti dal Nordafrica, in Egitto ci sono oltre seimila francesi della madrepatria, quasi tutti con posizioni economiche e sociali ragguardevoli e con capitali ingentissimi. Si tratta di molti miliardi e di interessi commerciali notevoli. D'altra parte, non servirebbe a nulla decidere rappresaglie nei confronti degli egiziani che risiedono in Francia poiché ve ne sono soltanto poche centinaia, in maggioranza studenti. E' quindi sul piano internazionale," non essendo per ora possibile un accordo diretto, che una replica può avere una certa efficacia. In questi ambienti politi ci si approva quindi l'intenzione britannica di portare la questione dinanzi all'ONU, accusando il Cadrò di violare i diritti dell'uomo e di non rispettare la Convenzione di Ginevra del 1949 nella parte relativa allo statuto dei civili. Per quanto riguarda il problema di Suez, si crede a Parigi che la situazione sia leggermente migliorata all'ONU per la Francia e l'Inghilterra e si spera fermamente che gli Stati Uniti non si schiereranno apertamente in favore della proposta afro-asiatica che esige l'evacuazione immediata dell'Egitto. Non si esclude qui che un'altra proposta, alla quale anche la Francia e l'Inghilterra potrebbero dare il loro voto insieme' agli Stati Uniti, possa essere opposta a quella del Paesi africani ed asiatici; ma l'accordo in proposito tra Parigi, Londra e Washington non è stato ancora raggiunto e le consultazioni proseguono fra le tre capitali. A tale scopo, e per informare in modo particolareggiato il Capo del Governo, Pineau, che si trovava all'ONU, è ritornato stamane a Parigi ed ha avuto una lunga conversazione con Mollet. La Francia sarebbe disposta, pare, ad eccettare la clausola del ritiro immediato delle truppe purché «immediato» significhi praticamente « qualche settimana ». Per il momento Washington si dovrebbe accontentare di un ritiro soltanto parziale e simbolico. I primi battaglioni po¬ trebbero imbarcarsi subito per ritornare a Cipro. «La Francia e la Gran Bretagna hanno già dimostrato di avere molta buona volontà», ha dichiarato stamane il ministro Pineau scendendo dall'aereo, aggiungendo che la Russia invece non si piegherà di certo alle decisioni delle Nazioni Unite. Agitando il pericolo sovietico, Parigi e Londra tentano di rinsaldare la solidarietà con Washington; perciò s'insisto molto, a Parigi, sull'arrivo di materiale bellico russo in Siria, sottolineando la possibilità di una iniziativa di Mosca nel Medio Oriente e la minaccia che l'URSS porterebbe alla pace. 1. m.

Persone citate: Mollet, Nasser, Pineau, Riccardo Aragno