Rebecchini si agita e si confonde di fronte all'incalzare delle domande di Guido Guidi

Rebecchini si agita e si confonde di fronte all'incalzare delle domande Udienza agitata al processo delV«lmmohiHare» contro VcEsprettso» Rebecchini si agita e si confonde di fronte all'incalzare delle domande Serrato succedersi di contestazioni da parte del Pubblico Ministero e dei difensori - L'ex-sindaco di Roma sarà interrogato come testimone domani mattina per la terza volta - Ha già parlato per oltre sei ore (Nostro servizio particolare) Roma, 24 novembre. Per Salvatore Rebecchini non è stata una giornata facile. Né poteva essere altrimenti. I suoi avversari, che in questo processe non sono pochi, l'altro ieri io avevano lasciato parlare sema quasi mai interromperlo. Si erano limitati soltanto ad infastidirlo con alcune battute: ma in sostanza gli avevano consentito di esporre liberamente e con la massima tranquillità i propr, concetti su due dei tre argomenti pei cui i giudici del Tribunale avevano sentito bisogno di chiedergli dei chiarimenti. Oggi sono passati alla controffensiva: e Salvatore Rebecchini, quasi all'improvviso, si è trovato al centro della battaglia incalzato da più parti come se fosse lui il vero imputato anziché un semplice, anche se importantistimo, testimone. L'exsindaco di Roma ha reagito da principio con quel suo tono paternalistico che egli cerca di rendere cordiale unendolo al più suadente dei sorrisi, poi ha tentato di contrapporre la po lemica alla polemica, infine ha iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii perso la calma e chi ne ha fatto le maggiori spese, è stata la chiarezza Ed i giudici si sono trovati di fronte un distinto signore, vestito di blu, che con il prof. Rcbecchint dell'altro giorno tranquillo, senza preoccupazioni, limpido nella esposizione e qualche volta felice nelle repliche, aveva pochissimi punti di contatto. E non è finita: che i giudici avranno ancora necessità di ascoltarlo su un altro argomento, quello eoe relativo al p'ogetlo per la costruzione dell'Albergo BUtonìche provocò tante discussioni in seno e fuori al Consiglio comunale. Argomento in discussione, oggi, uno solo: i lavori stradali che la € Immobiliare » ha compiuto nella zona di Monte Masrio per conto del Comune in base ad una convenzione che fu approvata dopo che il H poicento d< quelle opere (come lo spostamento dei binari tranviari sul piazzale del Belsito) era stato già eseguito. Per comprendere l'importanza che viene annessa all'argomento è necessario ricordare le due tesi in contrasto. < La prova che il Comune favorì la "Immobiliare " in ogni suo desiderio — osservano i difensori dei giornalisti Arrigo Benedetti e Manlio Cancogni, imputati di diffamazione — è data dal fatto che la società mise mano ai lavori che tanto la interessavano per valorizzare i suoi terreni senza una specifica autorizzazione ». t Fu la "Immobiliare" — replicano i legali della società — che favorì gli interessi della cittadinanza anticipando le spese per la costruzione di opere pubbliche che rendevano abitabile un intero quartiere, opere per cui non era necessaria una speciale autorizzazione ». < Lei, ingegnere Rebecchini — ha subito chiesto il P. M. — nella seduta consiliare del 19 novembre 195S spiegò che i lavori stradali al piazzale del Belsito a Monte Mario erano stati eseguiti dalla " Immobi tiare " senza una autorizzazio ne specifica. E' vero questo f E se è vero, perché l'altro giorno al Tribunale lei ha detto che aveva non solo saputo della esecuzione dei primi lavori, ma aveva praticamente dato il suo tacito consenso fy. Ing. Rebecchini — E' esatto che io abbia informato il Consiglio comunale del fatto che la società edilizia avesse iniziato i lavori stradali senza un'auto rizzazione. Ma io mi riferivo ad un'autorizzazione formale che in realtà non c'era stata. Si era consentita tacitamente la esecuzione di quei lavori per- 1111 ■ > 11 il 1111 ; i m u 11111111111111111111 ■ ■ 11 ! 11111:1111 che in questa tolleranza era implicito che la " Immobiliare " finiva per assumersene la totale responsabilità a suo rischio e pericolo nel caso in cui la convenzione non fosse stata approvata. P. M. dott. Corrlas — Veramente.lei in Consiglio escluse che fosse stata-data qualsiasi autorizzazione sia formale che sostanziale. In ogni modo passiamo ad altro. Lei sempre al Consiglio comunale spiegò che i lavori eseguiti già dalla « Ini-1 ì mobiliare y sul piazzale del. a o d e i a Belsito facevano parte di una speciale convenzione. Poiché questa non era la realtà cosa può dirci in proposito f Ing. Rebecchlnl — Nella seduta del 17 novembre 19SS in Campidoglio io dichiarai che la deliberazione da approvare riguardava i lavori che l'< Immobiliare » avrebbe dovuto tseguire, mentre quelli già eseguiti erano oggetto di trattative a parte. Ma non sapevo che, per evitare al Comune difficoltà nel computo successivo dei contributi di miglioria i due assessori che compilarono lo schema della convenzione, avevano raggruppato nel medesimo progetto i lavori da eseguire e. quelli già eseguiti. Presidente — Una svista, insomma, da parto sua, o ignoranza t Ing. Rebecchini — Esatto: è proprio così. Avv. Battaglia (difensore) Questa è una bella spiega- zione che lei dà in questo mo-\mento, ma che allora si è ben guardato dal fornire. Ing. Rebecchini (rialzandosi leggermente sulla sedia ed arrossendo in volto) — Io sono venuto in aula per dire la verità. So quali sono le responsabilità che ho assunto con il giuramento del testimonio. Si tenga presente che sono stato io a chiedere di essere interrogato per poter dare dei chiarimenti a tutti su delle questioni che possono generare degli equivoci in chi non sia al corrente della materia. P. M. dott. Corrias — Adesso lei deve spiegare perché abbia consentito che fosse portato all'esame del Consiglio comunale uno schema di convenzione praticamente inesatto. Infatti in esso erano compresi anche lavori già eseguiti e sulla cui esecuzion- lei, almeno così ha detto al Tribunale, era perfettamente a conoscenza. Ing. Rebecchlnl — Lo schema della convenzione fu oggetto di una lunga discussione in seno alla Giunta prima ohe venisse approvato. Questo nel maggio 1953. Poi lo schema venne portato all'esame del 11m t i ■ 111111111111 m m 11 m i i 1111 111111111 s 111> zione allorché si rese conto che nella convenzione si parlava anche dei lavori già eseguiti oltre che quelli da eseguirei Ing. Rebecchini — Ma io non mi resi conto di nulla perché come sindaco non potevo ■ rio leggere tutte le delibere che ve- Consiglio nell'autunno successivo. Io non sapevo che gli assessori competenti avevano inserito nella convenzione anche i lavori già eseguiti. P. M. — E ìct perché nella settata cons tiare del 12 novem-' ; , , bre non fece alcuna osserva-- invano prese in esame! Pensi che in ogni seduta se ne vagliano a decine...! P. M. dott. Corrlas — Ma se vi era un elenco chiarissimo dei lavori! Ing. Rebecchlnl — Ebbene, non l'ho letto. Avv. Battaglia — Perché lei si oppose alla proposta fatta dal consigliere avv. Selvaggi di approvare subito la convenziono per i lavori da eseguire e stralciare la parte relativa ai lavori già eseguiti t Ing. Rebecchini — Perché non volevo perdere tempo prezioso. Avv. Battaglia — Ed in questo modo si stabiliva il precedente che un privato potesse eseguire liberamente dei lavori senza autorizzazione facendoseli poi rimborsare dal Comune in un secondo momento. Aw. Battaglia — E' vero che la c Immobiliare » sollecitò la azienda tranviaria perché la zona di Monte Mario dove ave- va costruito molti edifici jenisse collegata meglio con il centro della città e i suoi desiderata vennero accolti mentre i collegamenti con borgate periferiche e popolari sono mal servite come mezzi di trasporto le cui tariffe sono molto più elevate t Ing. Rebecchini — Non è una questione di mia competenza. Lo chieda al direttore della azienda. Io facevo il sindaco. Avv. Battaglia — E' vero che i consiglieri della minoranza, nella seduta del 19 novembre 1953 lasciarono l'aula gridando: < Siamo al Consiglio comunale di Roma e non al Consiglio di amministrazione della Immobiliare » non essendo riusciti ad ottenere alle 3 e mezzo del mattino almeno una breve sospensiva della seduta che si protraeva dalle dieci della serat Ing. Rebecchini — / consiglieri uscirono facendo mollo baccano; ma non ho sentito che urlassero in quel modo. Presidente — Ma, scusi, perché lei decise di andare avanti in quella seduta nonostante fosse già molto tardi? Ing. Rebecchini — In certe situazioni il rinvio della discussione non serve a nulla. D'altra parte avevamo questioni ben più importanti da esaminare: come quella, ad esempio, relativa al piano regolatore. E così l'argomento relativo ai lavori nella zona di Monte Mario è stato esaurito. Bisognava affrontare l'altro: quello cioè dell'albergo Hilton, il cui progetto fu prospettato ai consiglieri comunali in maniera ,_. . „ , „„ „„..„„„ „ , ,.„,„., tale che fece sorgere a qualcu- no il sospetto di voler favori re in modo eccessivo la Immobiliare che avrebbe dovuto provvedere all'esecuzione dei lavori. Ma era troppo tardi per farlo. Lunedi, dunque, si ricomincia ed ancora con l'ing. Rebecchini. Guido Guidi

Luoghi citati: Belsito, Roma