Assolto uno dei fratelli Grimi quattordici anni agli altri due

Assolto uno dei fratelli Grimi quattordici anni agli altri due Assolto uno dei fratelli Grimi quattordici anni agli altri due Sanremo, 22 novembre. Si è conchiuso questa sera il processo a carico dei fratelli calabresi Agostino, Domenico e Giuseppe Grimi, accusati di aver ucciso premeditatamente il compaesano Salvatore Timpano. La Corte, che è rimasta in Camera di Consiglio per quattro o.e (dalle 18,30 alle 22,30), ha pronunciato la seguente sentenza: Domenico e Agostino Grimi, ritenuti responsabili di omicidio semplice con le attenuanti della provocazione e generiche, condannati a 14 anni di reclusione, 3 mesi di arresto per le contravvenzioni, 3 anni di libertà vigilata, alle spese processuali e al risarcimento dei danni ver- s0 la famiglia del Timpano, ch,e ^ era costituita Parte Ci vlle: Giuseppe Grimi, assolto 1 Per non aver Partecipato al ;. aL.°u'dienza odierna è stata oc- cupata, nella mattinata, dal ,,Jrin^a de, trono di 'Parte | civì]e % ne, porneriggio da quei. le degli ultimi due difensori. L'avvocato di P. C, Vincenzo Capua, ha sostenuto la piena colpevolezza non solo di Domenico e Agostino, ritenuti auto- 1 ri materiali del delitto, ma an- che di Giuseppe per il quale il Procuratore generale aveva chiesto ieri l'assoluzione. Egli ha sostenuto che Giuseppe, il maggiore dei fratelli, era moralmente il capo famiglia e che quindi è stato sotto la sua direzione che il delitto è stato commesso, Come movente del crimine, ha indicato le offese che il Timpano aveva rivolto ai Grimi, ma ha definito il delitto come classico della malavita calabrese, in quanto queste accuse non sarebbero state lanciate dal Timpano ma dai capi della «mafia» locale che avevano l'intenzione di far scomparire il Timpano dalla circolazione. Per queste ragioni l'avv. Capua ha escluso la legittima difesa ed ha insistito sulla premeditazione del delitto, chiedendo la condanna di tutti e tre i fratelli. La difesa ha ripreso la parola nel pomeriggio, con l'avv. Raimondo Ricci, di Genova, il quale si è proposto di dimostrare la legittima difesa, cosa che gli pare più importante dello stabilire se è stato solo l'Agostino a sparare, o anche il Domenico. Ha inoltre descritto le due parti in causa: il Timpano, descritto nei rapporti dei carabinieri come elemento equivoco e sopraffattore; i fratelli Grimi seri ed onesti lavoratori. Egli esclude la premeditazione e sostiene la legittima difesa o tutt'al più un eccesso di legittima difesa. Se abbia sparato solo Agostino o anche Domenico, sta alla Corte deciderlo. Se riterrete — conclude l'avvocato Ricci — che il Domeni co non ha sparato, lo assolverete per non aver commesso il fatto. Alle stesse conclusioni è giunto l'ultimo dei cinque difensori, il sen. De Marsico, che ha parlato per un'ora e un quarto in una sala gremita di pubblico che ascoltava nel massimo silenzio. " Al termine dell'arringa, la Corte si è ritirata in Camera di Consiglio, dalla quale è uscita dopo quattro ore, pronunciando il suo verdetto.

Luoghi citati: Capua, Genova, Sanremo