Condannato in Appello un universitario che impose il papiro ad una "matricola,,
Condannato in Appello un universitario che impose il papiro ad una "matricola,, Ijìi sentenza per un disgustoso episodio di violenza Condannato in Appello un universitario che impose il papiro ad una "matricola,, La vittima è il figlio di un noto industriale di Acqui; egli fa costretto a pagare lo scotto allo studente anziano - Tre giorni dopo avvenne il nuovo incontro e la rissa - Due mesi con la condizionale Ieri abbiamo pubblicato alcune lettere di genitori che protestavano contro le prepotenze e le imposizioni che in questi primi giorni dell'anno accademico vengono commesse al danni dei loro figli, matricole all'Università o al Politecnico, con l'imposizione del « papiro ». Ed abbiamo riportato le dichiarazioni del Rettore Magnifico prof. AJlara il quale, tra l'altro, ha affermato clic « in certi casi si viola il codice penale » ed ha assicurato che intende agire con severità. Ieri mattina ha voluto il caso che si discutesse In Corte d'appello un processo per rissa e lesioni, originato dalla contesa tra anziani e matricole Imputati erano tre studenti di Acqui. Il Tribunale di quella città, al processo di primo grado, li aveva assolti. Ieri la Corte ha parzialmente riformato la sentenza condannando l'anziano Bruno Manfredi, ventunenne, a due mesi dì reclusione con I benefici di legge. Il Manfredi passeggiando per Acqui il 12 novembre 1955 incontrò in corso Garibaldi i fratelli Giovanni e Tommaso Caino, studenti universitari, il primo suo coetaneo, il secondo invece appena iscritto e quindi tassabile del «papiro». Furono scambiate alcune frasi. «Quando paghi?». « Io non pago ». « Bada a quel che dici ». « Fa attenzione tu ». La gente curiosa' fece capannello attorno ed I tre giovani si sentirono maggiormente impegnati nella contesa. I* anziano Manfredi pretendeva di far rispettare ad ogni costo la legge inflessibile della goliardia, il maggiore dei Gaino si opponeva a difesa del fratello. Ci fu qualche spintone, qualche mano si alzò a minaccia- re. Poi la matricola preferì sottomettersi per evitare il peggio ed acconsenti a pagare lo scotto. Alcuni giorni dopo i tre si trovarono sul mezzogiorno in piazza della e Bollente ». L'episodio di corso Garibaldi era stato oggetto di vivaci commenti perché i protagonisti erano assai conosciuti in Acqui. Pertanto al nuovo incontro gli animi erano facili all'eccitazione. Il Manfredi aveva con se due amici universitari ed il cognato. Gli venne bene di salutare la « matricola » con parole non del tutto gentili. La risposta fu pronta e per nulla remissiva. Nello risse è difficile stabilire chi prima abbia cominciato. Dal processo appare che il Manfredi colpi con un pugno al volto Giovanni Gaiao. Il fratello, intervenendo a sua difesa, raggiunse con un colpo di ombrello il capo del Manfredi. La reazione dell' « anziano » fu dura: con un secondo Pugno mandò Giovanni Gaino a sbattere contro una colonna e lo fece cadere a terra privo di sensi; con un terzo pugno ruppe il naso a Tommaso Gaino La sentenza del Tribunale aveva assolto gli imputati dal reato di rissa con formula piena ed aveva ritenuto non doversi punire 11 Man. fredi pei le lesioni perché aveva commesso 11 fatto « In stalo di legittima difesa putativa». Al prò cesso di ieri, il P. G. dott. Marre ha osservato che lo scontro in piazza della « Bollente » rivestiva il carattere della rissa perché ci fu colluttazione disordinata e violenta, ed ha chiesto che fossero con dannati a 3 mesi i due fratelli, e ad 8 mesi l'« anziano » perché i sponsabile, oltre che di rissa, anche di lesioni. La Corte (presidente Prato, cons. rei. Poddighe, cane. Palozzi) ha confermato la precedente assolutoria per i due Gaino, ha condannato il Manfredi a 2 mesi con i benefici di legge. Difensori sono stati gli avvocati Cattaneo e Piola. I due studenti universitari, Giovanni è Tommaso Gaino re Poi la matricola preferì sotprocesso appare che il Manfred
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