La DC discute su nuove leggi per rafforzare la difesa dai comunisti di Enzo Forcella

La DC discute su nuove leggi per rafforzare la difesa dai comunisti Un momento dimoilo now* il ffovomo Sogni La DC discute su nuove leggi per rafforzare la difesa dai comunisti Jl Prerìdente del Consìglio ed il Ministro degli Interni accusati di scarsa iniziativa - I senatori democristiani approvano la nomina d'un, comitato di giuristi che prepari un progetto "nel quadro della Costituzione,, - Segni a colloquio con Saragat e Fanfani - // segretario d. c. chiede che si tenga conto dello stato d'animo della pubblica opinione Soma, 15 novembre. H governo Segni sta passando un momento difficile. L'atteggiamento fermo, ma sereno e obiettivo, con cui si è opposto alle richieste di leggi eccezionali contro 1 comunisti ha rievegllato i vecchi rancóri che le destre nutrivano nei suol confronti e gli ha procurato critiche aspre all'interno dello stesso partito di maggioranza. Erano in programma per oggi le riunioni dei due gruppi parlamentari democristiani. I senatori hanno approntato di questa sede, dove 1 dibattiti possono svolgersi in un'atmosfera più riservata, per esprimere il loro malcontento e delineare 1 loro' propositi battaglieri. Il succo del dibattito, almeno nei suoi anpetti più appariscenti, è presto detto. Gli avvenimenti ungheresi hanno riproposto, anche nel nostro Paese, il problema del comunismo: come ci si può e ci si deve difendere da un movimento che ha ancora una volta clamorosamente ribadito di identificare nell'Unione Sovietica il suo Stato-guida, se sono sufficienti gli strumenti a disposizione e quali altri se ne debbano eventualmente studiare. L'atteggiamento assunto da Segni è stato quello che assunsero tutti gli altri precedenti governi (con la sola eccezione di Sceiba, forse, per quanto la differenza fu più verbale che reale) in momenti non meno difficili dell'attuale. La democrazia — dice il Presidente del Consiglio — si difende con le armi della democrazia. Le discriminazioni, le leggi eccezionali non solo por-, terebbero 1 democratici nello stesso vicolo cieco di coloro' che essi combattono,-ma si risolverebbero in un gratuito favore ai comunisti. La crisi che essi stanno attraversando è grave, ed i snoi sviluppi imprevedibili. Anche se ; non si vuol dar peBO alia loro .crisi interna, peraltro dimostrata dalla progressiva perdita di voti degli ultimi anni, l'isolamento in cui si sono venuti a trovare dovrebbe far pensare. La fine dell'unità di azione coi socialisti del P.S.I., il fatto che questi si trovino oggi, su certe questioni di fondo, dalla stessa parte dei democratici, è una grande vittoria della democrazia. Essa equivale alla rottura verticale del vecchio < blocco popolare > del '48. Cambiare strada in questo momento significherebbe rinunciare a tutti i frutti di un'azione decennale, creare un «vittimismo», ricostituire uno schieramento soclaicomunista. Non per questo si deve rinunciare, alla necessaria vigilanza. Anzi: essa va proseguita ed intensificata. Ma lo Stato è forte abbastanza per difendere le istituzioni da ogni minaccia. Non lo si può accusare di debolezza in questo senso, e difatti neppure i più decisi oppositori del governo possono addurre un qualsiasi dato specifico a sostegno delle loro accuse. Così argomentano, dicevamo, Segni ed i suoi sostenitori. L'emozione provocata nell'opinione pubblica dagli avvenimenti ungheresi è cosi forte che riesce difficile mantenerla incanalata nei binari del freddo ragionamento politico. E di qui sono nate le critiche che si Bono sentite echeggiare oggi nel gruppi D.C. «Bisogna fare qualcosa per soddisfare l'attesa dell'opinione pubblicai, è stato il leit motiv della maggior parte degli oratori intervenuti nel dibattito. Sul significato pratico di questo « qualcosa > vi sono orientamenti di massima: per qualcuno (ad esempio l'exguardasigilli De Pietro e l'exministro Gava) occorrerebbe che il governo si servisse con polso più deciso degli strumenti che ha a sua disposizione; per altri occorrono, invece, nuove leggi e nuovi strumenti. Questi ultimi presentano, a loro volta, una gamma di proposte assai lata: si va dalla pura e semplice messa fuori legge del P.C.I. (caldeggiata, sembra, dal sen. Trabucchi) alia riesumazione della vecchia iegge « polivalente » (cosi detta perché doveva servire contro tutti i movimenti totalitari, di dèstra e di sinistra); dalle modifiche ad uh certo numero di articoli del Codice Penale alla richiesta dell'AJ.SA. (un'agenzia che dovrebbe essere ispirata da Ravaioli e altri esponenti della destra D.C.) di una legge — la formulazione è ancora assai vaga — « diretta a impedire che, nel caso deprecato di una situazione di emergenza, tanto i comunisti quanto i reazionari possano trovare nell'insufficienza della legge uno strumento per atti arbitrari >. Se sono abbastanza ben definite le posizioni rispettive di Segni e Tambroni (il Ministro dell'Interno è stato sempre associato nelle accuse al Presidènte del Consiglio),, rimane ancora sfuggente, invece, quello di Fanfani e degli altri esponenti del gruppo direttivo. L'atteggiamento che hanno assunto nella riunione dei senatori dimostra che non vogliono opporsi frontalmente al malcontento antigovernativo serpeggiante nel partito ed è stato proprio Fanfanj che ha proposto la procedura poi adottata: la nomimi, cioè, di un comitato di giuristi ohe dovrà studiare umnqltgdtdtgtgculbccppcdcitlPonngilamidaSff un progetto di iniziativa parlamentare contenente < nuove norme di legge che, sempre, nel quadro di quanto è previste nella Costituzione, valgano a mettere l'esecutivo in grado di meglio rispondere alle aspettative dell'opinione pubblica, spaventata e nauseata dal vero volto del comunismo ancora una volta manifestatosi ». Cosa nasconde questo atteggiamento? Chi diffida di Pantani vi vede la prova che il segretario della DC medita di far cadere il governo, impedire la unificazione socialista e far fare le elezioni in primavera su una base tipo 18 aprile. Chi gli è vicino, di contro, lo interpreta come l'atteggiamento adatto per non perdere il controllo del partito e difendere il governo cedendo sul'-- forma, ma tenendo sulla sol ìza. Sta di fatto che da oggi Fanfani si è posto in una posizione di «mediatore » tra il governo ed i gruppi parlamentari della maggioranza. Può, in altri termini spingere o trattenere 11 corso degli avvenimenti a suo piacimento. Se ne è avuta una conferma nella tarda serata, quando Segni (che in precedenza si era incontrato con Saragat e con lo stesso Fanfani) si è recato alla riunione dei deputati democristiani. Prima ancora che iniziasse il dibattito, prevenendo, cioè, un pronunciamento analogo a quello dei senatori, Segni ha preso la parola: ha fatto una breve relazione sui fatti internazionali e, quando si è trattato di valutarne le ripercussioni interne, ha riletto la dichiarazione resa l'altro ieri all'Ansa, facendo osservare che non aveva nulla da aggiungere. Era come dire che non accettava Il suggerimento delle « nuove leggi » o che, per lo meno, si riservava di riparlarne quando esse si sarebbero concretate in un progetto. SI è allora alzato Fanfani ed ha riconosciuto che l'atteggiamento del governo era apprezzabile e legittimo, ma che ci si doveva rendere . conto delle particolari esigenze del partito che si rende interprete, a sua ..volta,, di quelle della pubblica opinione e così via. Poi è incominciato il dibattito ed anche qui si sono cominciate ad allineare critiche al governo — è per esso al Ministro dell'Interno — che « non fa ab. bastanza contro 1 comunisti » A mezzanotte, sia per l'ora tarda, sia per rinviare una decisione che avrebbe anche potuto aprire la crisi, si è deciso di sospendere e rinviare il dibattito alle 15 di domani. Se anche i deputati si pronunceranno a favore di « nuove leggi», è evidente che il go verno si troverà in una situazione estremamente critica. E Fanfani avrà la chiave in mano per risolverla. Potrà annacquare la richiesta, lasciandola prima concretare e poi stagionare nell'iter dei progetti di legge, o potrà presentarla in termini ultimativi, cui il gopidesouSaastoSvqastmcNuSdpstSlacmctpnosEtgptcttnlldzpfipUCgzmrdannmnliIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIItllllllllllllIllllIIIt governo dovrà rispondere o piegandosi o aprendo la crisi. Resta a vedere la posizione dei' socialdemocratici, che possono svolgere nella vicenda una parte di grande rilievo. Saragat negli ultimi giorni ha assunto un atteggiamento molto polemico verBO il P.S.l. Stamane, commentando i lavori del comitato centrale di questo partito (dovè le voci antl-unificatrici e filo-comuniste sono state abbastanza numerose), è arrivato a dire che, « sulle basi indicate da Nenni nella sua relazione, la unificazione non è possibile ». Se prevarranno i motivi di diffidenza, i socialdemocratici potranno appoggiare la richiesta dei gruppi democristiani e Segni, per non rimanere isolato, finirà per piegarvisi. In caso contrario Segni avrà miNiNiiimmiimiiiiiiniiiiiiimiNiiiiiiiimiN buone ragioni per resistere e i dirigenti della D.C. dovranno decidere se è il caso o meno di assumersi la responsabilità della crisi. Enzo Forcella

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