# rifornimenti sono diventati

# rifornimenti sono diventati # rifornimenti sono diventati di petrolio più difficili Nessuna possibilità d'approrientale) e negli S. U. - di razionare le consegne Roma, 14 novembre. Il comitato di esperti per le questioni petrolifere, formato dai rappresentanti delle principali società che operano nel settore dell'importazione, raffinazione e distribuzione dai derivati del petrolio, si è riunito oggi al Ministero dell'Industria. La riunione ha avuto un'importanza particolare poiché la situazione degli approvvigionamenti, ool passare dei giorni senza che la situazione nel Medio Oriente sia ancora stata chiarita, tende ad appesantirsi. Il comitato ha dovuto affrontare quattro problemi distinti: la valutazione delle scorte di prodotti petroliferi; le fonti di approvvigionamento; la disponibilità di naviglio cisterniero; il sistema attuale dei prezzi. Sul primo punto i pareri dei tècnici' sono stati unanimi; le scorte esistenti Italia pei l'olio combustibile assicurano a stento il fabbisogno fino al periodo natalizio. La situazione, dunque, è alquanto preoccupante o, almeno, necessita di urgenti provvedimenti. Questa limitata disponibilità di nafta dipende in gran parte dai prezzi vigenti in Italia, che risultano inferiori a quelli americani ed anche a quelli degli al¬ tri principali Paesi europei. Ne 1 consegue che gli importatori \non hanno alcun interesse, tu | periodi normali, ad effettuare iiiiiiiiiiiiiiiHiimiiiiii min mimmi ovvigionamento nei porti del Scarseggiano, però, le petrol al clienti - Notevoli 1 depos 6 e » i e o e, i a) il il 7 3. 3, ; il il à e 6 e o larghi approvvigionamenti né ad impegnare nomi cisterne con contratti <a tempo >, come, invece, usano fare quasi tutti i Paesi consumatori. Le società petrolifere che operano in Italia, per economizzare sul costo dei noli, cercano normalmente di far trasportare la nafta da cisterne in viaggio di ritorno dai Caraibi o dil Golfo del Messico. Tutto il sistema dei rifornimenti italiani è, dunque basato sulla precarietà . dei trasporti; ma questo inconveniente non si avverte in periodi normali. Si avverte, però, oggi: gran parte della flotta cisterniera' che approvvigiona l'Europa è già accaparrata dalla Germania e dagli altri Paesi consumatori, e l'Italia dovrà far valere le sue esigenze in sede O.E.C.E. per non restare tagliata fuori Sembra che nella riunione odierna i rappresentanti delle compagnie petrolifere abbiano fatto presente agli organi ministeriali con una certa viva cita questo stato di cose, la cui responsabilità, a quanto essi affermano, ricadrebbe sul ministero dell'Industria che ha mantenuto per la nafta ì prezzi italiani artificialmente al di sotto del livello internazionale. Per quanto riguarda la benzina, invece, le, notizie sono buone: le scorte sono ampiamente sufficienti, ed inoltre la stagione invernale coincide con una diminuzione dei consumi. La situazione in questo settore è, dunque, del tutto tranquillante. Per far fronte alle richieste del consumo e non incidere troppo rapidamente sulle poche scorte di olio combustibile, 0 comitato si è orientato verso una specie di contingen tamento, volontario: .le società petrolifere limiteranno le consegne ai soli clienti abituali, e consegneranno quantitativi del 5 per cento inferiori alle consegne effettuate nel corrispondente periodo del 1955. Il secondo problema di risolvere era quello degli approvvigionamenti, e da questo punto di vista bisogna distinguere tra petrolio greggio e prodotti petroliferi finiti (nafta, benzina, gasolio). Per il greggio la situazione è piuttosto preoccupante. I porti del Golfo Persico sono da considerare praticamente inutilizzabili per l'Italia, sia perché le navi dovrebbero) fare la rotta del Capo, che è decisamente a?itioccnomica per noi, sia perché le compagnie inglesi e americane che operano in Persia, a Kuwait e nelle Barn.Hn, fino a questo momento consegnano il greggio solo per destinazioni americane od inglesi. Quanto ai porti del Mediterraneo Orientale, il taglio degli oleodotti li ha resi inutili. So7o a Sidone c'è ancora la possibilità d'imbarcare greggio, e qui, anzi, la bandiera italiana è favorita perché le autorità arabe locali rifiutano . di imbarcare petrolio per destinazioni anglofrancesi Le società italiane hanno, quindi, provveduto a far affluire a Sidone tutte le cisterne che avevano sottomano nel Mediterraneo, per profittare della favorevole circostanza, ma il volume di petrolio disponibile in questo porto è nel complesso modesto. Non resta, dunque, che rivolgersi al Venezuela o agli Stati Uniti. Ma dal Venezuela gli esportatori hanno già fatto sapere che potranno fare assai poco per l'Italia: tutta la produzione è impegnata per destinazioni americane o inglesi. Qualche affidamento si è, invece, ottenuto dagli Stati Uniti; il greggio che potremo ottenere nelle prossime settimane proverrà quindi in prevalenza dal Texas e dai porti americani della costa atlantica. Per i prodotti finiti la situazione è nettamente migliore. Le compagnie americane operanti in Italia hanno già ottenuto assicurazione dalle rispettive case madri che nafta e benzina saranno largamente disponibili per l'Ita¬ limmml'orintccmpmperumplntnnLcalbtmpispgtcpqmr Golfo Persico e del Venezuela - Le uniche disponibilità a Sidone (Mediterraneo iere - Le scorte di nafta bastano appena fino a Natale; le società hanno deciso iti di benzina - Si prospetta la possibilità di un aumento graduale dei prezzi lia, compatibilmente al problema del naviglio, di cui abbiamo già fatto cenno. Ad ogni modo sono stati formati, presso il Ministero dell'Industria, due comitati straordinari: uno composto dai rappresentanti delle compagnie inglesi e l'altro dai rappresentanti delle compagnie americane operanti in Italia. Questi comitati siederanno praticamente in permanenza, col compito di assicurare il collegamento coi rispettivi gruppi e predisporre, d'accordo con essi e sotto la direzione delle autorità italiane, un programma urgente di approvvigionamenti. Beata, infine, il problema dei prezzi. Anche questo e stato lungamente discusso (la riunione del comitato si è iniziata stamane alle 10 ed è terminata, con una breve interruzione, alle 20 di questa sera). L'orientamento prevalente è che sia necessario un graduale aumento dei prezzi, in particolare nel settore degli oli combustibili. Sulla misura e sui tempi di questo aumento il comitato, però, non si è ancora pronunciato. Una voce diffusa ieri, secondo la quale il ministero delle Finanze avrebbe proporzionalmente diminuito gli oneri fiscali sui prodotti petroliferi per non far subire ai consumatori gli aumenti di prezzo, non trova conferma questa sera. La questione è comunque aperta, e dovrà essere risolta nei prossimi giorni. Eugenio Scalfari Per ora nessun aiuto degli Stati Uniti all'Europa Washintgon, 14 novembre. Secondo attendibili fonti, il governo americano ha deciso di non mettere in atto i suoi piani per i rifornimenti di petrolio all'Europa fino a quando il Corpo internazionale di polizia dell'ONU non avrà ristabilito l'ordine nella zona del Canale di Suez. Sebbene questo ritardo nelattuazione dei piani americani di emergenza, approntati fin da quando si delineò la possibilità della chiusura del Canale di Suez, significhi In pratica lasciare l'Europa occidentale in una situazione gravissima per quanto riguarda le disponibilità di petrolio, il governo degli Stati Uniti precisano le fonti — è deciso a non far nulla che possa mettere in pericolo gli sforzi ti11111 ! 111111111111111119 j111111 ■ i11111111111 j:s iie i ! 1111 delle Nazioni Unite per il raggiungimento di una pacifica soluzione della-crisi del Medio Oriente. Il governo americano è particolarmente ansioso di non accreditare l'impressione di un suo indiretto aiuto alla Francia ed all'Inghilterra, nel loro conflitto con le nazioni arabe, mediante l'invio di carichi di grezzo in sostituzione dei rifornimenti di petrolio del Medio Oriente, resi ora impossibili dall'interruzione del traffico nel Canale di Suez e dall'arresto del flusso di alcuni oleodotti che sboccano nel Mediterraneo. Si tratta, in altri termini, di una indiretta pressione sull'Inghilterra e sulla Francia, che dovrebbe, nelle Intenzioni americane, indurre Londra e Parigi a collaborare col segretario generale delle Nazioni Unite, Hammarskjoeld, a ritirare le proprie truppe dall'Egitto e ad accettare un eventuale controllo dell'ONU sulla ripresa del flusso di petrolio dal Medio Oriente. (Associated Press) Drastiche restrizioni adottate in Svezia a l o i i a i a l n a l o a zi Stoccolma, 14 novembre. n governo svedese ha chiesto poteri di emergenza, simili a quelli del tempo di guerra, nel campo economico, in conseguenza della crisi del Medio Oriente. Se il Parlamento approverà la richiesta si avrà presumibilmente l'applicazione di un sistema di razionamento dei prodotti petroliferi avente Io scopo di ridurre i consumi del Paese fino al 50 per cento. Per il razionamento dei prodotti petroliferi sono previste le seguenti misure: divieto assoluto dell'uso di automobili private dalle 18 del sabato alle 5 antimeridiane di lunedì; fino al 20 gennaio, le consegne di prodotti petroliferi alle Industrie e ai privati saranno ridotte del 30-50 per cento; dopo tale data la riduzione sarà del 20 per cento. E' stato calcolato che come risultato delle nuove restrizioni la temperatura delle case riscaldate a nafta durante l'inverno potrà abbassarsi in media di cinque gradi. La notizia dell'imminente razionamento ha determinato in tutto il Paese una corsa agli accaparramenti di benzina. Lunghe file di automobili e di persone con recipienti di ogni tipo si sono formate dinanzi al distributori di benzina di Stoccolma. 11111111i 111111:111ì 1111 i t i11!11111 i i 11 ;1111111 ■ i < 11111111111> li petrolio del Medio Oriente all'esame dei Paesi arabi Beirut, 14 novembre. La conferenza dei Paesi arabi ha preso in esame la possibilità di rompere i rapporti diplomatici con la Gran Bretagna e la Francia. E' noto che l'Egitto, la Siria e l'Arabia Saudita hanno già rotto i loro legami nel campo diplomatico con i due « Paesi aggressori dell'Egitto ». La Giordania e l'Iraq hanno rotto ogni relazione solo con la Francia. Solo la Libia e il Libano mantengono intatti i loro rapporti con le due nazioni alleate. I « leaders » arabi hanno poi chiesto il ritiro incondizionato delle truppe franco-britanniche dall'Egitto. E' anche certo che il Comitato organizzativo della conferenza ha chiesto che siano prese in esame le misure da adottare contro la Francia, la Gran Bretagna ed Israele, qualora il ritiro delle loro truppe non si effettuasse secondo la risoluzione approvata dalle Nazioni Unite. Corre voce che in seno al Governo del Libano stia maturando una grave crisi ministeriale. I «grandi» arabi — tre dei quali sono re — hanno tenuto una riunione straordinaria alle 17, dopo essere stati in una lunga seduta stamane. I colloqui di oggi hanno compreso tutti i problemi attuali del Mondo Arabo fra cui il Canale di Suez, il petrolio del MedioOriente, Israele e la ribellione algerina.

Persone citate: Eugenio Scalfari, Hammarskjoeld, Mondo Arabo