L'uccisore della donna e dell"autista è tornato sul luogo del suo delitto

L'uccisore della donna e dell"autista è tornato sul luogo del suo delitto Drammatica ricostruitone del duplice omicidio sulla strada per Moncalvo L'uccisore della donna e dell"autista è tornato sul luogo del suo delitto Per vivere con l'amica il giovane aveva abbandonato ogni attività - Lei però non voleva seguirlo per non perdere l'affetto del figlioletto di sette anni o o (Dal nostro inviato speciale) Moncalvo, 7 novembre. Disfatto, gli occhi arrossati, le mani calate profondamente nelle tasche del pastrano color nocciola, Elvidio Sammartino è ricomparso oggi sulla strada di Grazzano Badoglio; senza manette, ma circondato dai carabinieri. Sulla strada, il Procuratore della Repubblica dott. Nicosia, iiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiuiiiiiuiiiiiiiiiiiiimiiiiiin il Pretore dott. Mariani, il difensore d'ufficio avv. Ubertis lo attendevano per l'ultimo atto della drammatica confessione: il sopraluogo. In serata, l'omicida è stato trasportato alle carceri di Casale. Elvidio Sammartino, un excarabiniere di 29 anni, ?iato a Roccapiemonto, in provincia di Salerno, è l'uccisore di Rosa Zonta, l'avventurosa contrabbandiera di Moncalvo, c di Pietro Carnevali, il povero taxista alessandrino che ha pagato con la vita il malo in contro con la disperata coppia di amanti. Il sopraluogo è durato qua si due ore, nel sereno pomeriggio mònferrino. « Afi ven gono i brividi a pensarci: una pallottola c'era anche per me se fossi capitato cinque minuti prima... », mormorava il farmacista di Moncalvo, Lusona, rievocando la scena dt cui fu testimone l'altra notte la macchina a fari accesi in mezzo alla strada, la bionda bellissima morta sul sedile, il taxista bocconi, esanime, a dieci metri di distanza, nel fossato. Come il giovane Sammartino, dal passato senza macchia, sia d'improvviso divenuto un criminale è cosa che diffidimente si spiega al lume delle « prove ». Dalle labbra dei carabinieri, nulla trapela: lo considerano un estraneo, ormai, un traviato, forse un folle. Le poche cose che si sanno, le molte che s'intuiscono, si apprendono in paese, a Moncalvo. L'incontro tra il giovane carabiniere e la bella avventuriera avvenne qualche anno fa, ad Alessandria. Qià s'è detto che la donna non era davvero un modello di fedeltà coniugale; ■ eppure, l'incontro con quel ragazzo ardente, bruno, dagli occhi azzurri, che le chiedeva amore, dovette rap presentare per lei qualcosa dt più che un'avventura a pagamento. La relazione continuò nascostamente: Ro3a Zonta aveva interessi lontani; traffici con contrabbandieri del Verbano; lunghi viaggi net Sud, e in Emilia, in Lombardia. Il giovane soffriva; dt mese in mese, il suo attaccamento per la donna dovette assumere forme morbose e disperate. Era geloso, non nascondeva alla donna il suo tormento, le rimproverava quella vita errabonda e quei costumi liberi at quali la sua coscienza si ribellava. Fu trasferito a Guiglta, in provincia dt Modena. Ma la lontananza non sopì nel Sammartino il desiderio. Tornò spesso a Moncalvo a cercarla; capi che per unirsi a lei c'era un ostacolo insormontabile: la divisa. Fu costretto a scegliere. Scelse Rosa Zonta. Si fece mandare in licenza, una lunga licenza di convalescenza che culminò nel congedo dall'Arma. In panni borghesi, il Sammartino dovette sentirsi libero, ormai, e vicino a realizzare il sogno che lo tormentava e illudeva così da lungo tempo. Allora non dette più requie alla bella avventuriera: la portò al paese, nel Salernitano, la seguì per l'Italia in lungo e in largo in ogni sua tappa; la convinse persino a studiare un progetto per cambiar vita. < Ci comperiamo una trattoria. In Piemonte? No, troppo vicino al nostro passato. Scegliamo una bella località balneare: a Rimini, ecco. Tu starai al banco, io servirò in tavola... ». Ingenui sogni. La febbre dell'avventura rodeva ancora la bella Rosa; non era stanca di peregrinare, le piaceva essere corteggiata, amava sfidare lo zelo della polizia e della finanza, che già tenevano d'occhio da lungo tempo la sua misteriosa borsetta. O forse Rosa Zonta non volle seguire fino in fondo la strada che il suo delirante innamori to le tracciava. A Moncalvo, la bella girovaga aveva un punto fermo, un ristoro si curo al suo cuore di madre il piccolo Carluccio. La sera fatale, probabilmente, coincise con una scelta decisiva: Rosa Zonta disse di no al Sammartino, e si fece riaccompagnare a Moncalvo. Il suo bimbo la attendeva. An corché il matrimonio fosse stato da lei molte volte apertamente profanato, questo affetto resisteva in lei, era l'unica luce nella sua vita. Nel viaggio estremo, Rosa Zonta dovette apparire irremovibile nella sua decisione. I sogni dello sciagurato Sammartino si sgretolarono penosamente chilometro per chilometro, davanti a questa mamma che andava risolutamente verso il suo bambino. I particolari della duplice uccisione non li conosciamo. A Rosa Zonta, un colpo al cuore. Uno alla tempia per il povero taxista che cercava scampo nel buio. Altri colpi lo sciagurato sparò a vuoto, sicché quando cercò nella propria morte il castigo per ciò che aveva fatto, non c'eran più proiettili, E cosi, ramingando, attese< 1111m111 ( 11 : li 1 r ; 1111 ■ 11 r t ■ 11 ■ 11j111 p 11 p 1111111 e 1111 ■ 11 j 1 l'alba; quando vide spuntare tra le vigne già quasi spoglie il berretto con la fiamma argentea dei carabinieri, e il capitano Bernini che avanzava alto e ardito davanti a loro, e il maresciallo Montis che anfanava sui greppi terrosi, e il colonnello Turin che scrutava nei pozzi e nelle cisterne perché riteneva che un così allucinante assassino non avesse saputo sopravvivere al proprio delitto; quando vide che il cerchio era ormai stretto intorno a lui, Elvidio Sammartino si alzò in piedi, uscì dal canneto, lacero e sfinito. Cercò con lo sguardo il berretto del più alto in grado e gli si presentò sull'attenti. L'omicida condotto luogo delitto