In Assise l'assassino di un vecchio a Sanremo

In Assise l'assassino di un vecchio a Sanremo In Assise l'assassino di un vecchio a Sanremo Con un complice si presentò in casa delio sventurato e lo accise per rapinarlo - Poi foggi a mani vuote perché giungeva gente » , . e è o n , , o a (Dal nostro corrispondente) Sanremo, 7 novembre. La Corte d'Assise di imperia staccata a Sanremo, ha iniziato questa mattina li processo a carico del ventiduenne Vittorio Guglielmi di Umberto, nato a 3. Biagio della Cima e residente a Soldano, imputato di omicidio volontario pluriaggravato, tentato furto aggravato, omessa denuncia e porto abusivo d'arma da fuoco e di coltello. Nei pomeriggio del 22 aprile 1956 — ha ricordato il presidente dott. Garavagno — l'attenzione di alcuni contadini fu richiamata da invocazioni di aiuto provenienti dal casolare del bracciante settantasettenne Giovanni Semiglia fu Gerolamo, abitante In regione San Lorenzo di Sanremo. I contadini accorsero, videro due uomini che fuggivano verso I monti — uno di essi indossava una vistosa camicia scozzese — ed alcuni di essi li inseguirono, ma invano; gli altri s'introdussero nel casolare e uno spettacolo-orrendo si presentò ai loro occhi: Il Somiglia giaceva a terra in un lago di sangue, sgorgato da numerose ferite al capo e al torace. Fu soccorso e trasportato all'ospedale civile di Sanremo ove morì la sera stessa, dopo aver fornito sommari dati sui suoi due aggressori. La perizia del dott. Roverio stabili, che era stato colpito con ben tredici coltellate al, viso, al collo e al torace, e con tre terribili randellate, tutte mortali, al capo. Le indagini dei carabinieri furono agevolate dalla deposizione di certo Remo Mammino che disse di aver incontrato il fuggitivo indossante la camicia scozzese e di aver riconosciuto in lui un giovane che gli era stato presentato poco tempo addietro. Il 3 maggio questo giovane, Vittorio Guglielmi, venne fermato. Egli fornì un ben congegnato alibi che gli inquirenti però fecero cadere. In casa sua, per giunta, fu rinvenuta la famosa camicia, lorda di sangue. Il 6 maggio il Guglielmi rese finalmente ampia confessione del suo feroce delitto, rivelando anche il nome del complice: Bartolomeo Virgulto di Policarpo, da Masio (Alessandria) e residente a Ventimiglia, allora sedicenne. *' Dalla confessione dei due giovani si appresero i particolari dell'omicidio. Il Vittorio Guglielmi, che esercitava il mestiere di venditore ambulante di cartoline e di articoli di cancellerie, conobbe Giovanni Semiglia in uno dei suoi giri d'affari in regione S. Lorenzo. Lo ritenne assai danaroso e decise di rapinarlo con l'aiuto del Virgulto al quale promise la meta di un presunto bottino di sei milioni in contanti. Il Guglielmi « il Virgulto, nel pomeriggio del 22 aprile, armati di una pistola calibro 9 e di uno stiletto, attesero che lo sventurato rincasasse e gli si presentarono come inviati di un'agenzia di affari per trattare l'acquisto del terreno. Poi lo crivellarono di ferite colpendolo con lo stiletto e un bastone. A] sopraggiungere dei soccorritori 1 giovanissimi delinquenti fuggirono a mani vuote, e ben misero comunque avrebbe potuto essere il loro bottino: 115 lire riposte in un cassetto, unico avere del povero Semiglia. Il presidente ha Invano tentato di strappare qualche dichiarazione al Guglielmi che ha ostinatamente affermato di non ricordare e che, solo a tratti, ha balbettato Incerte risposte o contestato alcuni particolari. La Corte, accogliendo una istanza degli avvocati difensori; D'Andreis di Cuneo e Bobba di Sanremo per una perizia psichjatrica, ha nominato perito d'ufficio il prof. Glorio di Imperia, con l'incarico di presentare le sue conclusioni per il 19 novembre, giorno in cui riprenderà il processo. ■ u g. b. lbcntdr1rsplcnP